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4 braccialetti WSOP non sono in tanti ad averli vinti. Quando poi si tratta di successi consecutivi e tutti nella stessa specialità, siamo di fronte a un record. Se infine si scopre che per vincerli è stato sufficiente battere 17 avversari nelle 4 edizioni, allora entriamo nell’ambito delle curiosità del poker.

Questa premessa non intende minimamente sminuire la figura di William Walter Boyd, ma solo anticipare che parliamo di un poker d’altri tempi. Perché “Bill” Boyd è stato un grande giocatore, probabilmente il più forte di tutti i tempi nel Five-Card Stud. Di sicuro la pensava così il leggendario Amarillo Slim, che una volta disse: “Preferirei morire di freddo piuttosto che giocare a stud contro Mr. Boyd“.

Ma la storia fa il suo corso, anche quando si tratta di poker. E così, verso la metà degli anni ’70, il Five-Card Stud deve cedere il passo al Texas Hold’em: è più emozionante e più profittevole per i casinò i quali, grazie al sistema delle community cards, possono far sedere al tavolo più giocatori. Lo stud poker con 5 carte passa nel dimenticatoio, ma non Bill Boyd che rimane una figura memorabile non solo come giocatore, ma anche come direttore di cardroom di successo.

Una mano di Five-card Stud (credits Wikimedia.com)

Nasce nel 1906 a McNeil (Arkansas), secondogenito di un commerciante molto religioso e contrario al gioco. All’età di 16 anni William Boyd inizia a viaggiare. Per vivere fa un po’ di tutto. Lavora nel settore petrolifero in Arkansas e Oklahoma. Fa l’agricoltore in Kansas e si occupa di auto (Ford) a Detroit. Aiuta a costruire dighe nel Missouri e nel Montana. Il poker, però, lo impara nei due anni trascorsi nella Guardia Nazionale. Un’esperienza che gli tornerà utile.

Poco più che ventenne, una sera si siede al tavolo da poker in un bar del Montana. Ha solo 13 dollari in tasca, ma nell’arco della serata li trasforma in 1.300. Così inizia la sua splendida carriera di giocare di stud poker e di pokeroom manager.

In questa seconda veste debutta a 24 anni a San Francisco dove, oltre a giocare, gestisce due cardroom. Bill Boyd capisce il gioco e capisce soprattutto i giocatori, che adesso sono anche suoi clienti. E’ la combinazione perfetta per chi cerca un manager di valore.

Nel 1946 gli viene offerta le gestione della cardroom del Golden Nugget Casino, che in quel periodo è la più grande a Las Vegas. Ci rimarrà fino al 1982, anno del suo ritiro dalla professione. Sempre quello stesso anno viene inserito nella Hall Of Fame del poker. William “Bill” Boyd muore il 21 novembre 1997, per un attacco cardiaco.

Ha detto di lui il figlio Brad: “Penso che, al di là della carriera di giocatore, le persone ricorderanno mio padre per il modo rispettoso con cui trattava tutti, dal proprietario del casinò all’usciere. E per questo tutti lo hanno sempre rispettato“. Un atteggiamento che riflette la sua grande passione per il settore del gioco, originata in parte per contrasto alla mentalità conservatrice del padre. Era infatti solito dire agli amici: “Preferisco la parola di un giocatore a quella di un predicatore“.

In mezzo a tutto questo, però, c’è anche tanto poker giocato e soprattutto il suo record speciale realizzato alle WSOP.

Bill Boyd (alla sx del dealer, con gli occhiali). Credits cardplayer.com

Nel 1970 le World Series Of Poker prendono forma. La prima edizione è quasi simbolica: la vince per votazione Johnny Moss, ma Bill Boyd viene indicato da tutti come “most respected poker player“. E’ in lizza anche per il titolo di miglior giocatore di stud, dove però viene superato nel ballottaggio finale dal suo vecchio amico George Barnes.

Il primo titolo di Boyd è solo rimandato di un anno. Nel 1971 alle WSOP ci sono 5 braccialetti in palio. Uno di questi è per il $1.000 Five-Card Stud. In tutto ci partecipano 10 giocatori, Boyd compreso: vince lui, per 10mila dollari di premio.

L’anno successivo il buy-in dello stesso torneo viene portato a 10.000 dollari. Probabilmente troppi per un gioco che è già in fase calante. Alla fine ci sono solo due iscritti. Non conosciamo il nome del runner-up, ma solo quello del vincitore: William Boyd.

Nel 1973 le WSOP scelgono di nuovo lo stesso buy-in e il risultato – per quanto incredibile – è ancora peggiore: c’è solo Boyd che senza nemmeno puntare una chip vince il suo terzo titolo.

Nel 1974 il torneo torna ad un buy-in più accettabile: $5.000. Questa volta i partecipanti sono 8, ma il finale non cambia: è il quarto braccialetto per Bill Boyd che incassa 40mila dollari, il suo miglior risultato in un torneo di poker.

Ma è anche l’ultimo, perché l’anno successivo le WSOP annunciano che tra i 5 tornei in programma non ci sarà il Five-Card Stud. La ragione addotta, si dice, è l’imbattibilità di William Walter Boyd. La verità che lo stud con cinque carte ormai non lo gioca più nessuno. I giorni del Five-Card Stud sono finiti, il futuro è tutto per il Texas Hold’em.

Foto di testa: Casinò Golden Nugget (credits USA Today)