Con le World Series Of Poker 2022 ormai in archivio, è tempo di tirare le somme su chi ha brillato e su chi, invece, ha performato sotto tono.
I MIGLIORI
Il migliore di tutti è stato lo statunitense Dan Zack. A dirlo è la classifica del Player of the Year delle WSOP, ovvero il sistema a punti che, dal 2004, ogni anno premia il giocatore che ha ottenuti i risultati migliori durante la kermesse.
Il professionista del New Jersey ha totalizzato 4.530 punti, frutto di 16 in the money live e uno online. Tra questi ci sono due titoli vinti: il primo nel $10.000 Omaha Hi-Lo Championship per $440.757 di premio, il secondo nel $10.000 Seven-Card Stud Hi-Lo Championship ($324.174).
Come si può intuire, Zack è un professionista a 360°, capace di conquistare ottimi risultati in tante specialità diverse. Ad oggi le sue vincite ammontano a 2,7 milioni di dollari, mentre nella sua bacheca personale brillano tre braccialetti WSOP: oltre ai due di quest’anno, c’è quello vinto nel 2019 con il $ 2.500 Limit Mixed Triple Draw. Inoltre, è un vero specialista dei campionati del mondo di poker: su 81 ITM realizzati nei tornei live, addirittura 70 hanno il marchio delle World Series Of Poker!
Non sorprende, quindi, che dal 2017 Dan Zack sia sempre entrato nella top 10 del PoY WSOP. Questa volta ha però centrato il bersaglio grosso, distanziando Daniel Weinman di 500 punti.
La terza piazza è andata al campione del mondo 2021, Koray Aldemir. Il tedesco ha impressionato anche quest’anno con 14 ITM (4 sono tavoli finali) e soprattutto con una grande run nel Main Event che per un attimo ha fatto pen al clamoroso back-to-back. Alla fine Aldemir si è arreso al 75° posto per $ 101.700, ma la sua performance rimane comunque da appluasi.
Non possiamo infine dimenticare l’onnipresente Shaun Deeb. Il controverso pro americano, possessore di 5 braccialetti WSOP, ha macinato 18 ITM – 3 online – ma non abbastanza punti per raggiungere il secondo PoY e si è dovuto accontentare della quarta piazza. Deeb ha vinto la classifica alle WSOP 2018 ed è arrivato secondo l’anno successivo.
Questa invece è la top 10 del PoY WSOP 2022:
POSITION | PLAYER | POINTS |
---|---|---|
1 | Dan Zack | 4,530 |
2 | Daniel Weinman | 4,040 |
3 | Koray Aldemir | 3,275 |
4 | Shaun Deeb | 3,197 |
5 | David Peters | 2,982 |
6 | Yueqi Zhu | 2,766 |
7 | Joao Viera | 2,752 |
8 | Joao Simao Peres | 2,735 |
9 | Alex Foxen | 2,548 |
10 | Brian Rast | 2,520 |
Il vincitore ha così commentato ai microfoni di PokerNews il suo risultato. “Significa molto per me. Mi ero posto questo traguardo tre anni fa, cioè di vincere la classifica prima di lasciare il poker. Ed è successo al terzo tentativo“.
La dichiarazione sul possibile addio alla carriera da giocatore ha sorpreso un po’ tutti. Dan Zack ha subito chiarito che non si aspetta di giocare ancora a lungo, perché nella sua vita ci sono altri traguardi. Ha spiegato che l’anno prossimo si sposerà e ha intenzione di mettere su famiglia, il che rende difficile un impegno full-time nel poker. E poi ha concluso: “Mia moglie ha un lavoro vero“. Touché.
Tra i best delle WSOP 2022 non si può fare a meno di indicare il norvegese Espen Uhlen Jørstad, vincitore anche lui di due tornei: il cosiddetto Tag Team (evento in coppia) e soprattutto il Main Event, che ha portato nelle sue casse 10 milioni di dollari!
Zack e Jørstad non sono gli unici ad aver realizzato la doppietta: c’è anche Lawrence Brandt, vincitore nel $1.500 Pot Limit Omaha Hi-Lo 8 or Better e nel $3.000 H.O.R.S.E..
Infine, a nostro avviso merita una menzione anche Robert Cowen. Il professionista inglese ha vinto il $50.000 Pot-Limit Omaha High Roller e ha sfiorato il bis in due occasioni: 3° nel $10.000 Pot Limit Omaha Hi-Lo 8 or Better Championship e 4° nel Tournament of Champions, evento di chiusura delle WSOP 2022.
I PEGGIORI
In questo ambito i nomi sono soprattutto quelli dei grandi big che, per un motivo o per l’altro, hanno fatto davvero poco.
