Compie oggi 52 anni Ravanelli, tra i primi campioni ad aver esportato il proprio talento all’estero, quando ancora era inusuale farlo.
Quando si parla di Fabrizio Ravanelli, sono due le cose che balzano subito in testa, due caratteristiche abbastaza peculiari: il colore bianco dei capelli apparso fin dalla giovane età, il quale ha contribuito al suo storico soprannome “penna bianca”, e la sua esultanza in cui si copriva con la maglia da gioco il volto, per lasciarsi andare a una gioia irrefrenabile, un modo di celebrare il gol che ha portato anche la Federazione a cambiare le regole. Ma Ravanelli è stato anche un giocatore di grande spessore, decisivo per le sorti delle sue squadre, ed è riuscito anche a portare all’estero, in luoghi ancora sconosciuti agli italiani, la sua classe. Nato e cresciuto a Perugia nel 1968, si fa le ossa proprio nel club umbro, che lo svezza come calciatore nelle serie minori del calcio italiano. Seconda punta dalla spiccata forza fisica, si fece notare grazie alle 23 reti realizzate nel campionato di C2 dell’88, grazie alla quale la squadra salì di categoria. All’epoca puntare sui migliori giovani italiani pescati nelle serie inferiori era la prassi per le grandi squadre del nostro Paese, così la Juventus iniziò a monitorare il giovane Ravanelli, fino ad acquistarlo nel 1992. A dir la verità i bianconeri volevano già affondare il colpo mesi prima, quando il giocatore militava alla Reggiana in Serie B, dopo un anno scialbo con Avellino e Casertana, ma aspettarono fino a fine stagione. In Emilia Ravanelli segnò 24 gol in due campionati cadetti, dimostrando di essere pronto, a 24 anni, al grande salto. I primi tempi alla Juve non furono semplici, in quanto venne usato spesso come rincalzo, contribuendo comunque alla vittoria della Coppa Uefa ’93, il suo primo trofeo in maglia juventina, squadra per cui, ricordiamo, Ravanelli faceva il tifo sin da bambino. Nel 1994 sulla panchina della Juve arrivò Lippi, il quale iniziò un lungo ciclo vincente grazie al suo modulo a tre punte, il quale prevedeva, oltre a Del Piero (in ballottaggio con Baggio, ma quest’ultimo fu ceduto al Milan nel ’95), la presenza di Vialli e di Ravanelli.
Penna bianca diventò titolare fisso e i risultati non tardarono ad arrivare: vinse l’accoppiata Campionato-Coppa Italia, giocò 53 partite e segnò 30 gol. Furono gli anni migliori della sua carriera, nel ’96 non solo partecipò all’Europeo con l’Italia e arrivò nella top 20 dei candidati al Pallone d’oro, ma vinse coi torinesi la seconda Champions League della sua storia, decisa proprio da un suo gol a posizione difficilissima contro gli olandesi dell’Ajax, poi sconfitti ai rigori. La gioia però, si sa, a volte è effimera: in maniera inaspettata la Juventus vendette quella stessa estate Ravanelli in Inghilterra, al Middlesbrough. Il giocatore è tuttora deluso da quella scelta, dato che, per quanto 18 miliardi di Lire per un quasi trentenne all’epoca erano una bella cifra, si sentì scaricato da una Società alla quale aveva dato tutto. E invece eccolo sui campi della neonata Premier, negli anni in cui Di Canio, Zola, Di Matteo e altri avevano iniziato a popolare il campionato inglese. Fece una grande annata, 31 gol, la migliore dal punto di vista realizzativo della sua carriera, portando la squadra in finale di League Cup e FA Cup, entrambe perse. Si trasferì l’anno dopo all’Olympique Marsiglia, in cui rimase due anni non entrando mai molto in sintonia con l’ambiente. Perse un campionato all’ultima giornata, una finale di Coppa Uefa, che non giocò, contro il Parma, ma perse soprattutto i Mondiali del 98 a causa di una broncopolmonite che lo colpì poco prima dell’inizio della manifestazione iridata. Ebbe la sua rivincita poco dopo: accasatosi all’allora fortissima Lazio di Cragnotti, vinse il 14 maggio 2000 lo storico secondo Scudetto dei biancocelesti, oltre a una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Dopo una parentesi al Derby County e al Dundee United, chiuse la sua carriera nella squadra che l’aveva lanciato, la squadra della sua città: il Perugia. Arrivato in un incredibile mercato invernale nel gennaio 2004, restò in Serie B anche l’anno dopo, concludendo, con 50 gol, a 36 anni la sua carriera con la maglia degli umbri.