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Un po’ a sorpresa, durante l’EPT di Barcellona è stata annunciata una nuova tappa del più importante circuito europeo di poker live. Dal 18 al 28 ottobre l’European Poker Tour sarà ospitato dall’Hilton Park Lane di Londra.

Si tratta di un ritorno molto atteso, visto che la kermesse non fa visita da 8 anni al Regno Unito. L’ultima volta è successo nel 2014, durante la Season 11 del tour. Le aspettative sono quindi alte, sia per gli appassionati che per l’organizzazione, così come ci si attende una buona affluenza di giocatori.

Quest’ultimi potranno immergersi in 11 giorni di poker ad altissimo livello che conta 49 eventi diversi. Il programma è facilmente reperibile via Internet sul sito dell’EPT, così come tutte le informazioni per registrarsi e sulla location della manifestazione. Noi qui vi riportiamo solo alcune delle occasioni di gioco più emozionanti.

L’Hilton Park Lane di Londra (credits hiltonhotels.com)

A cominciare dal torneo National, ovvero lo United Kingdom & Ireland Poker Tour (UKIPT), che si gioca dal 18 al 22 di ottobre, a fronte di un buy-in da £1.100.

Il fratello maggiore del National, nonché pezzo forte di ogni tappa, inizia invece il 22 e si conclude il 28. Per partecipare all’EPT Main Event di Londra è necessario investire 5.300 sterline.

Ci sono poi anche due tornei ad alto buy-in: l’high-roller da £10.300 (26-28/10) e il super high roller da £50.000 (21-23/10).

La novità è però rappresentata da due eventi che mettono in palio altrettanti Platinum Pass, ovvero il ticket del valore di 30mila dollari che consente di partecipare al PSPC in programma alle Bahamas dal 30 gennaio al 3 febbraio 2023. Parliamo di un torneo da $25.000 dollari buy-in che nel 2019 ha registrato 1.039 entry. I conti li lasciamo fare a voi, noi sottolineiamo solo che 320 partecipanti a quella edizione erano possessori di un Platinum Pass. Uno di loro è arrivato primo. Ulteriori informazioni sul PSPC sono disponibili qui.

Il primo evento londinese dove è possibile vincere il Platinum Pass è l’all-in shootout tournament, in programma il 22/10 alle 11:00, e riservato a coloro che si sono qualificati online per lo UKIPT o per il Main Event EPT.

Il secondo ticket è invece nascosto in una delle taglie del £3.000 buy-in EPT Platinum Pass Mystery Bounty che si svolge dal 24 al 26 di ottobre.

Insomma, a Londra ci sono occasioni di ogni tipo per vivere il poker dal vivo ad altissimo livello, per provare a fare il “colpo grosso” e magari anche per rivedere qualche faccia nota.

Londra debutta insieme all’EPT. La seconda tappa della prima stagione del tour si ferma proprio nella capitale sul Tamigi, dove cattura l’attenzione di 175 giocatori. Alla fine vince l’inglese John Shipley, che incassa 200mila sterline per la sua performance ai tavoli.

Shipley, che già all’epoca del primo EPT era considerato un veterano, si lascia alle spalle giocatori di alto livello come gli olandesi Marcel Luske e il futuro vincitore EPT (a Copenhagen, nel 2005) Noah Boeken. A quel tavolo finale c’è anche il britannico Julian Thew che nel 2007 si porterà a casa l’EPT di Baden. Shipley vanta anche un 7° posto al ME WSOP 2002 (quello della clamorosa vittoria di Robert Varkonyi) e i suoi incassi ammontano a 1,25 milioni di dollari. Tuttavia dal 2015 ad oggi non ci sono più in the money registrati a suo nome.

John Shipley in una delle sue ultime apparizioni alle WSOP (PokerNews)

Dal 2004 fino al 2014 Londra rimane un appuntamento fisso dell’European Poker Tour. Nel 2005 il torneo principale è vinto da un altro suddito di Sua Maestà, Mark Teltscher. Quello è il primo risultato del futuro pro che poi infilerà una serie di risultati importanti. Tra questi ricordiamo due “argenti”: nell’EPT ME di Barcellona Season 4 (2007) e nell’Aussie Millions del 2008. Le sue vincite ammontano per ora a 4,8 milioni di dollari, ma il suo nome è legato soprattutto ad un grosso scandalo online di cui è stato protagonista nel 2007 e che gli è costato una vincita milionaria.

Mark Teltscher (credits PokerNews)

La tripletta inglese – nel senso dei vincitori – arriva nel 2006 con il primo posto di Victoria Coren (da dieci anni “in Mitchell”). E’ forse l’edizione più ricordata, perché è la prima vinta da una donna e perché nel 2014 Victoria farà il bis a Sanremo, davanti al “nostro” Giacomo Fundarò: un altro record per la player inglese che verrà eguagliato solo nel 2019 dal bielorusso Mikalai Pobal.

Oggi Victoria Coren è una ex-pro che vanta 63 ITM e 2,5 milioni di dollari. E’ tornata alle origini, cioè al giornalismo, all’editoria e alla conduzione di show televisivi. Si è sposata con l’attore comico David Mitchell e dal 2015 è diventata mamma. Tutto questo però non le ha però impedito di togliersi ancora qualche soddisfazione con i tornei live di poker.

