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Se è vero che “l’appetito vien mangiando”, allora si può a buon titolo sperare nel “non c’è due senza tre”. Proverbi a parte, il riferimento è alle recenti prestazioni dei giocatori italiani impegnati nelle World Series Of Poker 2024.

Reduce dalla “sbornia” post-vittoria di Dario Sammartino, l’Italia del poker si è infatti svegliata questa mattina con un altro braccialetto al polso. Più correttamente, al polso di Paolo Boi che ha vinto l’evento #60: $3.000 No-Limit Hold’em, consegnando al palmares azzurro il 16simo titolo WSOP/WSOPE live!

Boi si è imposto in un torneo molto impegnativo, durato 4 giornate e caratterizzato da ben 1.773 iscrizioni. Tra queste spiccano i nomi di tanti top players internazionali che hanno poi raggiunto la zona dei premi.

Ne riportiamo alcuni, per dare l’idea del livello della competizione. Josh Arieh (6 vittorie WSOP), il n.2 della All Time Money List italiana Mustapha Kanit (seconda bandierina per lui a queste WSOP), l’high rollerman tedesco Rainer Kempe, Shannon Shorr (2 braccialetti), Julien Sitbon, Dimitar Danchev, Max Kruse (1 braccialetto per l’ex professionista della Bundersliga), il campione del mondo 2021 Koray Aldemir, il Triple Crown Winner Niall Farrell, Anthony Zinno, Hossein Ensan (campione del mondo 2019), Andre Akkari (1 titolo WSOP), Kristen Foxen (4 braccialetti) e Jonathan Pastore (1).

Oltre a Boi e a Kanit, altri due italiani sono andati in the money: Andrea Rocci (156°) e Alessio Astone (69°).

Paolo Boi (a dx). Credits WSOP/PokerNews

Raggiunto il final table a 10, Boi è riuscito a raddoppiare subito (AQ > AT) e ha poi gestito con attenzione il proprio stack, sprecando quasi nulla e incassando le chips necessarie per raggiungere la fase 5-handed. A quel punto il final table è entrato in una fase di stasi lunga più di 4 ore. A concluderla è stato proprio il giocatore sardo che ha eliminato al 5° posto Justin Belforti con uno slowplay al turn. L’americano va all-in in bluff al river ma l’italiano ha già chiuso colore nuts al turn e chiama instant.

Da quel momento in avanti c’è stato solo Paolo Boi. L’azzurro ha mandato alle casse prima Brandon Mitchell (A6 < AT) e poi Juan Vecino, anche se nel secondo caso ha avuto bisogno del sostegno della Dea Bendata. L’italiano va all-in diretto con K♦10♦ e trova il call dello spagnolo che parte avanti con A♦Q♣. Il flop è però quello dei sogni per Boi: K♠J♦4♦, top pair e 4/5 di colore a quadri per lui. Turn 8♥ e river 3♥ sono ininfluenti e mandano l’italiano all’heads-up contro lo statunitense Noel Rodriguez.

Il testa-a-testa è iniziato con Boi avanti 43,3 milioni di chips vs 27,6 e si concluso in dieci minuti. La mano della vittoria è la proverbiale ciliegina sulla torta.

Paolo Boi apre a 1,8 milioni da SB/D e riceve il call di Rodriguez. Scende il flop J♦J♥3♣ sul quale lo statunitense va in check-raise per 4,8 milioni dopo la bet da 2 milioni del suo avversario. Boi annuncia il call e consente al dealer di mostrare un 6♠ al turn. Rodriguez continua l’attacco con altre 5.600.000 chips che il giocatore della Sardegna chiama. L’ultima carta è un K♠: all-in da 16.700.000 e, dopo trenta secondi, call di Boi. Un gran call perché Rodriguez è costretto a mostrare Q♣9♥, bluff totale, mentre Boi ha 10♣10♦: la coppia di 10 è buona e consegna a Paolo Boi il prestigioso braccialetto WSOP, oltre a questo payout:

Si tratta del 19simo premio conquistato da Paolo Boi nei tornei di poker sportivo, il primo ottenuto oltreoceano e di gran lunga il più prestigioso e ricco. Il suo miglior risultato precedente risaliva al 2023, quando aveva chiuso 7° nell’High Roller delle France Poker Series di Montecarlo.

Immagine di testa credits WSOP/PokerNews

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