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Alec Torelli rappresenta una combinazione perfetta tra il giocatore, il coach e il divulgatore di poker. E’ inoltre un esperto di nuove tecnologie, soprattutto di quelle che, in un futuro non troppo lontano, potrebbero trovare applicazione nel gioco (tema di cui ha parlato in un’intervista), oltre che di questioni finanziarie e preparazione mentale.

Oggi lo presentiamo nella sua veste più tradizionale, quella del giocatore, con una mano che lo ha visto protagonista durante il Main Event delle WSOP 2023. L’azione è accompagnata dall’analisi dello stesso Alec Torelli.

Alec Torelli (credits WSOP/PokerNews)

La mano si è svolta durante il Day4. La bolla è già scoppiata e tutti i giocatori ancora presenti si sono garantiti un payout minimo di $25.000. I bui sono 6.000/12.000 bb ante12.000 e il nostro “hero” ha 802.000 chips nello stack, circa 67 big blinds.

Torelli apre a 25k da cutoff con K♥J♣ ma subisce il reraise a 80k di un giovane professionista (lo definisce “young pro”) che agisce da SB. Per Torelli, di norma, KJ off si può foldare su un’azione come questa. Tuttavia, il vantaggio della posizione e l’immagine dell’avversario che aggredisce light per poi condurre l’azione sul board, consentono un call marginale.

Le prime tre carte sono: K♠Q♠6♠. L’aggressore punta 45.000 chips su un piatto di 184.000. Torelli chiama e poi offre il suo thinking process.

“I flop con un solo seme (monotone in inglese) non favoriscono nessuno dei due giocatori, poiché entrambi possiedono un numero simile di combinazioni di colore. Tuttavia, non tutti i flop monotone sono uguali. I board con carte alte contenenti sia un Re che una Donna dovrebbero, in teoria, favorire il range del mio avversario, dato che nella sua tribet preflop ci possono essere molte mani Broadway, che magari hanno hittato la coppia sul flop.”

In altre parole, la lettura indica una top/second pair, oppure un flush draw, probabilmente con A♠ in mano. E così, con la coppia di Kappa floppata, Torelli chiama e fa scendere un 6♥ al turn.

Di nuovo, il giovane pro punta. Questa volta sono 105.000 chips che Torelli deve soppesare, ma la scelta adesso si riduce: o sta affrontando una mano forte, tipo AK, oppure si tratta di un bluff. L’azione di oppo è polarizzata, e quindi offre solo due risposte sensate: call o fold?

“Di fronte a questa puntata, ho pensato che avesse il progetto di colore o scala con in mano AJ, AT, JT o qualcosa del genere. E così ho deciso di chiamare ed eventualmente di foldare al river, qualora fosse scesa una carta di picche”, spiega Torelli.

Alec Torelli (credits WSOP/PokerNews)

Sull’ultima street, invece, arriva la Q♥. Il piatto è di 484.000 e l’avversario dichiara l’all-in per 301.000 chips. “Perché così tanto su un board pericoloso per me ma anche per lui?” si chiede Torelli. E poi inizia ad escludere le varie combinazioni. Restano solo quelle di una monster hand con KK o KQ in mano (fullhouse), che tuttavia sono rese meno probabili in quanto blockerate dal Kappa che Torelli ha nella sua di mano. Forse un colore, ma anche in quel caso l’all-in al river suona sospetto.

Alla fine, la decisione di Torelli è frutto di un’analisi più ampia: riguarda la fase del torneo ed è anche un po’ questione di… feeling.

“Se chiamo e perdo, mi rimangono comunque 250.000 chip, pari a circa 20 big blind con cui giocare. Anche se non è l’ideale, è uno stack gestibile e a un double-up dalla media. Non ho certamente bisogno di fare questo call, dato che foldare mi lascerebbe comunque con uno stack superiore alla media. Per questo motivo, sono disposto a rinunciare a un piccolo margine per aspettare una situazione migliore. Tuttavia, più restavo seduto lì, osservandolo e ripensando alla mano nella mia testa, più non riuscivo a scrollarmi di dosso la sensazione che la scelta giusta fosse chiamare. Come qualsiasi giocatore di poker può confermare, sapere qual è la giocata giusta e riuscire a eseguirla sotto pressione sono due cose molto diverse.”

E così, alla fine arriva il call giusto, perché l’avversario mostra A♥8♦: bluff totale! Grazie a questa giocata, Alec Torelli si è posizionato nelle parti altissime del chipcount e ci è rimasto fino agli ultimi due tavoli. Si è arreso solo all’11° posto, per 700mila dollari di premio che, ad oggi, rimane il suo miglior risultato in un torneo live.

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