“Un tuffo dove l’acqua è più blu”, cantava Lucio Battisti. Diciamo che i tuffi sono il marchio di famiglia in casa Cagnotto. Da quelli di Giorgio Cagnotto e Carmen Casteiner, proprio negli anni ’70 in cui Battisti cantava quella canzone e fino a raggiungere ai giorni nostri la figlia Tania. Messi tutti e tre assieme, fanno una quantità di medaglie a dir poco impressionante. Tuffatori di caratura mondiale, rappresentano da quasi 50 anni lo sport italiano nel globo.
Se Giorgio e Carmen sono stati precursori dal trampolino, lo stesso che li ha fatti conoscere e sposare, la figlia Tania ha dimostrato che buon sangue non mente. Con due allenatore speciali così, vien quasi naturale raggiungere certe vittorie, anche se in realtà non è per niente scontato.
Anzi bisogna convivere con il peso di essere dei figli d’arte e la pressione sale, ogni volta che Tania si è tuffata da un trampolino. Ma sia a 3 metri d’altezza, sia a 10 metri e sia nel sincronizzato, la stessa tuffatrice azzurra ha confermato di essere un talento nel suo campo.
Una famiglia di sportivi e una famiglia vincente quindi. Per loro parlano i risultati e il palmares, con 9 partecipazioni totali alle Olimpiadi e in attesa di poter prendere parte alla decima con Tania. Lo sport, quello azzurro in particolare, deve tanto alla famiglia Cagnotto. Vediamo come e perché.
Re Giorgio
Giorgio Cagnotto nasce nel 1947 a Torino ed è stato uno dei pionieri dei tuffi in Italia. Negli anni sessanta era ancora una disciplina poco conosciuta e praticata in Italia. Giorgio non solo ha contribuito a renderla famosa, ma anche cambiato in parte la tecnica stessa dei tuffi, avvicinandola a quella dei mostri sacri delle nazionali USA e URSS, che in quegli anni dominavano la scena. Giorgio Cagnotto si mette in luce ai campionati Europei fra il 1966 e il 1970, dove raccoglie tre pesanti medaglie: due di bronzo e poi quella d’oro del 1970 che spalanca le porte delle Olimpiadi.
Proprio nel 1972 a Monaco di Baviera, il tuffatore azzurro prende parte alla spedizione italiana, a cui seguiranno anche l’ edizione del 1976 a Montreal e quella del 1980 a Mosca. Saranno grandi soddisfazioni per Cagnotto Senior che in tutto centra quattro medaglie in carriera alle olimpiadi, fra trampolino da 3 e 10 metri. Due bronzi e due argenti, con la medaglia d’oro che sfugge sempre per pochissimo. Quell’oro che invece vincerà per quattro volte ai Giochi del Mediterraneo fra il 1971 e il 1979.
Il Tabù oro lo perseguiterà in qualche modo anche ai campionati Mondiali, dove Giorgio Cagnotto non va mai oltre la medaglia di bronzo. In campo continentale, detto in precedenza dei risultati ottenuti fra il 1966 e il 1970, l’azzurro conquisterà due argenti nelle edizioni del 1974 e del 1977. Insomma non c’è competizione dove Cagnotto Senior non abbia lasciato il segno dal trampolino.
Quello stesso trampolino che lo farà unire alla moglie Carmen Casteiner . Dalla loro unione nel 1985 nasce Tania e saranno grandi soddisfazioni con la figlia. Dal 2000 è il CT della nazionale italiana femminile di tuffi e proprio sotto la sua guida sapiente arriveranno i risultati più importanti di sempre per l’intero movimento. In pochi sanno che Giorgio Cagnotto, dopo aver svolto la leva militare obbligatoria nel corpo dei Vigili del Fuoco, ha continuato per anni in qualità di “Discontinuo” nelle vesti di pompiere. Ha così diviso a lungo la sua vita, fra tuffi, famiglia e divisa.
Carmen che dominio in Italia
Se Giorgio Cagnotto è stato una sorta di pioniere per la disciplina dei tuffi in Italia, la moglie Carmen Casteiner è stata senza dubbio la prima grande tuffatrice italiana in campo femminile. Nata nel 1954 a Trento, ben presto ha messo insieme una quantità impressionate di risultati. Stiamo parlando degli ’70 e in parte degli anni ’80, dove per una donna era ancora più difficile emergere negli sport. E invece Carmen dal trampolino ha saputo sdoganare ogni sorta di pregiudizio. Ha vinto per cinque anni di fila il titolo italiano dai 10 metri di altezza, fra il 1972 il 1976.
