Quando si parla di grandi tornei di poker live, tornei che abbiano un’eco internazionale, il pensiero non può che andare alle World Series Of Poker. Le ragioni sono tante, a cominciare dai numeri.
Dagli inizi degli anni Duemila, le WSOP sono il festival che riunisce, per quasi due mesi di poker, migliaia di giocatori provenienti da tutto il mondo. Oltre 80 tornei e sale piene di tavoli per il cash game. Possibilità di giocare non solo a Texas Hold’em, ma anche a Omaha, Stud e Draw poker, Mixed Games. Un Main Event che negli ultimi 15 anni non è mai sceso sotto i 6.300 partecipanti (ad eccezione del 2020 quando, causa pandemia, le WSOP sono passate su Internet), che nel 2006 ha toccato quota 8.773 (record ancora imbattuto) e che regala una media di 9 milioni di dollari al vincitore. Non a caso chi solleva quel braccialetto è considerato il campione del mondo del poker.
Se tutto questo non basta a spiegare perché questa kermesse sia l’appuntamento live per eccellenza, allora ci mettiamo anche la storia: si può tranquillamente affermare, infatti, che il poker da torneo è nato sotto il segno delle WSOP.
In termini di pura cronologia, il primo torneo di poker Texas Hold’em viene organizzato nel 1969, quindi un anno prima che le World Series Of Poker nascessero ufficialmente. E non è Las Vegas la location scelta bensì Reno, l’altro punto di riferimento per i giocatori degli States. E’ lì infatti che prende forma il primo happening pokeristico, grazie al texano Tom Morehead, proprietario del casinò Riverside, che inserisce la formula del torneo nella seconda edizione della “Texas Gamblers Reunion” (nonostante Reno sia nel Nevada). Tra i vari giochi c’è appunto il “poker alla texana“. L’evento tuttavia non ha molto successo dal punto di vista economico e Moore opta per non ripetere più l’esperienza di Reno. Esiste una città più interessante per questo tipo di iniziative.
Più o meno nello stesso periodo, infatti, tre giocatori che possono essere considerati i padri del TH, cioè Crandel Addington, Doyle Brunson e Amarillo Slim, avevano portato a Las Vegas questa relativamente nuova specialità di poker. Dal 1967 al 1969 il Golden Nugget Casinò è l’unico posto dove poter giocare a Texas Hold’Em. La casa da gioco si trova però nella Las Vegas Downtown, una zona piuttosto scomoda per il grande pubblico. Le cosiddette “balene”, cioè i gambler pieni di soldi, non ci vanno volentieri. Così nel 1969 i giocatori professionisti si spostano al Casinò Dunes, che all’epoca si trovava sulla Strip di Las Vegas (il Dunes verrà demolito nel 1994 per fare posto al Casinò Bellagio). La mossa è azzeccata, perché i tavoli della nuova pokeroom si riempiono subito di giocatori.
Ed è a questo punto che entra in scena Benny Binion il quale propone a Moore di ripetere l’evento, questa volta a Las Vegas. Non solo, gli chiede di vendergli i diritti della convention di Reno. Moore accetta e così la serie di tornei passa nelle mani dei Binion: di Benny in primis e poi dei figli Jack e Ted. La famiglia decide subito di spostare la sede della kermesse nel loro casinò, il Binion’s Horseshoe di Las Vegas, e anche di cambiarle il nome: è così che nascono ufficialmente le prime World Series Of Poker.
L’edizione del 1970 è quella che inaugura il nuovo corso, ma sarà decisamente sui generis. Non si gioca nessun torneo, semplicemente Johnny Moss viene decretato vincitore delle prime WSOP senza nemmeno uno “shuffle up and deal”. Moss viene votato dai presenti come il miglior giocatore di poker in circolazione e premiato con il titolo.
Servirà solo un anno perché la formula venga definitivamente cambiata. L’idea è del giornalista Tom Thackrey che suggerisce a Benny Binion di trasformare il Main Event delle World Series Of Poker in un torneo freezout di No Limit Texas Hold’Em.
Ed è questo, pur con qualche modifica alla struttura, il formato con il quale ancora oggi si gioca il campionato del mondo di poker.
Foto di testa courtesy of PokerNews