E’ davvero possibile fidarsi di Daniel Negreanu quando lo si ha di fronte al tavolo? Non è che per caso viene anche lui dal pianeta Krypton come Superman?
Che KidPoker sia un grandissimo campione non ci sono dubbi, ma la sua capacità di individuare la mano avversaria è qualcosa di eccezionale. Forse dietro a quegli occhiali – non proprio da Clark Kent a dire la verità – si nasconde una vista a raggi X!
Se mai ne fosse stato bisogno, oggi vi proponiamo una lettura ai limiti della realtà. Anche perché non si tratta di una partita di Texas Hold’em ma di un gioco dove le hole cards sono molte di più…
L’episodio si è verificato alle WSOP 2012, durante il torneo di 2-7 Single Draw da $10.000 di buy-in. Per chi non conoscesse il gioco, diremo che è una versione del five-card draw poker (quello “all’italiana” per capirci), dove cioè è possibile cambiare (draw) le hole cards. Nel caso del 2-7, però, vince chi realizza la mano più bassa.
Quello che ci interessa ribadire è che le hole cards iniziali sono 5, perché di fatto non c’è un’azione da raccontare: 5 giocatori su 6 presenti al tavolo foldano e consegnano il mini-pot (il cosiddetto walk) a Daniel Negreanu. Alla destra del canadese, cioè in posizione di SB, è seduto Bob Bright.
Bright è un un ricchissimo businessman americano con la passione e un notevole talento per il gioco. La sua fortuna, se così si può chiamare, è iniziata 25 anni fa quando ha fondato una società di trading e investimenti che tuttora guida. Ma prima di quel passo, Bob Bright è stato un incredibile giocatore di Blackjack, capace di vincere 56mila dollari in una serata: l’equivalente del mini appartamento di Las Vegas acquistato il giorno successivo alla vittoria. Acquistato in cash ovviamente.
Con la fortuna realizzata nel trading, il businessman ha poi abbandonato il Blackjack – anche perché è stato bannato dai casinò di tutto il mondo – ed ha scelto il poker come nuova sfida personale.
E con il passaggio di Bright al poker, noi torniamo all’azione di quel torneo. Subito dopo il walk, Negreanu si rivolge a Bright dicendogli “vediamo se indovino cosa avevi in mano“. E qui viene il bello.
“La prima è un Re“. E Bright, che ha ancora davanti a sé le 5 carte foldate ma non mostrate, gira proprio un Kx.
“Donna“, continua KidPoker e l’americano mostra Qx.
“La terza è un Jack” dice il canadese. E ovviamente Bright rivela un Jx.
“Nove“. Preso anche questo.
L’ultima è la più interessante. “Un Quattro…“. Con grande stupore di Bright e dei tanti presenti (tutti testimoni di quello che stiamo raccontando), la quinta carta è infatti un 4x!
Negreanu ha certamente capito che, se Bright ha muckato da SB, vuole dire che la sua mano era pessima. E così ha ipotizzato almeno 4 carte alte, tutte inutili per formare il punto più basso.
Ma azzeccare l’intera starting hand sa di superpoteri.
Immagine di testa: Daniel Negreanu (credits PokerNews)