Tra le varianti di poker ce ne sono alcune davvero particolari e divertenti. Di sicuro non sono tra le più famose e giocate nei tornei internazionali, ma meritano un po’ di considerazione se lo spirito è quello di concedersi una serata di divertimento con le carte.
Cominciamo dall’Irish Poker che è una via di mezzo tra il TH e l’Omaha. In realtà è molto simile al Crazy Pineapple, dal quale differisce solo per il numero delle carte iniziali: quattro anziché tre. Nella fase preflop si gioca esattamente come nell’Omaha, cioè usando tutte e quattro le carte. Stessa cosa al flop ma, una volta terminato il round di puntate, i giocatori rimasti in azione ne devono scartare due. Al turn e al river l’azione passa in modalità Texas Hold’em, ovvero il punto può essere chiuso usando entrambe le hole cards rimaste, oppure una o anche nessuna. Esiste anche una variante che sceglie la modalità dell’Omaha anche al turn e al river, ma è molto meno diffusa.
Il bello dell’Irish Poker è che aumenta le chance di partecipare alla mano grazie alle 4 carte iniziali, come avviene nell’Omaha. Poi, quando l’azione si sposta sul board, il gioco diventa più simile al TH e quindi meno “volatile” rispetto all’Omaha. Tecnicamente parlando, si inizia con la hand selection tipica dell’Omaha ma dal flop in poi la strategia è quella del Texas Hold’em. Da provare, eventualmente anche nella variante goliardica chiamata drinking game le cui regole sono disponibili qui.
Fatelo però soltanto se c’è lo “spirito” giusto!
L’Irish Poker, per quanto non sia un gioco “mainstream”, ha tuttora un buon seguito soprattutto nei Paesi anglofoni. Se invece preferite varianti decisamente più di nicchia, ecco una serie di giochi decisamente più astrusi.
Partiamo dall’Anaconda, dove ciascun giocatore riceve sette carte private. Dopo aver analizzato la mano a caccia della miglior combinazione di poker a cinque carte, i giocatori devono liberarsi di tre carte passandole al giocatore alla loro sinistra. Segue un giro di puntate. I player devono poi liberarsi di due carte, stavolta passandole al giocatore alla loro destra. Poi c’è un altro giro di puntate, prima di passare un’ultima carta di nuovo al giocatore alla loro sinistra. Un terzo e ultimo giro di puntate precede l’eventuale showdown. Chi, tra i superstiti, ha la miglior mano di poker a cinque carte vince il piatto.
In passato Daniel Negreanu si è sperticato in lodi per il Vanunu, uno dei giochi coi quali è cresciuto a Toronto. Secondo il pro canadese, questa variante lo ha aiutato ad affinare i suoi talenti per il poker. La cosa non ci sorprende, visto il gran numero di tipologie di poker racchiuse nel Vanunu.
Cominciamo stabilendo che si tratta di uno Stud poker. Ciascun giocatore riceve sette carte coperte, senza poterle guardare. Ogni player gira una carta prima di dare vita a un giro di puntate. Questo schema continua fino a quando ci sono cinque carte scoperte e due coperte: l’obiettivo è avere la miglior mano high o la miglior mano low. A questo punto, i giocatori rimasti possono scartare una delle loro carte ricevendone un’altra. Ma devono pagare per questo privilegio: una cifra predeterminata in caso di carta scoperta e il doppio in caso di carta coperta.
Ogni giocatore deve poi dichiarare se va per l’high, per il low o per entrambi, utilizzando le proprie cinque carte scoperte e le due coperte. Tutti i giocatori investono le chips nel piatto contemporaneamente, perciò non si può barare (come nella morra cinese): una per il low, due per l’high, tre per entrambi. Se un giocatore dichiara entrambi e la sua mano non vince sia come high sia come low, non può ricevere nessuna porzione del piatto. Se ci sono solo mani low, la migliore si porta a casa tutto il piatto, e lo stesso vale per le mani high. Altrimenti, la miglior mano low e la miglior mano high si dividono il piatto.
Come il Vanunu, il Death Wheel si gioca di solito in modalità hi/lo. Ma c’è un elemento speciale che lo rende un gioco divertente e frustrante allo stesso tempo. Ciascun giocatore riceve quattro carte private, mentre sul tavolo ne vengono posizionate sei coperte, in cerchio. L’idea è di creare la miglior mano a cinque carte usandone due proprie e tre tra le sei comuni, come nell’Omaha.
Tuttavia, le tre carte comuni utilizzate devono essere adiacenti tra loro nel cerchio (da qui il nome Death Wheel, “ruota mortale”). C’è un giro di puntate quando vengono distribuite le carte, poi per ogni carta comune esposta ce n’è un altro, e così via finché non sono visibili tutte e sei le carte comuni. Ad ogni modo, non vanno mai esposte carte adiacenti. Va esposta solo la carta in posizione opposta a quella già esposta, con l’idea di non sapere quali tre carte poter usare fino alla fine.
A differenza delle ultime tre varianti, il Simultaneous (o Holdemaha) è più semplice. Tutti i giocatori ricevono sei carte private e devono dividerle in due mani: una di No Limit Hold’em (NLH, due carte) e una di Pot Limit Omaha (PLO, quattro carte). Fatto ciò, non si può tornare indietro. L’azione procede come una normale mano di PLO o di TH. Si punta preflop, al flop, al turn e al river. I giocatori partecipano sia con la mano di NLHE sia con quella di PLO, contemporaneamente (da qui il nome). In caso di showdown, il giocatore con la miglior mano di NLHE vince mezzo piatto, e quello con la miglior mano di PLO l’altra metà. Se un giocatore ha la mano migliore di NLHE e di PLO, conquista tutto il pot.
Siete pronti a cambiare il vostro gioco?
Immagine di testa credits PokerNews