La storia recente del poker americano (del Texas Hold’em in particolare) è quella di un gioco che nell’arco di una decina d’anni è passato dall’essere una passione di nicchia ad un fenomeno planetario. Esiste una data “ufficiale” che fa da spartiacque tra queste due fasi, e corrisponde ad un evento ormai piuttosto noto: la vittoria di Chris Moneymaker al Main Event delle World Series Of Poker 2003.
Si parla infatti di effetto Moneymaker. In un certo è la storia di Cenerentola in salsa poker, dove al posto della sfortunata ragazza c’è un modesto contabile del Tennessee che riesce a giocare un torneo da 10mila dollari di buy-in e a vincerlo, incassando 2,5 milioni di dollari. Invece della magia, nel caso di Moneymaker c’è la “favola bella” del poker online, nato solo qualche anno prima: è infatti grazie ad un satellite da poche decine di dollari vinto su una piattaforma virtuale che il debuttante pokerista riesce ad arrivare a Las Vegas. Da quel giorno, tutti gli appassionati di TH capiscono che giocare su Internet è fondamentale, perché è la forma di poker più democratica: lo si fa comodamente da casa, in qualsiasi momento, con chiunque, per cifre che vanno da pochi spiccioli in su.
Non c’è dubbio, quindi, che sia stato l’online a trasformare il poker e a renderlo globale. Tuttavia, c’è un altro strumento che, di lì a poco, risulterà decisivo nel consolidare la passione di milioni di persone per questo gioco: la televisione. Senza il poker in tv (e successivamente in streaming) le grandi partite dal vivo sarebbero rimaste ad appannaggio dei pochissimi presenti in sala. Insomma, se l’online ha reso popolare questo gioco, la televisione lo ha reso uno show.
Le prime esperienze televisive di poker risalgono alla fine degli anni ’70, quando CBS prima e ESPN poi iniziano a mandare in onda il Main Event delle World Series Of Poker. Si tratta per lo più di trasmissioni da un’ora che coprono con highlights le fasi che precedono il final table, al quale viene invece data copertura più ampia. Il commento è affidato alle voci di noti commentatori sportivi, diventati poi punti di riferimento per il poker televisivo. Tra questi si fanno largo, più o meno alle metà degli anni ’90, Lon McEachern, Norman Chad e Jamie Kerstetter. Il problema principale per loro e per gli spettatori che seguono da casa è che hole cards dei giocatori non sono visibili: il commento è quindi improntato sulle ipotesi formulate dai commentatori e dai professionisti del gioco che si avvicendano al microfono.
La svolta arriva nel 1997 quando Henry Orenstein, vincitore di un braccialetto WSOP nel 1996 e due volte top 20 nel ME, brevetta la prima telecamera per le hole cards. Il nuovo sistema debutta nel 1999 nella trasmissione inglese Late Night Poker. E’ un cambiamento epocale per il poker in tv, perché consente agli spettatori di conoscere le carte nascoste dei giocatori senza aspettare lo showdown. Purtroppo, due anni dopo la trasmissione viene chiusa, nonostante gli 1,7 milioni di spettatori della prima stagione.
Ma il dado è ormai tratto, perché la differenza in termini di spettacolarità e di commento è chiara a tutti. Nel 2003 arriva il WPT su Travel Channel, grazie alla volontà combinata del registra/produttore Steven Lipscomb (già autore di un documentario sulle WSOP nel 1999), di Mike Sexton e Linda Johnson. Nasce così la prima rivalità tra eventi di poker televisivi, perché nello stesso periodo ESPN continua la copertura delle WSOP, anche in questo caso con le hole cam.
Entrambi questi show utilizzano le innovative grafiche che consentono di seguire in maniera ancora più avvincente l’azione di gioco: le carte e le puntate dei giocatori vengono evidenziate in sovrimpressione. Nella sua prima annata televisiva, il WPT registra una media di un milione di spettatori a puntata. La vittoria di Chris Moneymaker è vista da 1,67 milioni di persone su ESPN. Nel 2004, lo show Celebrity Poker Showdown, in onda sul canale via cavo Bravo, registra 1,5 milioni di spettatori durante la prima puntata e 1,7 per la finale. Il poker televisivo inizia ad assomigliare a quello degli sport.
La conferma di questo trend arriva un anno dopo, ed è proprio uno sport a fare involontariamente un ulteriore assist al poker in tv. Tra il 2004 e il 2005, la National Hockey League (NHL) mette in atto un clamoroso sciopero. Per quasi un anno, l’hockey sparisce dalle emittenti nordamericane che si trovano così a dover riempire un grosso buco di palinsesto: la scelta ricade sul poker.
Oltre alla copertura dei grandi tour live (tra questi l’European Poker Tour), fanno la loro comparsa gli show serali incentrati sulle partite di cash game. Attorno al tavolo e davanti alle telecamere si radunano i grandi professionisti che si sfidano per piatti a 5 cifre, a volte anche a 6. La presenza dei soldi veri sul tavolo e un setting molto accurato rendono queste partite simili alle scene di poker viste nei film. Le trasmissioni più famose sono High Stakes Poker, Ultimate Challenge e Poker After Dark. Ma ce ne sono molte altre, la cui durata e impatto si fa sentire fino agli inizi del secondo decennio del secolo. A quel punto succede qualcosa che scuote le fondamenta del poker e di conseguenza anche delle trasmissioni tv ad esso collegate.
Prima il Black Friday, originato dalla disputa legale United States v. Scheinberg et al., e poi le truffe attuate da alcune pokeroom online azzoppano il settore. Il poker perde giocatori, sponsor, consenso mediatico e quindi anche emittenti televisive disposte a trasmette le partite. Da allora il poker in tv non è più stato lo stesso in termini di audience e di offerta, anche se la qualità tecnica dei pochi show ancora in onda è probabilmente cresciuta.
E’ però nato un nuovo modello di poker show: quello offerto dalle tv su Internet (PokerGo ad esempio) e soprattuto dai professionisti che giocano e commentano in diretta le proprie partite sulle piattaforme online come Twitch. Una tendenza, questa, che si è ormai affermata in tutto il mondo, Italia compresa.
A proposito del Belpaese, va detto che anche da noi il poker televisivo ha riscosso un enorme successo. Si potrebbe addirittura affermare che gli show televisivi dedicati al gioco siano stati il punto di svolta per la poker-mania che si è diffusa in Italia dal 2005 al 2010. Ma la storia del poker sulle emittenti italiane ha caratteristiche proprie, e per questo merita un racconto a parte.
Foto di testa: il nuovo Poker After Dark in onda su PokerGo (credits PokerNews)