Una striscia incredibile di successi che a lungo è stato una sorta di record, battuto poi guarda caso dalla figlia Tania soltanto 30 anni dopo. Altri tre campionati italiani sono arrivati in versione “Indoor” sempre fra il 1972 e il 1976. Questi trionfi le hanno aperto le porte dell’Olimpiadi del 1976 a Montreal dove ha realmente conosciuto il futuro marito, Giorgio.
In terra canadese però, non ha saputo confermare gli ottimi risultati in campo nazionale e ha chiuso al 19° posto. Terminata l’attività agonistica, Carmen per molti anni è stata nelle più importante giurie delle manifestazioni per tuffi nel mondo, per poi diventare la prima insegnate di sua figlia Tania.
Tania, una macchina da guerra
Si dice spesso che i figli raccolgono ciò che è stato seminato dai genitori. Tania Cagnotto ha raccolto e vinto tutto quello che poteva in carriera e a 35 anni non sembra aver voglia di fermarsi. Un autentico fenomeno la bravissima Tania, che da ragazza prodigio ha poi completato il salto di qualità da adulta. Cinque partecipazioni alle olimpiadi e che dovevano essere sei: il Covid-19 ha fermato l’edizione di Tokyo 2020 e dunque c’è da vedere fra un anno quello che deciderà di fare la tuffatrice azzurra.
Tania Cagnotto ha bruciato letteralmente le tappe in carriera. Ha stravinto nei campionati juniores a livello italiano, europeo e mondiale. L’anno di grazia è il 1999: dopo aver messo a segno un filotto di successi in ambito nazionale, vince medaglie a nastro tra campionati continentali e Mondiali. Agli Europei del 1999 in Germania porta a casa due medaglie d’oro e pochi mesi dopo a Praga nella competizione iridata cala il triplete. Due argenti e un altro oro.
Questi risultati le apriranno le porte dei campionati Senior, nel 2000 a soli 15 anni. Tania si divide fra Juniores e Senior macinando risultati e medaglie. Addirittura fra i giovani si conferma la regina dei tuffi dal trampolino da tre metri e dopo l’oro del 1999, seguono anche quelli del 2000, 2001 e 2003. Fra i grandi invece il primo successo arriva negli europei del 2004 a Madrid, dove Tania Cagnotta vince dalla piattaforma da 10 metri di altezza.
Concede il bis dalla stessa piattaforma in Olanda nel 2008 e poi lascia solo le briciole a livello continentale ai rivali. Fra il 2009 e il 2016 vince agli Europei 17 medaglie d’oro, 3 d’argento e 1 bronzo. Numeri spaventosi. Inizia con un clamoroso triplete a Torino fra trampolino da 1 e 3 metri, oltre al sincro. A Torino si conferma anche nel 2011 e concede altre due triplette di medaglie d’oro fra il 2015 (Rostock) e 2016 (Londra).
I Mondiali femminili invece hanno regalato qualche delusione a Tania Cagnotto. Basti pensare che l’azzurra ha dovuto attendere l’edizione del 2015 a Kazan per conquistare il primo oro. Arriva nel trampolino da 1 metro. In precedenza la Cagnotto aveva raccolto tre medaglie d’argento e 5 medaglie di bronzo. Ma è un palmares che pochissime tuffatrici al mondo possono vantare. E anche nelle Olimpiadi c’è stato un rapporto di amore e odio, tra Tania e il Medagliere.
Da Sydney 2000 a Londra 2012 pochi risultati di spessore in quattro olimpiadi e due podi sfiorati. Ma è a Rio 2016 che la campionessa italiana mette fine al tabù medagliere e in terra brasiliana ci sono l’argento nel Sincronizzato e il bronzo dal trampolino di 3 metri. A 35 anni sperava di chiudere in bellezza con la sesta olimpiade alla ricerca dell’oro. C’è da aspettare almeno un anno e nella speranza che l’immensa Tania non dica basta con i tuffi, oltre che con le vittorie.