Il 28 settembre di sedici anni fa calava il sipario su un’edizione rimasta nella storia per la partecipazione di atleti, di media e di pubblico mai registrata prima
Iniziate in pompa magna il 17 settembre, la Paralimpiadi di Atene 2004 giungono al traguardo della cerimonia di chiusura, il 28 settembre, confermando la certezza che lo sport per atleti diversamente abili è ormai una realtà consolidata. Un movimento sportivo globale che merita la massima attenzione perché capace, semmai esistesse ancora qualche dubbio in merito, di coinvolgere ed emozionare. Presentata come una delle edizioni di riferimento nella storia delle Paralimpiadi, Atene 2004 colpisce pienamente nel segno, dando credito ed onore ad una macchina organizzativa che si dimostra pienamente all’altezza della situazione, fors’anche perché sulla scia della precedente edizione delle Olimpiadi concluse poche settimane prima. Oltre agli aspetti organizzativi, viene messa in risalto anche la ristrutturazione urbanistica della capitale greca effettuata proprio in concomitanza con il doppio evento sportivo mondiale. Grande successo, quindi, come grandi sono stati i numeri che hanno fatto da contorno alle Paralimpiadi greche: 144 nazioni rappresentate (diciassette delle quali all’esordio assoluto), 2867 atleti maschi, 978 atlete femmine per un totale di 3969 partecipanti. Diciannove le discipline sportive inserite nel programma ma ben 162 le specialità che hanno messo in palio la tanto desiderata medaglia d’oro. Se, a livello sportivo, le Paralimpiadi di Atene 2004 furono un grande evento, attorno alle gare si mosse un vero “esercito” di mezzi e persone: novemila furono i volontari coinvolti, sessantotto le emittenti collegate, tremila le richieste di accredito pervenute per garantire copertura mediatica. Addirittura ottocentomila i biglietti venduti quando in fase organizzativa ne erano stati preventivati poco più di quattrocentomila. Una cassa di risonanza che servì da grande sprone agli atleti che diedero vita ad una edizione stratosferica sotto il profilo delle prestazioni: trecento i record del mondo che furono migliorati e ben quattrocento quelli paralimpici. La parte del leone è recitata dalla Cina che stravince il medagliere finale aggiudicandosi ben 141 medaglie, 63 delle quali del metallo più prezioso. Sull’ideale podio complessivo per nazioni, l’Inghilterra chiude al secondo posto con 94 medaglie complessive e trentacinque d’oro e il Canada giunge terza con 72 medaglie in tutto e 28 d’oro. Rispetto all’edizione precedente disputata nel 2000 a Sidney, la delegazione italiana non riesce a raggiungere lo stesso risultato finale di ventisette medaglie, fermandosi a quota diciannove. Per quattro volte l’Inno di Mameli è risuonato nel cielo di Atene per celebrate un italiano Campione Olimpico: Alberto Pellegrini che ha vinto la finale nella scherma individuale A, Immacolata Cerasuolo che, nel nuoto, sprinta davanti a tutti nei 100 farfalla S8 aggiudicandosi anche l’argento nei 200 misti S8. Alvise De Viti, trentottenne di grande spessore, conquistò l’oro più ambito, quello della Maratona S1, arrivando al bronzo nei 200 metri. Nel tiro con l’arco assurge al ruolo di protagonista Paola Fantato oro nella gara individuale e argento nella prova a squadre disputata con Anna Menconi e Sandra Truccolo. Otto furono le medaglie d’argento. Oltre a quelle citate, Valeria Zorzetto arriva seconda nel tennis tavolo ben imitata, nell’atletica leggera, da Stefano Lippi e Roberto La Barbera che vincono l’argento nel salto in lungo nelle rispettive categorie. Ancora meglio riesce a fare Francesca Porcellato la quale vince due volte l’argento nei 100 e negli 800, aggiungendoci anche il bronzo nei 400 metri T53. Nel ciclismo è Fabio Triboli a salire sul secondo gradino del podio nella combinata su strada LC1. Lo stesso vince anche il bronzo nell’inseguimento LC3, impresa che riesce anche a Fabrizio Macchi nella categoria LC1. Il medagliere dell’Italia si riempie poi col meritato il bronzo nel nuoto per Carlo Piccoli, terzo nei 200 S3 dopo aver sfiorato il podio nei 50 e nei 100 e quelli strameritati quelli di Andrea Cionna, terzo sia nella 10 chilometri che nella Maratona T11. Il trentunesimo posto finale nel medagliere non è forse esaltante, ma se si considera la lunga sequela di quarti posti, allora il bilancio azzurro nella Paralimpiade dei record di Atene, può considerarsi decisamente positivo.