Nel 2004 a Las Vegas si gioca il primo Main Event WSOP dell’era post-Moneymaker. Naturalmente questo spartiacque cronologico in quel periodo non si usa ancora per definire il cambiamento portato dall’arrivo del poker online. Ma la sensazione che il gioco non sia più lo stesso è già evidente per tutti.
L’indicatore principale sono i numeri. Nel 2003 al ME delle World Series Of Poker prendono parte 839 giocatori, dei quali poco più di una trentina si sono qualificati con un satellite online. Ed è proprio uno di questi a vincere il titolo, Chris Moneymaker. Sulla sua vittoria iniziata via Internet verrà coniata l’ormai famosa espressione “Moneymaker effect“, per riflettere la progressiva trasformazione del poker da gioco di nicchia in fenomeno di massa. L’anno successivo, infatti, il numero dei qualificati online al ME WSOP sale a 316, mentre il totale degli iscritti stabilisce un nuovo record senza che il buy-in sia cambiato ($10.000): 2.756 giocatori.
E la storia si ripete. Anche il vincitore dell’edizione 2004 proviene dalle qualifiche su internet, dove ha investito 160 dollari per trasformarli nel buy-in per il ME. Si chiama Greg Raymer, è nato a Minot (Nord Dakota) nel 1964 e anche lui, al pari di Chris Moneymaker, è un giocatore poco più che amatoriale quando si siede al tavolo del ME WSOP. Nonostante il curriculum ancora modesto, Raymer raggiunge non solo il final table ma addirittura l’heads-up per il titolo.
Qui si scontra con David Williams, un giocatore a quel tempo poco noto, ma che negli anni a venire diventerà un professionista di fama internazionale. Nell’ultima mano, Williams apre con A♥4♠ e Raymer difende con 8♦8♠. Quando scende il flop, 4♦2♦5♠, Williams punta ancora 500.000 chips ma questa volta Raymer gli rilancia in faccia fino a 1,6 milioni. Il call di Williams fa scendere un 2♥ al turn. Segue un’altra “pallottola” da 2,5 milioni di gettoni che Williams sceglie di chiamare nuovamente. I due arrivano così all’ultima carta, un 2♣ che regala fullhouse ad entrambi. Raymer, che ha il full superiore, va all-in e Williams chiama senza esitare.
“Quando ho visto il suo instant call, non ho pensato di aver vinto. Ho pensato: se chiama così in fretta vuol dire che ho perso“. E invece Raymer diventa campione del mondo e incassa 5 milioni di dollari, ovviamente un altro record per le WSOP, mentre Williams si consola con 3,5 milioni.
Il risvolto mediatico di quella vittoria è uno: la conferma che il poker online può essere il mezzo per raggiungere grandi traguardi anche nel live.
Il suo protagonista – che di lì a breve diventerà per tutti Fossilman per la sua collezione di fossili e i famosi occhialini “rettiliani” – inizia così una carriera da professionista coronata da tanta visibilità e generose sponsorizzazioni. E anche da 8,1 milioni di dollari, che è quanto ha incassato finora nei tornei live.
In realtà, il percorso del Raymer giocatore è fatto di tantissimi risultati ma con pochi acuti. A parte la vittoria del 2004, quello più significativo è arrivato un anno dopo, anche se di fatto si tratta di un’occasione mancata.
Nel 2005 Greg Raymer si presenta al Main Event WSOP da campione in carica. Il titolo gli porta bene, almeno fino a 25 left. Lo statunitense ha 4 milioni di “pezzi”, il doppio dell’average, e occupa le prime posizioni del chipcount. Il torneo è entrato nella fase decisiva per l’accesso al final table e l’ipotesi che Raymer possa mettere a segno un clamoroso back-to-back comincia a farsi concreta. Ma a questo punto arriva la mano che Fossilman non riuscirà mai a dimenticare.
Raymer trova K♦K♥ come hole cards e rilancia. Aaron Kanter, giocatore amatoriale di Sacramento (California), decide di chiamare con Q♥J♥. Il flop si presenta con 6♠3♥5♦ e Raymer decide di puntare 150.000 chip. Kanter, in maniera poco in linea con il gioco di quel periodo, decide di fare floating, ovvero di chiamare per rivalutare l’azione al turn, magari con un bluff. La quarta carta del board è un 7♥, che in effetti si presta bene per questo tipo di azione, perché Kanter potrebbe aver chiuso una scala oppure centrato la doppia coppia. Inoltre, anche nel caso di un call da parte dell’avversario, gli resterebbe la possibilità di completare il colore con l’ultima carta. Raymer betta 300.000 e Kanter rilancia fino a 900.000. Ma il campione del mondo in carica fiuta correttamente la trappola.
“L’ho squadrato a lungo e alla fine ero convinto che fosse in bluff” ha raccontato Greg Raymer a PokerNews. “Non appena lui piazza il rilancio, io sono pronto a dichiarare l’all-in“. La lettura di Fossilman è perfetta. Molto meno corretto è il call di Kanter che con appena un 20% di chance mette a rischio la propria permanenza nel torneo. Buon per lui – molto meno per Raymer – che il river sia un 2♥ che gli fa chiudere colore. Con solo 400mila chip rimaste, Greg Raymer uscirà poco dopo, al 25° posto per circa 305.000 dollari di premio.
Un colpo durissimo per l’ormai ex-campione del mondo, nonostante il payout sia comunque importante. “Ripensando a quel periodo, devo dire che il field era morbido. Anche a quel punto del torneo c’erano giocatori non particolarmente abili. Credo di aver avuto un 15% di possibilità di vincere di nuovo il Main Event. Se quel colpo fosse andato a buon fine, sarei diventato chipleader: con il 10% di tutte le chip in circolazione nel mio stack, avrei potuto controllare l’azione. E forse sarei entrato nella storia del poker“.
Una serie di “se” dolorosi ma che nel lungo periodo hanno reso più sopportabili le altre bad beat: “La cosa buona è che adesso nessun dealer mi può più rifilare una bad beat che mi faccia tiltare. Non ci può essere uno scoppio peggiore e, in fondo, questo è il risvolto positivo di quell’episodio: oggi è ancora più facile per me essere a prova di tilt!”
Foto di testa: Greg “Fossilman” Raymer (credits PokerNews)