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I primi due giorni del torneo olimpico di pallacanestro maschile hanno fatto capire una volta di più che il livello della competizione è parecchio elevato. Il match inaugurale tra Australia e Spagna ha confermato quanto si prospettava alla vigilia e da quel momento abbiamo vissuto una serie di gare decisamente frizzanti, con le sole Germania e Stati Uniti che hanno vinto, in scioltezza, la prima partita di Parigi 2024.

L’Australia fa sul serio

Quella tra i Boomers e la Spagna è stata la partita inaugurale dei Giochi Olimpici di Parigi e le attese non sono state deluse. Ne è nato un match intenso ed energico, in cui l’Australia è rimasta avanti sostanzialmente per tutti i quaranta minuti. Il primo tempo, chiusosi sul 49-42 in favore dei boomers, è durato ben 54 minuti, anche perché c’è stata un po’ di ruggine tra le due squadre, in particolar modo tra Ousmane Garuba e i giocatori australiani – primo screzio con Josh Green e poi anche con Josh Giddey. Al di là degli animi un po’ accesi, entrambe le compagini hanno ruotato quasi tutti i giocatori a disposizione: gli unici a rimanere in panchina sono stati Exum e Reath per l’Australia (non al meglio fisicamente) e Pradilla per la Spagna, per il resto tutti con minuti sul parquet. Questo ha permesso ad entrambi gli allenatori di mantenere alta l’intensità, con l’Australia che ha avuto un’idea ben chiara, ovvero quella di spingere sull’acceleratore in fase offensiva, grazie ad un quintetto mobile e a collaborazioni tra esterni ben fatte. Kay e Landale, i due lunghi al servizio di coach Goorjian, sono stati eccezionali sui due lati del campo, specie il secondo, autore di ben 20 punti (9/14 al tiro) e 9 rimbalzi. L’Mvp è stato un Josh Giddey fenomenale soprattutto nel primo tempo, abile a mettere ordine in un attacco guidato dalla leggenda Patty Mills (19 punti per quest’ultimo). Giddey ha segnato sia da oltre l’arco sia in penetrazione sia in floater (17 punti), andando a smazzare 8 assist e a recuperare 8 rimbalzi, con 7/12 al tiro, insomma una partita a tutto tondo la sua. A fare la differenza, è stato il 12/24 da tre punti messo a referto dagli australiani contro il 12/37 degli spagnoli. Una Spagna che, schieratasi anche a zona 3-2, ha avuto poco da Lorenzo Brown, autore di soli 7 punti e ben contenuto dagli esterni australiani, capaci di mettere grande pressione sui portatori di palla. In questo contesto, Santi Aldama e Sergio Llull sono stati commuoventi. Il primo ha segnato 6 triple su 8 tentativi, facendosi trovare sempre pronto con 27 punti totali, tenendo a galla i suoi per tutti i quaranta minuti. Il secondo, fresco di rinnovo annuale con il Real Madrid, ha guidato la rimonta con due triple consecutive (su cinque totali a bersaglio) e ha chiuso con 17 punti, non arrendendosi veramente mai.

Germania in scioltezza

In sede di presentazione, avevamo segnalato il Giappone come possibile squadra meno quotata della competizione. Il primo impegno per Rui Hachimura e soci sicuramente non è stato dei più semplici, dato che il Giappone ha dovuto affrontare i campioni in carica del mondo della Germania. Una partita durata ben poco, anche perché i giapponesi non sono riusciti a limitare gli avversari, abili a segnare 52 punti nel solo primo tempo e 97 totali. Franz Wagner non ha sbagliato quasi nulla da due punti (7/9), mentre il suo compagno di squadra Theis è risultato perfetto, realizzando 18 punti con 7/7 al tiro. La difesa tedesca si è inoltre chiusa bene sul go to guy giapponese, Hachimura, il quale ha messo a segno 20 punti, ma tirando 4/19 (2/10 da due e 2/10 da tre). Buona la prima insomma per la Germania, attendendo test ben più probanti.

Francia ok all’esordio

C’era tanta attesa anche per l’esordio con la maglia della Francia alle Olimpiadi di Victor Wembanyama. Come nel caso di Australia-Spagna, anche Wemby non ha deluso le aspettative, andando a far registrare ben 19 punti e 9 rimbalzi. Non sono tanto i numeri ad impressionare, quanto il dominio assoluto sul parquet. La Francia ha iniziato la partita con il freno a mano tirato, colta di sorpresa da un Brasile giunto per fare bella figura. Wemby, nel primo quarto, è stato coinvolto poco e difeso bene anche dagli avversari, ma quando ha iniziato a ricevere palla con continuità non si è più fermato. Pur sbagliando ben 3 tiri liberi, il giocatore degli Spurs ha battuto qualsiasi avversario sia dal post basso sia da oltre l’arco. Alcune giocate sembravano degne di Space Jam, come la schiacciata con la mano mancina nel secondo periodo in faccia a tutta la difesa brasiliana. E Wemby si è sentito anche in difesa, con 3 stoppate, che, unite alle 2 di Gobert (6 totali di squadra), hanno oscurato spesso la vallata agli avversari. La Francia ha i suoi meriti, il Brasile i suoi demeriti. Nella terza frazione, nel momento dello strappo dei padroni di casa, i verde-oro hanno perso cinque palloni consecutivi (20 totali), per merito sicuramente della difesa transalpina, ma anche per errori banali dei brasiliani stessi. Una chiave è stata anche la difesa su Marcelinho Huertas, in difficoltà in alcune fasi del match, pur a referto con 11 punti e 5 assist, anche perché marcato costantemente da Nicolas Batum, esperto nel settore difensivo. 0 punti invece per Bruno Caboclo, eroe brasiliano del Preolimpico disputatosi in Lettonia e limitato enormemente dai 4 falli commessi.

