Così dice Bruno Danovaro, pluri campione negli sport da combattimento dove è imbattuto da 112 incontri. Una storia che merita di essere raccontata
Siamo a Milano, è sera tardi ed un uomo dopo aver completato anche l’ultimo impegno della sua intensa giornata, sta facendo ritorno a casa. Ad un tratto è intercettato da tre rom che con fare minaccioso gli chiedono il portafoglio. L’uomo cerca di dissuaderli facendo loro capire che non è il caso… I tre passano alle vie di fatto ma, loro malgrado, si trovano di fronte l’atleta che nelle arti marziali miste è imbattuto da 112 incontri: Bruno Danovaro. Come nelle storiche scene dei film di Bud Spencer, per i tre rom la storia finisce male, nelle corsie del Pronto Soccorso a farsi medicare dopo il frastuono di colpi che li ha travolti: «Mi spiace – dice Danovaro – non volevo che finisse così. Loro mi hanno aggredito ed io ho reagito d’istinto. Spero si rimettano in fretta. Spero che quanto successo serva da esempio per tutti i malintenzionati».
Personaggio intrigante, Bruno Danovaro, nato a Sampierdarena e che il prossimo mese di settembre dovrà mettere ben 52 candeline sulla torta di compleanno. Ha costruito la sua fama nel mondo delle arti marziali e degli sport di combattimento. Le ha provate tutte, Danovaro: dal judo, al grappling, dalle MMA al brazilian Ju Jitsu: «Sono convinto – racconta – che fossilizzarsi su una disciplina sia un errore. Ho voluto cimentarmi in specialità diverse: mettermi costantemente in gioco è nel mio DNA. Da me stesso pretendo sempre molto. La mia quotidianità è fatta di tante ore di allenamento (tre sedute al giorno, feste comandate comprese…) che alterno con l’altra mia passione: curare i cavalli del maneggio dove lavoro. Quando salgo sul ring, chiedo sempre di affrontare avversari di una categoria superiore: solo così si può avere l’esatta idea di dove si è arrivati».
Di strada ne ha fatta davvero tanta…
«Lo scorso mese di febbraio, poco prima che scattassero i divieti per l’emergenza sanitaria – dice Danovaro – ero a Savona dove ho combattuto, inanellando la vittoria consecutiva numero 112. La gente continua a chiedermi se non è meglio rallentare un po’, vista l’età. Ma sino a che il fisico mi regge, io non ho assolutamente intenzione di fermarmi».
Personaggio intrigante, dicevamo… Pensare a Bruno Danovaro al centro del ring è estremamente riduttivo rispetto alle esperienze vissute dal pluri campione: «La mia prima esperienza agonistica è stata nel sollevamento pesi – specifica il fighter che abita a Milano – ma ho sempre guardato con interesse tutto quello che mi succede attorno. Aprire il ventaglio delle esperienze mi aiuta molto poi quando salgo sul ring». Un ventaglio bene aperto, possiamo dire. Bruno Danovaro si è dilettato a fare rodei cavalcando tori, si è allenato con i Rams mettendo in conto di esordire nel football americano in ricordo del suo grande amico Paolo Crosti, si è allenato con una squadra di rugby, è andato a Firenze per disputare incontri di calcio storico e, di recente, è stato ingaggiato come stuntman dalla troupe che ha realizzato uno spot promozionale per la Rai.
Personaggio intrigante, questo Danovaro, lo ripetiamo. Perché quando non è impegnato in allenamenti o incontri, il mitico Bruno “regala” la sua esperienza agli altri. Soprattutto se il tema è combattere la violenza, quella gratuita, o il doping: «Situazioni che non riesco a digerire – conferma – e che cerco di combattere a mio modo. In collaborazione con il Provveditorato agli Studi vado nelle scuole a parlare con i ragazzi, spiegando loro cos’è lo sport, quello vero, e come ci si difende dalla violenza e dall’uso delle droghe». Bruno Danovaro tratta gli stessi argomenti, seppur da prospettive diverse, quando parla agli ospiti delle Comunità, oppure ai detenuti delle Carceri quando è invitato a parlare. Di recente si è recato nel quartier generale dalla Sampdoria. Ha incontrato staff e giocatori della prima squadra: «Per un proficuo confronto sulle metodologie di allenamento, perché c’è sempre da imparare. Si parla tanto del calcio professionistico e delle sue magagne. Ma in casa Samp, e non avevo dubbi, ho trovato semplicità e signorilità. Non è un caso che sono legati alla maglia blucerchiata due campioni che porto sempre come esempio: Gianluca Vialli e Sinisa Mihajlovic». C’è anche un altro aspetto non trascurabile e che “spiega” l’estro e il talento di Danovaro: di recente ha fatto parte di una compagnia teatrale che ha messo in scena “Mary Poppins”: «Ho interpretato la parte dello spazzacamino Bert – sorride – così ho potuto dare sfogo ad una delle mie passioni: ballare il tip tap».
In questi giorni di emergenza sanitaria, Bruno Danovaro trova il tempo per i suoi tre allenamenti quotidiani ma per altro ancora: da volontario della Croce Rossa è attivamente impegnato nella consegna di pasti e alimenti alle famiglie di Milano che sono in difficoltà: «Poter fare qualcosa per gli altri: è questa la mia vittoria più grande». La storia di Bruno Danovaro non finisce certo qui: tanti appuntamenti sono già messi in calendario, ma ce ne sono due che per il pluricampione sono prioritari: «Ho fatto una promessa e sono solito mantenerla – conclude – appena sarà possibile voglio fare visita ai bambini del Gaslini di Genova e a quelli del Bambin Gesù di Roma».