Verso le 5 di mattina, ora italiana, arriverà l’ora del ritorno sul quadrato di Iron Mike, a 15 anni di distanza dall’ultima volta.
Era l’11 giugno 2005 il giorno in cui Mike Tyson salì per l’ultima volta sul ring per un incontro di boxe. All’MCI Center di Washington, la carriera di uno dei più grandi pugili di tutti i tempi terminava al sesto round, allorché l’avversario Kevin McBride otteneva la vittoria per KO tecnico. Mike all’epoca aveva 39 anni, e la sua carriera era ormai agli sgoccioli, chiudendo un percorso iniziata con la dolorosa sconfitta contro il campione del mondo Lennox Lewis nel 2002. Sono stati tre lustri travagliati quelli vissuti da Tyson a livello personale, una frase che volendo si può dire anche per il resto della sua vita. Ha avuto grossi guai con la giustizia dovuti dalla sua dipendenza dalla cocaina, una fase della vita spiegata nel dettaglio nella sua autobiografia che ha fatto registrare vendite record, e che per fortuna ha superato. Mike ha quindi annunciato il ritorno sul ring all’età di 54 anni stupendo tutti, e ha lavorato duramente negli ultimi mesi per arrivare il più in forma possibile all’incontro di stanotte. Lui, che negli anni precedenti ha visto il suo peso arrivare anche a quota 150 kg, si è presentato ieri alla cerimonia della bilancia in forma pressoché smagliante. Mostrando un fisico scolpito, ha fatto registrare 99,97 kilogrammi, meno di quanto pesasse all’epoca dei suoi primi successi, da ventenne. A sfidarlo non vi è certo uno sprovveduto: Roy Jones Jr., anche lui over 50, visto che di anni ne ha 51, è stato campione dei medi, supermedi, mediomassimi e massimi tra gli anni ’90 e l’inizio dei 2000, facendo registrare, alla bilancia, un peso corrispondente a 95 kg, 4 in meno del suo rivale con cui incrocerà i guantoni stanotte allo Staples Center di Los Angeles, in California.
Un ulteriore atto, e potrebbe non essere l’ultimo, della complessa vita di Mike Tyson. Visse un’infanzia difficile nei sobborghi di Brooklyn, in cui le risse da strada erano all’ordine del giorno. Memorabile l’episodio in cui mise fine alla vita di un ragazzino, che aveva tentato di rubargli un piccione, volatili per cui il piccolo Mike aveva una passione. Salvato da una vita in carcere dall’allenatore Cus D’Amato, Tyson sfogò la sua rabbia sui ring di boxe, arrivando a dominare gli avversari pur essendo alto meno di un metro e ottanta, statura inusuale per un peso massimo. Nel 1986 divenne il campione del mondo più giovane della storia della categoria, dato che aveva solo 20 anni quando sconfisse Trevor Berbick per la corona WBC. Nel giro di un anno unificò la corona nei massimi, mostrando sul ring un dominio senza pari: vinse 37 incontri consecutivi fino al 1990, in larga parte per ko o ko tecnico. Il decennio successivo però, ne minò in maniera netta le certezze, a partire dal processo che subì e in cui venne condannato a 10 anni di reclusione per abusi sessuali nei confronti di Desiree Washington, episodio per cui Mike si è sempre dichiarato innocente, ma che ha contribuito a fornire un’immagine negativa e a gettare ombre sulla vita del pugile. La sua carriera nella boxe ad alti livelli termina nell’ormai celeberrimo incontro del 28 giugno 1997, quando fu squalificato dopo aver morso l’orecchio del suo avversario Evander Holyfield, al quale, anni dopo porgerà le sue scuse. Insomma, Mike Tyson ne ha vissute tante, ma sembra un uomo che ha finalmente trovato la giusta via, dopo tutti i problemi che lo hanno afflitto negli ultimi anni. Poter scrivere liberamente della sua vita gli ha concesso di esternare tutti i demoni che aveva dentro, e oggi si è presentato tirato a lucido e con la voglia di stupire in un incontro che, ci scommettiamo, non passerà inosservato, perché Mike Tyson riesce sempre a far parlare di sé.