Chi è stato il protagonista del più grande fold nella storia del poker? John Juanda, Roberto Romanello, Doug Polk o James Olbst?
Verrebbe da dire quest’ultimo che nel ME WSOP 2016 ha foldato fullhouse leggendo la scala colore in mano all’avversario. Un fold pazzesco, fatto nel torneo più importante al mondo e in diretta streaming.
Eppure c’è chi ha fatto meglio. O forse ha sbagliato tutto.
Anche se non esiste un video a conferma dell’accaduto, quella che vi stiamo per raccontare è una mano entrata ormai nella leggenda, sia per la posta in palio sia per l’action.
Partiamo dal contesto storico. Il fatto si svolge nel 2012 alle WSOP, durante l’evento Big One for One Drop da $1.000.000 di buy-in. Per chi non lo sapesse, si tratta di un torneo creato ad hoc per le World Series Of Poker da Guy Laliberté, l’eccentrico miliardario con la passione per il poker.
Il nome suonerà familiare anche ai non-pokeristi, perché Laliberté è prima di tutto l’inventore del famosissimo e celebrato Cirque du Soleil. Insomma, l’imprenditore-giocatore del Quebec è uno al quale piace fare le cose bene e in grande. Anche quando si tratta di beneficienza.
Il Big One for One Drop nasce infatti come iniziativa filantropica, finalizzata a combattere la scarsità d’acqua che colpisce le aree più povere del mondo: l’11% del buy-in viene devoluto alla One Drop Foundation, l’organizzazione che si fa carico di distribuire ai Paesi in difficoltà i fondi raccolti attraverso il torneo.
Forse anche per questo l’evento è andato in scena alle WSOP di Las Vegas dal 2012 al 2018 (con l’unica eccezione del 2016, anno in cui si è giocato a Montecarlo) alternando edizioni con il buy-in milionario a edizioni “più modeste”, da 100mila dollari di ingresso.
E’ evidente che, soprattutto nel caso del Big One da un milione di dollari, la partecipazione è limitata a chi possiede un portafogli fuori dal comune. Molto spesso, infatti, i giocatori pro hanno fatto ricorso allo staking, ovvero alla cessione di quote sull’eventuale vincita in cambio di un sostegno economico per l’iscrizione.
Il resto del field è costituito dai miliardari di turno che vogliono vivere il brivido di una grande partita di poker.
Nel 2012 i “magnati” sono almeno tre. Uno è il businessman russo Mikhail Smirnov. Il secondo è un ricco finanziere americano. Si chiama John Morgan ed è CEO della Winmark Corporation di Minneapolis, un franchisor di cinque aziende al dettaglio specializzate nell’acquisto e nella vendita di beni usati. Nel 1996 John Morgan ha vinto un braccialetto WSOP nel $1.500 NLH. Il terzo è Guy Laliberté.
La maggior parte delle restanti 45 entries è composta da top player che mirano ai 18 milioni di dollari del primo premio ($42.666.672 il prizepool).
Ad un certo punto, precisamente al Livello 4 (6.000/12.000 ante 2.000), arriva l’azione entrata nella leggenda. Ad aprire il gioco è il professionista Tom Dwan, con un raise che viene chiamato da Smirnov e da Morgan.
Il flop porta J♠8♣7♠. Dopo il check iniziale di durrrr, il magnate russo esce puntando. Morgan chiama mentre Dwan decide di mollare il colpo.
Al turn arriva un 8♠ che bina il board. Smirnov punta di nuovo, questa volta sappiamo anche quanto: 200.000 chips. Il businessman di Minneapolis fa di nuovo call.
L’ultima carta è un K♠ che rende concreta la possibilità del colore. Il magnate russo betta 700.000 ma Morgan, senza pensarci troppo, annuncia l’all-in per 3 milioni.
L’azione spiazza Smirnov che si prende un po’ di tempo prima di decidere. Alla fine arriva il fold. Tra lo stupore di tutti i presenti (tra questi il pro americano Phil Galfond), il russo gira sul tavolo 8♦8♥, ovvero un poker di 8 buttato via! La stupore è comprensibile perché c’è solo una combinazione superiore a quella di Smirnov: una scala colore chiusa al turn con in mano 10♠9♠.
Purtroppo Morgan non ha mai dichiarato di aver avuto quelle carte. Ancora oggi, quindi, non è possibile dire se si sia trattato del più grande “hero fold” nella storia del poker o del più grande errore mai commesso da un giocatore!
Immagine di testa: Mikhail Smirnov (credits PokerNews)