Una sana alimentazione è alla base di un buona performance sportiva.
E’ un dato di fatto: tutti coloro che praticano uno sport, sia ad alto livello che per passione, dedicano attenzione al cibo che inghiottono. Ma si può dire lo stesso di chi gioca a poker?
Chi è entrato almeno una volta in una pokeroom gremita di giocatori, qualche dubbio al riguardo ce l’ha di sicuro. Non tutti i partecipanti ad un torneo possono vantare una condizione fisica invidiabile. Per la maggior parte dei poker player, infatti, mangiare significa solo bloccare la fame o compensare la delusione post-bad beat.
Eppure un torneo di poker live è un impegno enorme che consuma una grande quantità di energie sia fisiche che mentali. In particolare da quando – dopo il boom del gioco – i tornei sono diventati vere e proprie maratone con migliaia di partecipanti. Un Main Event a livello professionistico dura 5/6 giornate da 10/12 ore l’una. Affrontarlo significa immergersi in una competizione dove non conta solo l’abilità al tavolo, ma anche l’endurance psico-fisica.
Lo stesso discorso si applica anche a chi gioca online. I grinder, cioè coloro che si dedicano in maniera professionale al gioco via Internet, vivono con ritmi circadiani rovesciati: trascorrono notti insonni davanti al pc, per lo più giocando in contemporanea su più tavoli (multitabling). Non è possibile affrontare questo impegno senza tenersi in forma attraverso una vita diurna equilibrata e una dieta notturna sana.
Secondo Sara Varela, esperta di nutrizione nonché poker blogger, la prima cosa è avere un buon equipaggiamento per portare con sé i cibi preparati a casa. Servono contenitori in plastica, borse termiche per trasportare i cibi freddi e thermos per le bevande.
Per chi invece preferisce “viaggiare leggero” e acquistare il cibo in viaggio o a destinazione, i consigli principali sono: niente cibi pronti, soprattutto quelli che si trovano negli aeroporti o negli autogrill, niente snack pieni di grassi, niente bevande zuccherate o alcoliche e anche poco caffè (al massimo uno durante il viaggio).
I cibi da prediligere sono invece quelli ricchi di vitamine e di fibre. E quindi “luce verde” per: frutta e verdura fresca di ogni tipo, riso e altri cereali che siano nutrienti e ad alta digeribilità (quinoa, miglio, bulgur e farro). OK anche per carne e pesce – se non siete vegetariani – a condizione che siano poco conditi.
Sul fronte degli zuccheri, vanno bene quelli della frutta, anche secca (occhio a non esagerare con i datteri!), il miele e il cioccolato, ma solo quello con una percentuale molto alta di cacao (dall’80% in su).
Capitolo bevande. Non bisogna esagerare con il caffè (una tazza, massimo 2 al giorno), niente alcolici (ai party bevete cocktail a base di frutta) e bibite varie. L’ideale è dissetarsi con spremute di frutta e soprattutto bevendo acqua, meglio se non gasata e magari con l’aggiunta di un po’ di limone. Tanta acqua: secondo Sara Varela nell’arco della giornata l’ideale sarebbe berne un litro ogni 22 Kg di peso corporeo!
Infine, prima di dormire, mescolate un cucchiaio di aceto di mele in un bicchiere d’acqua: non sarà la bevuta migliore della vostra vita, ma serve a neutralizzare gli acidi accumulati dopo una serata in discoteca!
Nel poker, così come in altri ambiti del gaming, vale quindi il detto mens sana in corpore sano.
Il problema, però, è che i consigli di Sara Varela si applicano alla perfezione nel caso di piatti preparati a casa in anticipo. Questo è fattibile quando si gioca online, un po’ meno quando si va a un torneo live. In quest’ultimo caso bisogna un po’ limitare i danni con cibi sani e facili da consumare al tavolo durante il torneo. Poi, quando arriva la pausa cena, è bene informarsi su quali ristoranti offrono una cucina che sia un killer quando si torna al tavolo.
E’ possibile che qualche giocatore esperto sia in grado di consigliarvi. Un candidato ideale potrebbe essere Martin Jacobson dal momento che, prima di diventare un grinder dell’online e un gigante del live, lo svedese è stato un cuoco di professione.
Dopo essersi diplomato alla scuola di cucina di Lidingö, Jacobson ha lavorato in alcuni ristoranti di Stoccolma e successivamente a bordo delle navi della marina militare svedese, la quale disponeva di budget così alti da permettere al giovane cuoco di fare pratica con pietanze di qualità. La sue esperienza in cucina è durata circa cinque anni.
Poi nella sua vita ha fatto irruzione il poker. Nel 2008, praticamente al debutto nei tornei dal vivo, Jacobson è arrivato 3° nell’EPT ME di Budapest (€197.000). Da lì in avanti è stato un crescendo di risultati prestigiosi: 2° al WPT di Venezia (nel 2009 per €238.000), “argento” all’EPT di Vilamoura nel 2010 (€290K) e all’EPT di Deauville nel 2011 (€560K) e infine 4° all’EPT di Berlino sempre nel 2011 (€230K).
La sua consacrazione tra i grandissimi del poker è datata 2014, quando Jacobson è diventato campione del mondo di TH No Limit vincendo il Main Event WSOP, per 10 milioni di dollari di premio.
Con 140 ITM alle spalle e più di 17 milioni di dollari messi in banca grazie ai tornei di poker, la cucina è diventata un ricordo per Martin Jacobson. Ma potrebbe ancora essere disponibile per regalare qualche dritta alimentare.
Lo trovate spesso a Las Vegas per le WSOP oppure in occasione delle tappe dell’European Poker Tour.
Oltre a Jacobson, ci sarebbe un altro campione di poker con il quale scambiare qualche opinione culinaria: Roberto Romanello. Anche il pro gallese – con famiglia di origini italiane – ha infatti un passato nel mondo della ristorazione.
Se però siete alla ricerca di cibi leggeri e sani, non siamo sicuri che Romanello sia l’interlocutore ideale: la sua cucina è quella tipicamente britannica del fish&chips, un po’ pesante prima di rimettersi al tavolo con carte&fiches!
Immagine di testa by food-lifestyle.it