Che Phil Hellmuth sia il “re delle whinate” è cosa nota. Non per nulla gli è stato affibbiato il soprannome “Poker Brat”, cioè “moccioso”, “ragazzino viziato”. Le sue lamentele dopo aver subito una bad beat o anche soltanto nel commentare una giocata discutibile – di qualcun altro, naturalmente – hanno fatto il giro del mondo.
Ve ne proponiamo una davvero iconica che è stata immortalata dalla televisione, quasi vent’anni fa.
E’ il Day1B del Main Event WSOP edizione 2005. Hellmuth arriva al casinò Rio di Las Vegas in limousine e con due ore di ritardo rispetto allo start. Ma per lui è normale.
In sala ci sono 1.857 giocatori, un numero che dà la misura dell’impennata che il poker sta registrando dopo la vittoria di Chris Moneymaker nel 2003. Alla fine di quella edizione, vinta dall’australiano Joe Hachem, il torneo stabilirà il nuovo record: 5.619 partecipanti (nel 2004 erano stati 2.576).
Ma torniamo al nostro protagonista. A metà giornata Hellmuth viene spostato al tavolo televisivo, davanti alle telecamere di ESPN. Al suo tavolo c’è un certo James (Jim) Pittman, un giocatore amatoriale che, come vedremo, ama rischiare un po’. Ma niente che faccia strabuzzare gli occhi a uno che mastica poker tutti i giorni, come Hellmuth. E invece le giocate di Pittman faranno tiltare di brutto il campione del mondo 1989.
Il primo segnale della bufera arriva durante un’action nella quale Hellmuth non è neppure coinvolto. Pittman chiama con [Jx][Tx] l’all-in di un avversario che invece ha una coppia di 9. Il flop [Ax][K][Qx] consegna subito la scala “broadway” a Pittman, salvo poi ribaltare la situazione quando il board viene completato da un [9x] al turn e da una [Qx] al river: fullhouse runner-runner! Pittman bofonchia un po’ sulla bad beat subita e Phil Hellmuth non perde l’occasione per fargli notare che preflop l’avversario era in vantaggio. D’altra parte, 9♣9♠ è la mano con la quale Poker Brat ha vinto il ME WSOP nel 1989, battendo Johnny Chan in heads-up.
Forse, questo intervento di didattica gratuita infastidisce Pittman il quale, alla prima occasione, decide di rifarsi.
L’amateur trova K♥J♥ da early e rilancia 1.200 chips. Hellmuth spilla [Ax][Kx] da mid position e gli va sopra fino a 3.200. Tutti foldano e l’azione torna a Pittman che decide di andare all-in per 16k. Il Poker Brat capisce di essere sopra e chiama con lo stack superiore. Il board scorre liscio fino al turn, poi il river porta un [Jx] che consegna la coppia a Pittman e scoppia l’AK di Hellmuth.
Si scatena l’inferno. Phil Hellmuth si alza dal tavolo visibilmente tiltato. Cammina avanti e indietro attorno al tavolo, prima di sedersi in tribuna a fianco della moglie che di professione è psicologa (questo non ci sorprende). Nonostante la seduta terapeutica al volo, Hellmuth non riesce a controllarsi. Si alza, riprendere a camminare nel mezzo dell’area televisiva lamentandosi di quanto “donk” sia Pittman. Alla fine se ne esce con una frase divenuta celebre: “ho perso un piatto contro un giocatore che non sa nemmeno come si scrive P-O-K-E-R!“
A voler essere precisi, Hellmuth ripeterà lo stesso show nel 2008. In quel caso la vittima della whinata sarà Adam Levy (giocatore pro, 12° nel ME WSOP 2010), reo di aver chiamato con Q♣10♣ il raise preflop di Hellmuth con 8♠8♥. Al turn arriva un 8♦ che, sul board 9♥6♦J♥, chiude set per Hellmuth ma anche scala per Levy. Dopo aver pagato fino al river, Hellmuth dà dell’idiota a Levy, incapace anche lui di fare lo spelling della parola “poker”. C’è il video su YuoTube.
Per la cronaca, nel 2005 Phil Hellmuth uscirà dal torneo prima della zona itm. Pittman, invece, chiuderà 214°.