L’interrogativo è a metà tra il serio e il faceto.
La parte seria riguarda l’inevitabile diminuzione di stimoli che affligge qualsiasi gioco. Con il passare del tempo servono novità, nuove regole e/o nuovi formati per i tornei.
Negli ultimi anni qualcosa è stato fatto per il poker. E’ arrivato il Texas Hold’em Short-Deck e nei tornei è stato dato più spazio ai mixed games.
Basterà? Non lo sappiamo, ma qualsiasi altro tipo di innovazione – ad esempio la “contaminazione” tra poker online e altri giochi – finora non ha dato i risultati sperati. Serve qualcosa in più. Chiamatelo come volete: coraggio, atto di fede o, magari, salto nel futuro.
Ed è qui che entra in scena il lato meno serio della questione. Perché “nel futuro” qualcuno ha già sviluppato un poker alternativo.
Carte esagonali con immagini astratte, equivalenti agli attuali “semi”, da combinare insieme per formare punteggi diversi. Molto di più non sappiamo del Pyramid di Battlestar Galactica, la famosissima serie tv di fantascienza andata in onda dal 1979 al 1978 negli States e dai noi nel 1982.
In quel caso il Pyramid è presentato come una sorta di poker dove a contendersi il “pot” sono umani e Cycloni, prima della grande rivolta (dopo, solo tavoli separati).
Oltre al Pyramid, in Battlestar Galactica di fine anni ’70 le persone si dilettano anche con uno sport vero e proprio: il Triad. All’interno di un’arena chiusa, due giocatori per team si sfidano a infilare la palla in un “canestro” verticale. Niente palleggi, niente regola dei “passi” ma gioco di sponda e contatti a volontà. Questo in sintesi è il Triad che si vede nella prima serie: un mix di basket, squash e rugby. Divertente e magari da provare, però con le adeguate protezioni:
Perché abbiamo tirato in ballo questo gioco parlando di poker del futuro? Perché nella riedizione di Battlestar Galactic, articolata su 4 stagioni dal 2004 al 2008, i nomi dei due giochi vengono invertiti. Il Pyramid diventa il basket futuristico, mentre il poker è chiamato Triad. Un errore di trasposizione dello script, come ha ammesso l’ideatore della serie Ronald D. Moore.
A parte questo scambio, nel remake vengono aggiunte poche informazioni sul Triad. Si vede che il retro delle carte è una grande stella circondata da un bordo con stelle più piccole. La best hand è “full colors” e i giocatori dichiarano le proprie mani dopo che le scommesse sono state concluse, oppure le foldano. Qualcuno però ha provato a strutturare il gioco con un set completo di regole che potete trovare qui.
In questo caso si gioca con 55 carte divise in tre semi (18 per seme). La 55ma è un jolly che può essere usato per chiudere un punto, compreso quello più alto previsto dal gioco. In tutto ci sono 14 combinazioni di chiusura, tutte disposte gerarchicamente. Ogni giocatore riceve 6 carte iniziali, può decidere di cambiarne fino a 4 e la combinazione (pyramid) minima deve comprenderne almeno 3. Una volta effettuato il cambio delle carte, si procede con il betting round: i giocatori possono foldare, rilanciare o chiamare. In quest’ultimo caso si arriva allo showdown.
A voler essere sinceri, il Pyramid è molto simile al draw poker o “poker all’italiana”: un po’ poco per una novità che viene dal futuro.
Restando in ambito cartaceo, c’è un altro gioco dal sapore fantascientifico. In questo caso la matrice è Star Wars – Guerre Stellari e il gioco si chiama Sabacc.
Più che al poker assomiglia al blackjack. Il mazzo è composto da 76 carte, alcune di valore negativo. La cosa particolare, però, è che durante il gioco il valore delle carte può essere modificato da negativo a positivo o viceversa. Una volta che un giocatore ha deciso il valore della carta, questo non si può più modificare.
Come nel blackjack che conosciamo, lo scopo è raggiungere o avvicinarsi il più possibile al punteggio migliore che nel Sabacc è 23. Se si va oltre, la mano è persa. Detta così, ci sembra un gioco con buone potenzialità e che richiede un minimo di base matematica. Vale la pena provarlo, soprattutto se siete appassionati di Star Wars.
Hasbro, il colosso americano dei giochi, ha realizzato il boardgame del Sabacc. Le regole sono scaricabili da questo link.
Ma del Sabacc si conosce anche un po’ di storia. E’ infatti il gioco con il quale Ian Solo ha vinto a Lando Calrissian la famosa astronave Millennium Falcon. Dopo quella vittoria, il torneo di Cloud City (dove vive Calrissian) è ambito da tutti i giocatori della galassia.
Nell’universo di Star Wars esiste anche ad un altro gioco di carte, il Pazaak, dal quale sembra essersi sviluppato in tempi successivi (tempi “Imperiali”, per capirci) il Sabacc. Nel Pazaak il punteggio limite è 20. Il giocatore che vince tre mani mani si aggiudica la partita ma, in caso di punteggi identici, la mano viene annullata.
Infine, una curiosità a “luci rosa”. In certi luoghi della galassia, al Pazaak si gioca con le Regole di Nar Shaddaa, la Luna dei Contrabbandieri: il pagamento della mano persa viene fatto togliendosi parti dell’abbigliamento.
In una galassia popolata da così tante razze diverse, lo strip poker del futuro stuzzica fantasie strane…
Immagine di testa: carte del Sabacc (credits justnerd.it)