Giovedì 4 febbraio a Losanna e venerdì 5 febbraio a Tokyo: dovrebbero essere questi i giorni nei quali verranno annunciate al mondo le regole per la disputa dei Giochi Olimpici: dalle vaccinazioni alla quarantena. Ecco tutto ciò che c’è da sapere
Slittata di un anno ma, alla fine, si farà: sembra essere questo un possibile riassunto di cosa sia accaduto e stia accadendo ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, posticipati a causa della diffusione del Coronavirus ma pronti a tenersi un anno più tardi. Mancano ancora parecchi mesi ma l’attesa è spasmodica e, nonostante qualche voce dal Giappone che paventa l’ipotesi estrema della cancellazione, la macchina organizzativa si sta già muovendo per preparare al meglio la rassegna a cinque cerchi. “Abbiamo creato quattro diversi scenari”, ha spiegato Lucia Montanarella, responsabile delle operazioni media del CIO, in una tavola rotonda organizzata dall’Aips: “Lo scenario attuale è molto simile a uno di quelli che abbiamo creato, con la pandemia ancora tra noi, e con alcuni Paesi in grado di contenerla e altri no”.
Il playbook spiegherà come si svilupperà la manifestazione: ci saranno delle bolle ad hoc a Tokyo ma il tutto sarà adeguato ad eventuali cambiamenti di protocolli in avvicinamento al via dei Giochi, fissato al momento per il 23 luglio, quindi meno di sei mesi. Tutti gli atleti, staff, giornalisti o addetti ai lavori che andranno in Giappone saranno obbligati ad un periodo di autoquarantena in patria prima di viaggiare. Saranno effettuati test anti-Covid-19 anche in aeroporto prima di partire e test anche all’arrivo in Giappone, oltre a test praticamente quotidiani per chi soggiorna nel villaggio Olimpico. E il pubblico ci sarà? Il Ministro olimpico Hashimoto ha annunciato che una decisione verrà presa in primavera: è chiaro che il Giappone spera di poter aprire a tifosi e appassionati per evitare un flop dal punto di vista economico – stimati 800 milioni di dollari di incasso dalla vendita dei biglietti – ma la realtà rischia di essere ben diversa dalle aspettative. Questione vaccini: al momento Thomas Bach, presidente del CIO, preme affinché tutti gli sportivi presenti a Tokyo siano vaccinati, anche se l’OMS ritiene che gli atleti olimpici non siano una priorità rispetto a medici, anziani e soggetti a rischio. In Giappone, però, la situazione è meno pesante rispetto ad altri paesi: i morti sono più di 5000 dall’inizio della pandemia, anche se l’afflusso negli ospedali sta via via aumentando. Il vaccino, in terra giapponese, dovrebbe arrivare a febbraio, con la scala di priorità consueta e con la popolazione che dovrebbe averlo in primavera.