“Il corpo è lo sfondo di tutti gli eventi psichici” dice il filosofo Umberto Galimberti.
Nella vita di tutti i giorni, le emozioni vengono elaborate dal cervello e trasmesse al resto del corpo. Amore, paura, gioia, ansia diventano fenomeni fisici che gli altri possono interpretare. Il movimento di occhi, mani, gambe, la tensione che si può leggere sul volto di persona, l’aumento di sudorazione, i cambiamenti a livello di epidermide, i gesti, sono tutti indizi di chi siamo e di come ci sentiamo in un certo momento di fronte ad una determinata situazione.
Nel poker questi sono definiti tells e “saperli leggere” può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. La storia di questo gioco è piena di grandi letture e di errori clamorosi, ma in questo caso per parlarne non useremo una partita reale, bensì una inventata. Una “fiction”.
L’occasione ci è offerta – e non poteva essere altrimenti – dal capolavoro cinematografico sul poker, il film di John Dahl Rounders – Il Giocatore.
Nella prima scena di gioco Mike McDermott (Matt Demon), il protagonista del movie, si siede a un tavolo dove c’è anche un losco figuro. Questi è Teddy KGB (John Malkovich) gestore della bisca nonché affiliato alla mafia russa negli States. In ballo ci sono i 30.000 dollari che Mike ha pazientemente accumulato nel tempo. Il nostro eroe comincia bene e si porta quasi a 50.000 dollari. Poi arriva la mano cruciale, in heads-up proprio contro Teddy KGB.
Mike apre preflop rilanciando $500 con A♣9♣. KGB si limita al call. Il flop si presenta così: A♠9♠8♣. Mike, che adesso ha la miglior doppia coppia possibile, continua a puntare: questa volta mette in mezzo $2.000. Ed è proprio qui che arriva uno dei momenti chiave dell’intero film. Prima di agire, il russo prende un biscotto Oreo (simile ai “Ringo” Pavesi), lo avvicina all’orecchio, separa le due metà e poi le mangia entrambe. Al termine di questo “rituale” chiama i 2.000 dollari puntati da Mike che ancora non sa di aver appena assistito ad un tell del suo avversario. Se ne accorgerà più avanti, quando sarà molto più importante.
Il turn è un 9♥, una carta apparentemente meravigliosa per il personaggio interpretato da Matt Demon che chiude fullhouse e pensa di poter intrappolare l’avversario. La sua ipotesi è che Teddy sia in flush draw di picche e spera che al river scenda proprio una carta con la quale il russo possa completare il colore. Tutti e due fanno check e l’azione si sposta al river.
L’ultima carta è un 3♠, una delle nove carte tanto desiderate da Mike che adesso è convinto di avere in pugno Teddy, perché il suo fullhouse batte il colore dell’avversario. E così, quando KGB esce puntando 15.000 dollari, Mike si sente invincibile. Dopo aver fatto un po’ di scena, mette in mezzo tutto quello che gli resta dicendo: “Non credo tu abbia due picche in mano“. Purtroppo per lui ha ragione, perché Teddy non ha due carte di picche ma due assi, A♥A♦, con i quali ha chiuso il full superiore.
Tutti i soldi del giovane rounder finiscono nelle tasche di Teddy KGB ma la verità è che in questa mano Mike non si accorto di due cose. La prima: il suo fullhouse non era nuts, cioè non era quello più alto in assoluto. La seconda: Teddy ha rivelato un tell.
Ci vorranno quasi 100 minuti di pellicola prima che Mike McDermott si ricordi di quanto accaduto nel testa-a-testa contro Teddy e riconosca l’informazione involontaria fornita al tavolo dal suo avversario.
Dopo varie peripezie e tanta fatica da parte di Mike per recuperare i soldi persi, i due sono di nuovo uno di fronte all’altro. E’ l’epilogo del film, con l’inevitabile scontro tra il buono (Mike) e il cattivo (KGB – ma è davvero così cattivo?).
Prima della mano che chiude la sfida e consente a Mike McDermott di recuperare tutti i soldi e di averne abbastanza per iscriversi al Main Event delle World Series Of Poker, c’è però un’altra action in cui il protagonista si salva solo perché sa riconoscere l’informazione nascosta nel rituale del biscotto.
L’azione è presa al flop: A♣3♦5♠. Anche se non sappiamo esattamente quanto ci sia già nel piatto, vediamo Mike pronto a mettere in mezzo una bella pila di chip. Tuttavia esita un attimo, giusto il tempo di assistere nuovamente a KGB che prende un Oreo, lo avvicina all’orecchio, separa le due metà e poi inizia a mangiarne una.
Questa volta il giovane “rounder” capisce il significato di quel gesto: quando Teddy mangia il biscotto è segno di una mano molto forte, perché inconsciamente indica che si divora l’avversario. Se invece lo ripone, allora sta bluffando o ha una mano debole, un’azione rivelata in una mano precedente.
Mike decide di non puntare. Teddy invece va all-in, mostrando molta forza o anche un potenziale bluff. Ma Mike ora sa di dover foldare, nonostante abbia di nuovo la doppia coppia più alta, con A♥5♦ in mano. Una “monster hand” per un “monster fold” che manda in tilt Teddy KGB. Mike gli dice: “Hai 4 e 2 (scala al flop, ndr) e io non gioco contro un punto così“. Il russo non mostra le proprie carte ma la sua reazione ci fa capire che Mike ha letto perfettamente la situazione grazie al tell. Qualche istante dopo anche Teddy KGB si accorge del proprio punto debole: l’Oreo. E scaglia la scatola di biscotti contro il muro.
Un biscotto amaro quello di Teddy KGB e una lezione da imparare per tutti quando si gioca dal vivo: occhio ai tells e alle informazioni che – involontariamente – il corpo e la getualità possono fornire.
In fondo, mangiare al tavolo non è mai buona educazione.
Foto di testa: Matt Demon al tavolo da gioco (credits PokerNews)