Victoria Coren Mitchell (credits PokerNews)

La serie di vittorie casalinghe si interrompe nel 2007, quando Joseph Mouawad sorprende i 391 avversari e si aggiudica il Main Event. Il libanese è “re per una notte”, perché incassa £611.520 (ca. 1,2 milioni di dollari) grazie al field e al buy-in salito a £5.200, ma poi sparisce. Nei successivi 12 anni va a premio solo in 9 occasioni, aggiungendo 100mila dollari al bottino.

Il successo di Mouawad è il primo di tre realizzati da altrettante “meteore del poker” (o quasi). Subito dopo il libanese, il vincitore del ME EPT di Londra è l’americano Michael Martin. Il primo premio nel 2008 (buy-in £5.300) tocca per la prima volta quota 1 milione di sterline (1,8 milioni di dollari), con il quale Martin può sentirsi soddisfatto. In realtà il giocatore statunitense si era già messo in mostra con un secondo posto ai Masters di Amsterdam 2007 ($500k) e con $666k vinti all’EPT GF di Montecarlo nel 2008 con la quinta piazza, una in più dell'”azzurro” Luca Pagano. Da quel momento in poi, però, Martin raccoglie solo qualche briciola con altri 7 in the money, per arrivare a un totale di 3,3 milioni di dollari vinti in carriera.

Statunitense è anche Aaron Gustavson, primo all’EPT ME di Londra Season 6. Quando il 7 ottobre 2009 batte Peter Eastgate, campione del mondo nel 2008, Gustavson ha solo due ITM alle spalle. L’heads-up è uno dei più veloci nella storia dell’EPT: dura solo sette mani, fino a quando Eastgate forbetta all-in con [Ax][9x] e trova il call di Gustavson che lo domina con [Ax][Qx]. Il board è liscio e consegna al quasi debuttante £850k, circa 1,36 milioni di dollari. L’americano nei successivi 10 anni ne aggiungerà “solo” altri 400mila, nonostante 37 piazzamenti a premio. Da notare che la storia di Eastgate è molto simile, denari incassati a parte: dopo quel secondo posto a Londra, il danese metterà a segno solo altri 8 itm (alcuni di buon valore), per poi sparire dalla scena pokeristica nel 2013.

Aaron Gustavson (credits Carplayer.com)

Storia un po’ diversa è invece quella di David Vamplew. L'”Harry Potter del poker” nel 2010 riporta la picca nel Regno Unito, anche se a nome della Scozia, battendo in finale nientemeno che il campionissimo americano John Juanda. Vamplew è al suo secondo risultato e un debutto migliore non potrebbe esserci. Ma c’è anche molto merito perché il giovane laureato in matematica dimostra di avere le qualità del grande giocatore. Infatti, per almeno sei anni rimane uno dei top player a livello internazionale. Va vicino due volte al braccialetto WSOP e arriva a quota 3,9 milioni di dollari incassati con 96 ITM. Poi, alla fine del 2017, esce di scena. La ragione? L’innata timidezza che gli fa preferire il mondo dell’online. Se non vi ricordate di lui forse è anche per questo. Per rinfrescare la memoria, c’è il nostro articolo dedicato a David Vamplew.

Gemmello “diverso” di Vamplew è Benny Spindler. Anche lui giovane dotato di grandi skills, verso la fine del 2016 è scomparso dai radar del settore poker. Non prima però di aver vinto l’EPT di Londra 2011 per £750.000, battendo nel testa-a-testa finale nientemeno che Steve O’Dwyer. Il suo “power-poker”, ovvero la sua grande aggressività preflop, ha spiazzato tutti in quel torneo. Ed è stata anche l’arma con la quale ha accumulato 4,5 milioni di dollari nei tornei dal vivo. Trovate qui un esempio del power-poker by Benny Spindler.

David Vamplew (credits PokerNews)

Già con l’edizione vinta da Spindler, l’EPT di Londra entra in una fase calante, un po’ come tutto il tour e il poker in generale. Nel 2011 le entry sono 691 che diventano 647 nella Season 9 del tour (2013), quando a vincere è l’olandese Ruben Visser.

Nell’autunno del 2013, all’inizio della Season 10, l’EPT di Londra registra 604 iscrizioni. Vince lo svedese Robin Ylitalo, per 561mila sterline.

Si arriva così l’ultima volta dell’EPT di Londra. Nel 2014 i numeri risalgono a 675 entry, ma c’è un motivo: il buy-in è stato ridotto a £4.250 per incentivare i giocatori. Vince il tedesco Sebastian Pauli (£499.000) in una sfida tra “young guns” con l’americano Kevin McPhee.

Il tour è ormai pronto a passare il testimone all’esperimento Championship che prenderà il via nel 2017, salvo poi ripartire nel 2018 dalle tre roccaforti – Barcellona, Praga, Montecarlo – e dalla new entry Sochi.

Adesso il ritorno di Londra (e della PCA!) fa ben sperare in un tour sempre più in espansione. E magari in un clamoroso back-to-back italiano dopo la vittoria di Giuliano Bendinelli a Praga, in una pokeroom – quella londinese – mai troppo favorevole agli “azzurri” del poker.

Immagine di testa credits PokerNews