“Quello che non mi uccide mi fortifica” (Nietzsche) oppure “Ogni giorno, fai una cosa che ti spaventa” (Eleanor Roosevelt) e ancora “L’uomo senza immaginazione non ha ali” (Muhammad Ali).
Nella vita, nel lavoro, nello sport le frasi motivazionali servono. Soprattutto quando le cose non vanno come vorremmo e abbiamo bisogno di un aiuto che ci rimetta nella giusta prospettiva.
Vale anche per il poker che infatti ha i propri aforismi. Ve ne proponiamo alcuni pronunciati da giocatori famosi e da qualche addetto ai lavori.
Cominciamo da Phil Hellmuth, che di poker giocato e parlato di certo è un campione. Con le battute del recordman di braccialetti vinti alle WSOP (16) si potrebbe scrivere un piccolo saggio, ma noi intanto ve ne proponiamo tre: “Se non ci fosse di mezzo la fortuna, vincerei ogni volta“. “Ricorda, la coppia va sempre difesa” (ebbene sì, è sua!). “Il Poker è 100% abilità e 50% fortuna“.
Anche Gus Hansen, dall’alto della sua esperienza nel poker professionistico e nel backgammon high stakes, ha condensato la propria visione del gioco in alcune frasi celebri: “I migliori giocatori hanno la capacità di imparare dai propri errori: è questo che li rende i migliori“. E ancora: “Un elemento fondamentale per giocare un poker vincente è quello di costringere i tuoi avversari a prendere decisioni difficili. Per questo motivo puntare è sempre meglio che limitarsi a vedere“. Ma forse la più filosofica è questa: “Perdere è una parte del poker e so che in certi giorni, anche se gioco perfettamente, perderò“. Profetico.
La maggior parte degli aforismi sul poker proviene dai grandi professionisti del passato, quelli che hanno riempito le sale dei casinò negli anni Settanta e Ottanta. Per loro in palio non c’era solo il denaro ma anche un’esperienza esistenziale.
Ad esempio il tre volte vincitore del Main Event alle World Series Of Poker, Johnny Moss (1907-1995) che ci ha lasciato una frase in grado di riassumere il piacere e la sofferenza legati a questo gioco: “Il poker è il modo più difficile per fare una vita facile“.
Consigli importanti ci sono arrivati anche da Thomas Austin Preston, meglio noto come Amarillo Slim (1928-2012). Tre sono i concetti fondamentali del poker, secondo uno degli ultimi “cowboy del poker” nonché vincitore di 4 braccialetti WSOP: “Nel dubbio, meglio andare all-in“, “Se devi fare un bluff, fanne uno grande” e “Il poker è un gioco di persone… non è la mano che mi viene servita, sono le persone con cui gioco“. Ma la sua perla è questa: “Puoi tosare la pecora molte volte, ma spellarla una volta sola“.
Sempre sul ruolo degli avversari si è espresso chiaramente Lou Krieger, giocatore, giornalista e autore di libri sul poker (Poker for Dummies, Secrets the pros won’t tell you per citare i due forse più famosi). Krieger è convinto che “La maggior parte dei soldi che vincerai giocando a poker non dipende dalla brillantezza del tuo gioco, ma dall’incompetenza dei tuoi avversari“.
Invece, l’importanza dell’aggressività è sempre stata il cavallo di battaglia di Doyle Brunson, primo giocatore a sviluppare la tecnica della continuation-bet. Per Texas Dolly “Il trucco per vincere alla texana è spingere l’avversario a scommettere tutto quello che ha davanti“.
Della stessa opinione è anche lo scrittore britannico Alfred Alvarez (1929-2019), autore di The Biggest Game in Town, libro di grande successo incentrato sul campionato del mondo di poker del 1983. “Il Texas Hold’em è un gioco di aggressione calcolata: se le tue carte sono sufficientemente buone per chiamare una puntata, allora sono buone abbastanza per rilanciarla“.
Due sono le perle di Crandell Addington, giocatore che negli anni 70 ha raggiunto 7 volte il final table al ME WSOP senza mai riuscire a vincere il titolo. La prima dice che “Se controrilanci a chi ha rilanciato e lui non ti controrilancia, allora sai che ha qualche problema di kicker“. La seconda è una delle più belle definizioni del Texas Hold’em No Limit: “Se il Limit Poker è una scienza, il No Limit è un’arte. Nel Limit spari ad un bersaglio, nel No Limit il bersaglio prende vita, si alza e ti spara“.
Sul rapporto tra abilità e fortuna, c’è il libro di A.D. Livingston Poker Strategy and Winning Play del 1971, dal quale è presa questa frase: “Non è calcolando le probabilità che si vince al poker. Ma ignorandole completamente per troppo tempo di certo si diventa perdenti. I giocatori fortunati non durano“.
Un’opinione schietta sui tornei ce la fornisce Tom McEvoy. Secondo il Poker Hall of Famer, “il poker è ore ed ore di noia, scandito da momenti di puro terrore“. Difficile dargli torto.
Perché il poker è diventato un fenomeno globale? Lo spiega perfettamente Chris Moneymaker con questa onesta ammissione: “Sono stato sottovalutato, in quanto nessuna mi conosceva prima d’ora. Se io ho vinto può farlo chiunque“.
Ma la sintesi più bella e lucida sul mondo del poker e sui giocatori, è quella del pro americano Russell Aaron Boyd detto Dutch Boyd. Ed è con questa che chiudiamo la nostra carrellata di aforismi: “Il poker è un po’ come il sesso. Tutti pensano di essere bravi, ma la maggior parte non sa nemmeno cosa sta facendo“.
Adesso lo sapete.
Foto di testa: Amarillo Slim (by PokerNews)