Cominciamo da Phil Hellmuth che ha racimolato solo 9 ITM (3 online). A dire il vero, Poker Brat ha fatto il suo ingresso nella kermesse un po’ in ritardo, a causa di un problema di salute che lo ha colpito all’inizio di giugno. Poi però si è fatto vedere poco ai tavoli, non sappiamo esattamente il motivo. Ha sfiorato il 17° braccialetto nel $3.000 No Limit Hold’em – Freezeout, ma la sua performance finale rimane comunque deludente.
Quasi non pervenuti sono i primi due giocatori della All-Time Money List. Justin Bonomo ha realizzato solo tre ITM, ma è chiaro che il suo interesse è ormai riservato agli eventi high-roller. Il n.1 per incassi a livello mondiale ne ha giocati alcuni delle Aria High Roller Summer Series, che si sono svolte in contemporanea con le WSOP. Ha vinto un torneo e ha fatto un 3° posto, ma questo non gli evita il pollice in giù in ambito WSOP: peccato vedere un giocatore del suo calibro così poco interessato ai campionati del mondo di poker.
Stesso discorso per Bryn Kenney (n.2 della money list) che in sostanza ha marcato visita: solo un itm da 17mila dollari nel Main Event.
Male anche Dan Smith, ma per sua stessa ammissione. Pur avendo vinto un titolo, quello dell’Heads-Up nel quale ha eliminato Dario Sammartino in semifinale, il super pro americano ha fatto due conti: alla fine del WSOP Smith ha perso $367.783, soprattutto a causa dei re-buy andati male negli eventi più costosi.
Non un danno irreparabile per uno che ha vinto 39 milioni di dollari in carriera, ma si tratta comunque di una performance che non lo ha soddisfatto. E’ invece degna di nota l’onestà intellettuale nel dichiararlo. Ecco il tweet:
La performance peggiore, però, è senza dubbio quella di Daniel Negreanu. Il canadese è andato 12 volte in the money, ma tutte le volte si è trattato di cifre relativamente basse, almeno per lui. Il miglior risultato è 5° posto da 88mila dollari in evento delle WSOP online.
Alla fine Negreanu ha registrato una perdita di 1,1 milioni di dollari. Anche nel suo caso, come in quello di Smith, è improbabile che questo intacchi in maniera drastica le sue finanze. Tuttavia a Las Vegas si è visto un campione poco sereno, l’ombra di quello spumeggiante che si sedeva ai tavoli solo pochi anni fa. Siamo sicuri che la svolta verso la GTO gli stia facendo bene?
Lo show peggiore è arrivato durante il SHR da 250mila dollari, quando KidPoker è letteralmente tiltato dopo una bad beat. Non si era mai visto, tra l’altro dopo una mano che preflop era un normale 70-30!
Concludiamo con uno sguardo ai risultati degli italiani a Las Vegas. Pochi, sia per numero di giocatori presenti che per piazzamenti a premio.
A nostro avviso il migliore è stato Gianluca Speranza che è andato ITM 10 volte tra live (6) e online (4). “Tankanza” ha vinto un braccialetto online nel torneo $5.300 No Limit Hold’em – Encore Freezeout, oltre a un 3° posto sempre online e al 9° posto nel Tournament of Champions (live). Il tutto per circa 466.000 dollari.
Dario Sammartino ha sfiorato il colpaccio subito nei primi giorni di WSOP: due terzi posti, nell’HR da 100mila dollari e nel torneo di Heads-Up. Entro la prima settimana di giugno è arrivato il terzo FT, nel 50k High-Roller 8-handed.
A questo punto le aspettative per il suo primo braccialetto WSOP sono cresciute molto. E invece MadGenius non è riuscito a infrangere il tabù. Ha messo a segno altri 9 ITM, per un incasso totale che sfiora il milione, ma senza braccialetto. Siamo certi che per il vice-campione del 2019 l’appuntamento con il primo titolo WSOP è solo rimandato.
Gli altri sono tutti molto distanziati. Max Pescatori è andato ITM 6 volte: tra queste c’è il 6° posto nel $10.000 Razz Championship. Complessivamente, circa 115.00 dollari per lui.
9 sono invece gli in the money di Davide Suriano che ha raggiunto il FT (9° posto) del $3.000 No Limit Hold’em. Circa 80k per il vincitore di un braccialetto alle WSOP 2014.
Infine, Mustapha Kanit. Annata amarissima per “mustacchione” che chiude con poco più di 55k, frutto di 4 ITM ma nessun final table (il best è un 13° posto nel $1.500 NL 6-handed). Un bottino modestissimo per un top player come lui.
Immagine di testa: Daniel Negreanu (credits PokerNews)