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I nostri articoli sulle curiosità olimpiche che hanno scritto le pagine di storia più indimenticabili in oltre 100 anni di competizioni, si arricchiscono di un episodio che si incontra a metà tra quelli che sono gli avvenimenti sportivi propriamente detti e ciò che di importante e indimenticabile è avvenuto al di fuori degli impianti sportivi.

Yoshinori Sakai, sportivo, giornalista e tedoforo

Con questo articolo ci trasferiamo virtualmente in Giappone, precisamente a Miyoshi, una delle città più conosciute della prefettura di Hiroshima.

Durante la piena estate di uno degli anni cruciali della seconda guerra mondiale, il 1945, nasce nella cittadina nipponica Yoshinori Sakai, che traccerà un solco indelebile sul libro d’oro dello sport.

Sportivo prima, giornalista dopo e infine tedoforo, Sakai nacque come velocista di atletica leggera nell’immediato dopoguerra, in un momento di ricostruzione internazionale al termine delle schermaglie belliche che interessarono buona parte del Pianeta Terra.

All’età di 19 anni Sakai fu scelto come ultimo tedoforo, pur non partecipante, all’edizione del 1964 che fu disputata a Tokyo.

La scelta cadde sull’atleta di Hiroshima proprio per regalare un significato del tutto storico, alla luce del bombardamento atomico che gli Stati Uniti scatenarono sulla città portuale.

La risalita del Giappone

Il complesso olimpico che fu scelto per mettere in opera i Giochi Olimpici del 1964, fu Kokuritsu Kasumigaoka Rikujō Kyogijō, conosciuto dai più come lo “Stadio olimpico nazionale di Tokyo”, al quale venne riconosciuto anche l’onore di ospitare la cerimonia di apertura e, quindi, l’operazione di passaggio di consegne tra il penultimo e l’ultimo tedoforo.

Sakai aveva all’epoca solo 19 anni, compiuti peraltro alcuni mesi prima, il 6 agosto, visto che quella cerimonia si svolse il 10 ottobre.

Il velocista giapponese nacque circa un’ora dopo il massiccio bombardamento di Hiroshima ed è per questo motivo che fu scelto lui per illuminare il tripode dello stadio nipponico.

Storicamente il Giappone fu riammesso a gareggiare alle Olimpiadi a partire dal 1952, alle Olimpiadi di Helsinki, dopo aver saltato alcune le edizioni precedenti, del 1948, insieme ai tedeschi, due dei paesi accusati di aver dato il via alla Seconda Guerra Mondiale.

i Giochi di Tokyo del 1964 furono assegnati dal CIO piuttosto presto, ad una nazione da poco riammessa a disputarli, quando, nel 1955, venne superata la concorrenza di Bruxelles, Detroit e Vienna.

Inoltre il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki diede inizio ad una sorta di controllo da parte degli Stati Uniti su buona parte delle decisioni dei vertici nipponici, soprattutto in relazione alle decisioni di carattere politico internazionale, a seguito delle loro resa.

Nel 1952 fu ratificato un accordo che permise al Giappone di riprendere completamente la propria piena sovranità e da quel momento economia e struttura politica, cominciarono a macinare risultati positivi che portarono il paese del Sol Levante a riprendere i galloni di potenza mondiale.

Le Olimpiadi di Tokyo

Quelle Olimpiadi rappresentarono un successo clamoroso, anche alla luce del fatto che il Giappone fu il primo Paese Asiatico a organizzare i giochi, con tanto di Mondovisione, primo tra tutti nella storia delle Olimpiadi.

Mancò il tradizionale apporto affettivo e appassionato dei tifosi, tanto che in alcuni frangenti si sentì addirittura una sorta di ostilità e avversione verso il numeroso pubblico arrivato da ogni parte.

L’avversione si trasformò in delusione collettiva, quando in una delle specialità dello judo, quella più attesa, la Open, e soprattutto dopo aver vinto in tutte le altre, l’olandese Anton Geesink ammutolì il palazzetto dello sport, il Budokan, quando soverchiò il suo avversario Akio Kaminaga e colse la medaglia d’oro.

Furono delle Olimpiadi ad altissima influenza politica, alla quale seguì la sciagurata scelta di confermare al vertice del CIO Avery Brundage, già in carica fin dal 1952 e più volte contestato per le sue idee poco condivisibili e, soprattutto, poco condivise.