Nel 1989 Johnny Chan si presenta al casinò Binion’s Horseshoe di Las Vegas come campione del mondo in carica di Texas Hold’em. L‘anno prima, l’Orient Express – questo il suo nickname – ha infatti vinto il Main Event delle World Series Of Poker battendo Erik Seidel in heads-up. Lo slow play finale di Chan è diventato così famoso da essere inserito 10 anni dopo nel film Rounders.
A voler essere precisi, nel 1989 Chan ha in bacheca ben due braccialetti ME WSOP. Il primo era arrivato nel 1987, con la vittoria su Frank Henderson. Il professionista cino-americano ha quindi già realizzato un clamoroso back-to-back e adesso ha la chance, non solo di raggiungere Johnny Moss e Stu Ungar a quota tre Main Event, ma di stabilire il record di vittorie consecutive con una tripletta probabilmente irripetibile.
Il suo è un sogno? Fino a un certo punto, perché Chan in quel momento è tra i favoriti per la conquista del titolo più importante delle WSOP.
Ne è convinto anche Jerry Buss, storico proprietario della franchigia NBA dei Los Angeles Lakers nonché appassionato di poker, che propone a Chan una sorta di sfida a distanza. Se Orient Express vince il terzo braccialetto, i Lakers vinceranno il terzo titolo NBA consecutivo. Il quintetto guidato da Pat Riley è infatti reduce dal back-to-back nelle stagioni 1986-87 e 1987-88 e ha ottime chance di vincere anche la season in corso.
Il sogno è alla portata di entrambi. Ma per entrambi ci sarà un ostacolo proveniente da Est da affrontare.
Johnny Chan inizia la caccia al terzo Main Event WSOP (e ai 755mila dollari di premio) in mezzo a 177 avversari e, dopo 5 giornate, il 19 maggio 1989 raggiunge i final 6.
La volata conclusiva vede subito Chan protagonista. La sua coppia di Donne elimina l’unico non statunitense ancora in gara: Noel Furlong, giocatore abile e dallo stile piuttosto aggressivo per quel periodo, che si deve accontentare di un 6° posto da 52.580 dollari. Furlong si rifarà con gli interessi 10 anni più tardi, vincendo il Main Event WSOP 1999.
Poi è la volta di Lyle Berman, out sempre per mano di Chan che lo coolera settando al flop una coppia di 7.
A 4 left entra in scena il “debuttante”. Si fa per dire, perché Phil Hellmuth alle spalle ha già due tavoli finali WSOP (5° nel 1988 col Seven Card Split e 5° nel 1989 col PLO) e un itm nel ME 1988. In ogni caso, il futuro “poker brat” del poker è di sicuro il più giovane al tavolo: ha solo 24 anni.
Quando spilla A♣10♣, Hellmuth rilancia 35k. Chan si chiama fuori, ma non Don Zewin che si limita al call con 10♦10♥. L’ultimo a parlare è Steve Lott: ormai shortstack, decide di mettere tutto con 2♦2♠. Hellmuth chiama rapidamente ma a questo punto Zewin opta per rilanciare all-in a sua volta.
Il call finale di Hellmuth fa scendere un flop che vale un pezzo di storia delle WSOP: A♥7♦7♠Q♥8♠. L’asso prima carta del board regala a Hellmuth il monster pot e la doppia eliminazione che lo manda ad inconrtare Chan in heads-up.
Il duello finale per il titolo vede Phil Hellmuth avanti in chips. Il 24enne mantiene il comando giusto il tempo che gli serve per trovare 9♣9♠ come hole cards. I bui sono 5k/10k e Phil Hellmuth apre con un raise a 35k.
Johhny Chan controlla le sue carte, A♠7♠, e piazza una tribet da 130k. Per nulla intimorito, il giovane player del Wisconsin va diretto ai resti. Chan ci pensa un po’, sa di non avere una monster hand. L’asso in HU è però tentatore e così alla fine il campione in carica annuncia il call, solo per trovarsi in svantaggio 30-70% allo showdown. Al turn, però, il board K♣10♥K♦Q♠ gli regala ben 13 out per ribaltare la situazione: 4 Assi (top pair), 3 Donne e 3 Dieci per la doppia coppia più alta sul board (e l’Asso di Chan come quinta miglior carta), 4 Jack per la scala Broadway.
Il river non porta nessuna di queste carte. Scende un 6♠ che nega a Chan la tripletta e consegna a Phil Hellmuth il suo primo e più importante successo alle World Series Of Poker di Las Vegas. Sarà l’inizio di una scintillante carriera che oggi conta 17 braccialetti WSOP/WSOPE e 456 in the money e che fa di Phil Hellmuth uno dei più grandi poker player di sempre.
Con quel 6♠ finale, Phil Hellmuth ha stabilito anche un record, diventando il più giovane vincitore di un Main Event WSOP. Il primato durerà per il 19 anni, fino alla vittoria nel 2008 di Peter Eastgate a 23 anni di età. Nel 2009 lo scettro è passato al 21enne Joe Cada.
All’inizio di questa storia, abbiamo tirato in ballo i Los Angeles Lakers. Non ci siamo dimenticati, soltanto la loro finale è arrivata più tardi. Il 13 giugno 1989 Jabbar, Johnson e gli altri si sono arresi ai Detroit Pistons (quelli dei “bad boys” Thomas e Laimbeer) che li hanno schiantati con un sonoro 0-4!
Detroit è la città principale del Michigan, stato collegato (via lago omonimo) al Wisconsin di Phil Hellmuth. Risultato finale: Midwest degli States 2, California 0 nel 1989 del poker e del basket.
Immagine di testa credits WSOP (via PokerNews)