Shai subito decisivo

Una partita dall’alto tasso tecnico è stata quella tra Canada e Grecia. Quest’ultima non ha mai mollato, dando del filo da torcere ai canadesi e affidandosi ad Antetokounmpo che ha chiuso il match a quota 34 punti segnati. La squadra di coach Spanoulis raggiunge nel finale anche il -2, rubando e schiacciando con Giannis. A chi va la palla al Canada in fase offensiva? Ovviamente a Shai Gilgeous-Alexander, il quale ubriaca Papanikolaou con un paio di finte e poi appoggia al vetro un canestro di capitale importanza. Da questa azione, sono risultate chiare le gerarchie dei canadesi: Shai è il faro offensivo (21 punti e 7 assist), ben coadiuvato da RJ Barrett (23 punti), mentre Jamal Murray, non al meglio fisicamente, è entrato dalla panchina e ha realizzato solo 8 punti in 17 minuti. Nessun problema, anche perché il team di coach Jordi Fernandez ha potuto contare su una coppia difensiva incredibile, ovvero Lu Dort e Dillon Brooks, autori di una prestazione solida, a cui vanno aggiunti i 22 punti in due in fase offensiva. La Grecia ci ha provato, come detto, anche con Papanikolaou (17 punti e tre triple), ma per ora il Canada rimane un passo avanti. E chissà che, con un Jamal Murray in più rispetto al mondiale 2023, non arrivi una medaglia migliore di quella di bronzo.

Il Sud Sudan ha riscritto ancora una volta la storia

Carlik Jones (19 punti, 7  rimbalzi e 6 assist) ha guidato i sud sudanesi al primo successo olimpico di sempre, un traguardo notevole se pensiamo che la nazione del Sud Sudan è diventata indipendente nel 2011. L’inizio, per la verità, non è stato dei migliori e non parliamo delle prestazioni dei giocatori in campo. Al palazzetto di Lille infatti è risuonato per qualche secondo l’inno sbagliato, ovvero quello del Sudan, suscitando giustamente lo sdegno di giocatori e staff sud sudanesi, anche in parte imbarazzati per l’accaduto. Tutto risolto pochi istanti dopo, quando il Sud Sudan ha potuto mettere la mano sul petto e ascoltare il proprio inno, per poi concentrarsi sulle faccende del campo. Lo stesso Jones, autore della tripla del “ciaone” a 3’ dalla fine, nel post partita ha confermato che l’inno sbagliato ha dato ulteriore motivazione al suo Sud Sudan, venuto a Parigi per far vedere a tutto il mondo che la qualificazione ai Giochi Olimpici non è stata casuale. E la partita lo ha dimostrato. L’avvio è tutto di Porto Rico, guidata dai soliti Waters e Alvarado, con quest’ultimo che ne mette 19 nei primi 20’. I primi due storici punti del Sud Sudan sono di Omot e da quel momento i ragazzi di coach Ivey si sbloccano, lasciandosi andare definitivamente nella ripresa e colpendo gli avversari. Menzione d’onore, oltre che per Jones, anche per Kuol, il cui apporto è risultato fondamentale in entrambe le metà campo grazie alle sue lunghe leve (un 204 centimetri che marca gli esterni Waters e Alvarado non si vede tutti i giorni) e al suo buon tiro dalla lunga distanza (12 punti).

Show di team Usa

Kevin Durant non ha disputato nessuna partita di preparazione alle Olimpiadi per un problema al polpaccio. È partito dalla panchina e, dopo un avvio singhiozzante in difesa dei suoi compagni, è entrato a salvare la patria. 21 punti con 8/8 al tiro nel primo tempo, anzi in soli 8’ in campo. Una furia si è abbattuta sulla Serbia, inerme di fronte alla prestazione del giocatore dei Suns, autore di triple anche con la mano in faccia e di tiri in fade away degni di Michael Jordan. Durant nel secondo tempo si è preso solo 1 tiro, sbagliandolo, ma poco importa, dato che il break già decisivo lo ha propiziato lui. Il duello nel duello ha detto però che Jokic ha sicuramente disputato una partita migliore di Embiid. Quest’ultimo, fischiato dal pubblico francese ogni volta che ha preso palla, ha sbagliato tre tiri liberi, litigando un po’ con il ferro (solo 4 punti e 2/5 al tiro). Jokic invece ne ha messo a referto 20 (8/15 al tiro), attaccando e battendo spesso il diretto avversario spalle e fronte a canestro, lavorando sul piede perno come fosse un ballerino. E la Serbia, senza di lui, ha faticato non poco a creare gioco. Team Usa ha comunque vinto, senza difficoltà (+26 finale), dimostrando di avere una squadra lunghissima per talento e fisicità (ricordiamo anche che Tatum e Haliburton sono rimasti seduti in panchina per tutto l’incontro), che forse solo il Canada può pareggiare a livello di roster. 110 punti segnati e 6 uomini in doppia cifra, con Lebron James che ha sfiorato la tripla doppia d’ufficio (21 punti, 7 rimbalzi e 9 assist). E poi, se gli americani realizzano 18 triple su 32 tentativi, diventa dura la vita per gli avversari.