Durante la suggestiva cerimonia dell’accensione della fiaccola, il presidente del CIO Thomas Bach ha fatto il punto della situazione: «Rinvio? Solo in presenza di una raccomandazione della OMS»
Nella mitica Olimpia, un’attrice vestita come un’alta sacerdotessa libera in volo le colombe della pace. Poi accende la fiaccola passandola nelle mani di Anna Korakaki (greca, medaglia d’oro a Rio 2016 nel tiro) la quale, percorsi pochi passi, la porge a Noguchi Mizuki, l’atleta giapponese vincitrice della maratona olimpica di Atene 2004. Pochi intimi, purtroppo, hanno potuto assistere alla suggestiva cerimonia che ha, in pratica, dato il via ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. L’emergenza sanitaria per il coronavirus ha consigliato gli organizzatori di impedire alla gente di riversarsi, come solitamente accade, a Olimpia. Ed è proprio il Covid-19 a fare ombra, almeno per il momento, sulla regolare disputa dell’evento sportivo più atteso del 2020.
Tante le voci che si rincorrono, in questi giorni in cui l’auspicio di vivere “sulla pelle” il meraviglioso evento sportivo non cammina a braccetto con la complicata situazione in cui vivono diverse nazioni del mondo, “attaccate” dal famigerato virus. Tra i presenti alla cerimonia di accensione della fiaccola olimpica c’era, ovviamente, anche il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach che, nel suo intervento ha detto: «Questa cerimonia dimostra ancora una volta il nostro impegno per il successo dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Diciannove settimane prima della Cerimonia di apertura, siamo rafforzati in questo impegno dalle numerose autorità e organizzazioni sportive di tutto il mondo che stanno adottando così tante misure significative per contenere la diffusione del coronavirus», esprimendo tra l’altro il suo ringraziamento al presidente del Comitato Olimpico della Grecia, Spyros Capralos per aver permesso lo svolgimento della cerimonia. A margine dell’evento, Thomas Bach, sottolineando che il Cio dovrà mostrare la massima flessibilità affinché il calendario delle qualificazioni olimpiche possa essere completato, ha ribadito un altro importante concetto: «Ci affideremo al parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e solo in presenza di una precisa raccomandazione, decideremo un possibile rinvio dell’Olimpiade di Tokyo».