La storia del poker ci racconta che un torneo può essere vinto rimontando con una sola chip nello stack. E’ rarissimo, ma non impossibile.
Il caso più famoso, dal quale deriva l’espressione a chip and a chair, risale al 1982. In quella occasione, Jack Treetop Straus ha vinto il Main Event WSOP battendo in finale Dewey Tomko, dopo essere rimasto con un solo gettone del valore di 500 dollari nel corso della penultima giornata. Un’impresa simile ma più recente si è verificata nel Main Event dell’EPT di Barcellona 2022, quando il nostro Giuliano Bendinelli si è trovato con poco più di un big blind a 6 left del final table. Una serie di 2-up ha dato il via alla sua rimonta, fino alla conquista del titolo.
Nel Texas Hold’em No Limit capita di rimane con pochissime chips: basta perdere un all-in contro un avversario che ha uno stack di poco inferiore. Negli ultimi tempi, però, molti giocatori scelgono di fare un rilancio molto pesante, senza però investire tutto. Gli obiettivi sono due: poter foldare e rimanere in gioco o rallentare l’azione.
LA RISERVA
La decisione di puntare gran parte dello stack avviene soprattutto preflop o al river.
Nel primo caso, si tratta di un raise che solitamente va dal 50% al 75% delle chips a disposizione. Se poi arrivano più rilanci all-in con stack superiori, il giocatore che ha aperto può decidere di foldare. Il concetto è quello di evitare una situazione 3-handed (o più) dove si alza il rischio di essere eliminati, cosa invece inevitabile se si è già all-in. A maggior ragione se la zona itm è vicina o c’è un avanzamento nel payout: si folda sperando che uno degli altri giocatori coinvolti nella mano esca dal torneo. Questa strategia difficilmente si applica con gli Assi in mano, ma potrebbe essere indicata per starting hands buone ma non monster, come AK o coppia di Jack.
Il secondo scenario riguarda il river, dove invece è necessario puntare quasi tutto. Un all-in al river può indicare solo due cose: una mano fortissima che spera di incassare il massimo, o un bluff. In quest’ultimo caso, il call equivale ad essere eliminati. Con una chip rimasta, invece, il gioco continua e magari consente di andare in the money.
L’importante è non seguire quello che ha fatto Michael Duek durante il final table del Main Event WSOP 2022. Il piatto è di 85 milioni di chips al river, dopo il preflop tribettato da Duek e call di Adrian Attenborough, seguito da una bet-call al turn che conduce a questo board finale: Q♦10♣5♥K♠3♠. Duek punta 55 milioni, tenendone da parte solo 5 (pari a due bb). Attenborough (2° alla fine) va all-in con lo stack superiore e Duek opta per un hero call con K♥8♦: top pair, ma inutile contro la scala Broadway chiusa dal suo avversario con [A]J♣. Così facendo, Duek ha sprecato l’opzione della riserva ed è stato eliminato al 3° posto.
RALLENTARE IL GIOCO
Stallare durante un torneo significa temporeggiare, cioè rallentare intenzionalmente l’azione. Avviene quando un giocatore rilancia tutto tranne una o poche chips, e poi subisce un reraise all-in. A quel punto, “stalla” l’azione il più possibile con il poco che gli è rimasto, sperando che nel frattempo un altro giocatore venga eliminato, in modo da garantirsi uno step più alto del montepremi.
Molti considerano questa passività una forma di soft-cheating, un comportamento ai limiti della correttezza. Certamente non è piacevole, perché rende il gioco più lento e meno divertente, ma il regolamento non lo vieta. Oggi, tra l’altro, esistono i clock al tavolo che determinano quanto a lungo un giocatore può pensare. Di recente, le principali società che organizzano tornei di poker hanno ulteriormente ridotto la durata del time-bank.
Possiamo però suggerire di evitare lo stallo in contesti non competitivi o tornei amatoriali, perché in quei casi è davvero poco sportivo!
Immagine di testa credits RIHL