Tutti i giocatori di poker attraversano alti e bassi durante la carriera. Ma quando un giocatore sbalordisce per alcuni anni e poi improvvisamente il suo nome sparisce, la domanda sorge spontanea: che fine ha fatto?
Perché David Vamplew, la cui somiglianza con Harry Potter è indiscutibile, di magie con le carte ne ha fatte molte tra il 2010 e il 2015. Ma negli ultimi anni il suo “score” si è nettamente assottigliato. Il suo ultimo ITM è datato 21/02/2018.
Lo scozzese (di Kirkcaldy) oggi vanta $3.878.238 incassati giocando i tornei live. Di questi “solo” 250mila sono arrivati negli ultimi tre anni, il resto è frutto del quinquennio magico 2010-2015. Uno scarto notevole, in particolare se si prende come punto di riferimento il suo debutto clamoroso sulla scena del poker che conta.
Il nome di Vamplew è fortemente legato alla storia dell’European Poker Tour. Nel 2010, infatti, l’allora 23enne vince vince l’EPT di Londra, alla sua seconda apparizione in un torneo internazionale. Si lascia alle spalle 848 avversari, l’ultimo dei quali è il fortissimo pro americano John Juanda. Alla fine David Vamplew incassa £900.000.
Da lì in avanti, l’Harry Potter delle carte lascia il suo marchio un po’ ovunque. Nel 2011 arriva 4° nel $1.500 No-Limit Hold’em/Six Handed delle WSOP ($141.030) e poi 3° al WPT di Venezia (€147.970), quello vinto dal nostro Alessio Isaia. Passano due anni e le WSOP gli offrono ancora le luci della ribalta: è runner-up nel $5.000 NLHE/Eight Handed ($342.450) e pochi giorni dopo chiude 2° nel $1.500 NLHE per altri $413.157.
Alla PCA 2015 incassa l’ultimo assegno “pesante”: vince il $10.300 Turbo 6-handed, per una prima moneta da 239.500 dollari. Senza dimenticare che tra il 2010 e la fine del 2015, il suo palmares è arricchito da un numero altissimo di in the money a 5 cifre.
Poi, come detto, inizia un lento declino nell’attività live che termina nel febbraio del 2018. Strano per un ragazzo di indubbio talento che ha scoperto il poker tardi e che subito dopo l’università ha messo le mani sulla “picca” dell’EPT.
Parlare di un meteora non convince, perché le meteore del poker sono quelle che mettono a segno un grande colpo e poi (quasi) più nulla. Un esempio è Jamie Gold.
La storia di Vamplew non dice questo: 96 ITM in 9 anni sono una media importante, decisamente non da meteora. Anche perché nel suo caso si tratta di grandi tornei live. E se dietro a tutto questo ci fosse una scelta strategica a livello di carriera?
Potrebbe essere la spiegazione. David Vamplew, infatti, è prima di tutto un giocatore di poker online. Il suo stesso carattere schivo, poco incline allo show mediatico e alla presenza fisica al tavolo, si adatta molto meglio al poker via Internet, dove i suoi guadagni “ufficiosi” si avvicinano oggi ai tre milioni di dollari.
In un’intervista di qualche anno fa, lo scozzese ha ammesso la predilezione per tutto ciò che gli permette guadagni costanti rispetto ai grandi colpi. “Il fatto di vincere un Main Event televisivo, di vedere la propria foto ovunque, con annessi e connessi, non è importante per me”, ha dichiarato. “Trovo maggiore soddisfazione personale in un successo costante. Un grande risultato mi sembra un po’ un colpo di fortuna, mentre andare a premio 10 volte in un’estate, ottenendo un bel profitto, mi sembra qualcosa di sudato attraverso il duro lavoro e la perseveranza”.
Questo pensiero, ovviamente, si sposa molto meglio con il poker online dove uno come lui può essere più costante, e quindi far quadrare i conti, “massando” i tornei. “Alla fine si lavora per il proprio conto in banca. Quando giochi una sessione online puoi sempre calcolare più o meno come stai andando. Se arrivi sempre ai bui da 2.000/4.000 in più tornei simultanei, sai che stai andando bene”.
Lo stesso tipo di sicurezza, l’online la offre anche rispetto alla pressione che i tornei live possono generare. La sua vittoria abbastanza improvvisa ed imprevista all’EPT di Londra potrebbe aver giocato un effetto pro-online: “Forse apprezzerei di più le luci della ribalta oggi, se non avessi avuto addosso tutta quell’attenzione dopo aver vinto l’EPT. Ora come ora sono più concentrato sull’essere contento del mio lavoro e mi importa poco di quel che viene scritto“.
Di fronte a tutto questo, non rimane che domandarsi se e quando rivedremo David Vamplew ad un torneo dal vivo. Lo stop alle sue apparizioni nelle pokeroom “brick and mortar” è iniziato due anni prima che la pandemia di COVID-19 bloccasse gli eventi live. Adesso, però, si torna a giocare e forse le speranze di assistere ancora a qualche sua giocata dal vivo ci sono.
Potrebbero avvenire alle prossime WSOP, in programma dal 30/09 al 23/11, o alle successive WSOPE, se lo scozzese decidesse di rimanere in Europa, in calendario subito dopo.
Nel caso succedesse, noi saremo pronti a raccontarvelo.
Foto di testa: David Vamplew (credits PokerNews)
Fonte di riferimento per l’intervista www.assopoker.com