Siamo solo a 4 eventi completati sui 17 in programma, ma il WSOPE Circuit di Rozvadov ha già iniziato a colorarsi di azzurro. Dopo il terzo posto messo a segno due giorni fa da Renato Emanuel Cerasi nel NLH 6-Max, ieri è arrivato anche un anello per l’Italia del poker.
A compiere l’impresa è stato Alessio Podda che si è imposto nel Bounty Hunter NLH, dopo un rimonta iniziata a metà del final Day. L’italiano aveva infatti cominciato la fase dei last 24 con il 19° stack, ben lontano dalla vetta dei 6 milioni del chipleader, il belga Albano Llani. Meglio di Podda aveva fatto l’altro italiano rimasto in gioco, Nicolò Serlenga, 15° prima della volata finale.
Quest’ultimo si è dovuto arrendere in 14a piazza, per un incasso di €2.100. Podda, invece, un po’ alla volta ha scalato tutte le posizioni, fino all’heads conclusivo che lo ha visto trionfare sul portoghese Braz Borges Fagundes Junior. Oltre all’anello al dito, l’italiano si è messo in tasca un bel bottino: €59.500 che portano il totale delle sue vincite nei tornei live a quota €129.850.
Un risultato notevole, anche perché si tratta del secondo anello WSOPE per Podda. Lo scorso anno l’italiano si era imposto in un evento molto simile: il 330 euro NLH KENTA Bounty Hunter, per un primo premio di €70.350. Per uno che ha iniziato a marcare risultati live solo nel 2021, due anelli e poco meno di 130K incassati sono davvero un bel viatico.
Veniamo alla cronaca e agli highlights delle due giornate.
La rimonta di Podda inizia a 16 left, quando l’italiano incrocia le chips con il tedesco Alexander Schill (9° alla fine): i bui sono 60K/120K, il lituano Dambrauskas (4° finale) apre con Q♥J♥ da utg+2, Schill da bottone gli va sopra con coppia di 2 e Podda shova da SB per 1,5 milioni con A♦K♦. L’original raiser si chiama fuori, call invece di Schill. Il board Q♦Q♠K♣A♥10♥ regala il double up a Podda, che risale a circa 4 milioni.
Poco dopo la storia si ripete – più o meno – con un altro player tedesco, Marco Simon (6°): è quest’ultimo ad aprire da cutoff con coppia di 8. Podda spilla di nuovo Big Slick e 3-betta. Il tedesco, che ha il doppio delle chips dell’italiano, ci pensa un po’ e poi chiama. Al flop scende K♠7♥3♣: check-check. Il turn è un 6♠: altro check di Simon, ma questa volta Podda piazza una delayed c-bet da 670mila. Il tedesco sente puzza di bruciato e trova un bel fold.
A questo punto, Alessio Podda “galleggia” per un livello e mezzo. E’ costretto a foldare spesso, compreso un A♦10♥ a 10 left, dopo aver aperto e poi subito lo shove del ceco Artur Rudenkov (5°) con coppia di 4. Un fold importante, che nonostante riduca il suo stack a 3,2 milioni (bui 100K/200K), gli consente poco dopo di accedere al tavolo finale.
L’ultima fase inizia con blinds 100K/200K e 200K di BB ante. Podda è penultimo nel chipcount, al comando c’è il portoghese Fagundes Junior. Passa un livello, senza che succeda granché. I bui salgono a 125K/250K e lo stack di Podda scende a 2,1 milioni, 8 bui. Poi arriva la mano che cambia la storia di questo torneo.
Miniraise di Rudenkov da utg con coppia di 8, Schill (utg+1) va all-in per 1,2 milioni con A♣10♦, l’azzurro (utg+2) trova i “ganci” e shova a sua volta. Non è finita, perché da hijack Dambrauskas spilla A♦K♥ e mette in mezzo i restanti 6,8 milioni. L’OR si chiama fuori e si va così a uno showdown a tre. L’italiano parte avanti, ma in caso di sorpasso (A o K sul board), gli resta solo un out perché un J è già stato foldato preflop. Il flop sembra annunciare il ko per Podda: 8♠5♥K♣. Ma il mono-out J♥ si materializza al turn e ribalta la situazione. L’ultima carta è un 4♠ che consegna all’azzurro 6,6 milioni di chips, insieme alla taglia di Schill.
Nel livello successivo, Podda fa un’altra vittima. Da bottone Rudenkov apre con coppia di Q, l’italiano tribetta all-in con A♦3♦ da SB e call finale del ceco che lo copre in chips. Il board è: A♥3♥4♥Tc]4♠, Alessio Podda sale al terzo posto su 6 giocatori con 11 milioni.
A 5 left, di nuovo Podda vs Rudenkov. Altro all-in/call preflop, in situazione analoga alla precedente. Il ceco è ancora avanti con coppia di 9 vs A♥7♣, ma questa volta l’italiano ha più chips. Il flop riequilibra le chance: 6♥2♥4♥, flush draw e Assi buoni per l’italiano. Il turn 4♦ non è uno dei suoi out, ma il river sì: 5♥ che completa il colore. Uno sfortunato Rudenkov lascia il tavolo a 4 left, con Alessio Podda che sale a 14 milioni (28 bb in quel momento).
Il podio è servito nell’arco di un livello, quando Dambrauskas e Podda finiscono ai resti rispettivamente con A♣K♣ e K♠K♥. Il board sembra stregato al turn: 9♠9♣5♣7♣ e colore nuts per il lituano. A Podda serve un 9 o un K per ribaltare la situazione. 3 out in tutto, pochissimi, ma l’ultima carta è di nuovo clamorosa: 9♦, fullhouse per l’italiano che elimina Dambrauskas.
La fase 3-handed inizia con bui 300K/600K e l’italiano al comando con 24 milioni, lo stesso stack del portoghese, mentre il polacco Muzacz ne ha 13. Dopo poche mani, ormai short, Muzacz va all-in con K♣5♣ ma trova il call di Podda che lo domina con A♣5♣. Il board è liscio, e l’heads-up diventa un Italia-Portogallo.
Podda parte avanti 40 milioni a 21, ma il divario però è soprattutto in termini di abilità, perché Braz Borges Fagundes Junior è decisamente un player poco esperto. L’italiano ne approfitta e smonta colpo su colpo lo stack dell’avversario. In poco più di un’ora è tutto finito: Fagundes Jr. mette il poco che gli resta con 8♥5♣ e Podda chiama con K♠10♣. Mentre il portoghese, disilluso e insoddisfatto della prestazione, si allontana dal tavolo, il dealer dispone l’ultimo board: Q♥4♠J♣3♣3♥.
L’anello è al dito di Alessio Podda.