Avrebbe compiuto 89 anni il siciliano che aprì una nuova frontiera del nuoto in apnea raggiungendo incredibili profondità, primo a spingersi oltre i 100 metri
Oggi avrebbe compiuto 89 anni e, soffiando sulla torta di compleanno, Enzo Maiorca avrebbe ricordato con emozione la sua vita da “top player” nella disciplina sportiva che lo ha visto essere assoluto e riconosciuto protagonista: il nuoto in apnea. Nato a Siracusa il 21 giugno del 1931, Vincenzo Maiorca, per tutti semplicemente Enzo, ha aperto nuove frontiere di uno sport che mette a dura prova la resistenza fisica e mentale degli apneisti. Ma il fortissimo siciliano, con coraggio e determinazione che raggiunser livelli esponenziali, si è sempre spinto oltre, raggiungendo profondità impensabili. Tanti hanno cercato di imitarlo, ma hanno quotidianamente dovuto fare i conti con l’indomito carattere di Enzo, sempre pronto a stupire.
Basti pensare che in assetto variabile (ovvero quando l’atleta scende grazie ad una zavorra guidata, ma deve poi emergere impiegando solo le proprie forze), Enzo Maiorca scese a 45 metri nel 1960, raggiunse i 70 nel 1969, gli 80 nel 1973, i 90 nel 1986 e nel 1988, ventotto anni dopo, arrivò a toccare l’incredibile profondità di 101 metri. Enzo Maiorca si cimentò con successo anche nelle immersioni eseguite in assetto costante, ovvero quelle dove c’è solo l’atleta e il mare. In questa specifica disciplina, l’azzurro raggiunse i 60 metri nel 1976. La gran parte delle profondità toccate, regalarono al siciliano la miglior prestazione mondiale, una serie di record che ha pochi pari nella storia dello sport italiano e non.
Giorno dopo giorno, Enzo Maiorca è diventato una leggenda del nuoto in apnea, così come lo sono diventati gli sportivissimi “duelli” con gli altri apneisti più forti al mondo, impegnati a cercar di scalfire l’incontrastato regno dell’italiano. La rivalità con il francese Jacques Mayol ispirò anche il regista Luc Besson che nel 1988 produsse un film “Le Grand Bleu” che Maiorca contestò vivacemente, perché lo riteneva lesivo della sua persona. Non è un caso che la pubblicazione del film in Italia avvenne solo nel 2002, un anno dopo la scomparsa di Mayol.
Fisico sportivo, provetto ginnasta, prima di specializzarsi nell’apnea Enzo Maiorca ha praticato anche canottaggio e pesca subacquea. Col passare degli anni, quel mare che era diventato il suo grande amore già all’età di quattro anni, divenne la “palestra” che gli permise di togliersi inimitabili soddisfazioni. Con grande senso civico si è sempre impegnato per far capire alle giovani generazioni il rispetto per il mare, oltre alla valenza, fisica e morale, di praticare una disciplina acquatica. Con il passare degli anni, Enzo Maiorca colleziona una serie di imprese sportive che non lasciano indifferenti, anche perché in alcune circostanze il siracusano smentisce, con i fatti, i pareri negativi dei medici, i quali sottolineano i rischi per l’organismo umano quando le profondità diventano considerevoli. Strada facendo la sua straordinaria esperienza sportiva gli consente di ottenere una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti. Nel 1964 riceve la Medaglia d’Oro al valore atletico e qualche anno dopo il Coni gli attribuisce la Stella d’Oro al Merito Sportivo. Nella sua personalissima bacheca, Enzo Maiorca ha ben esposti anche il “Tridente d’Oro di Ustica, la Medaglia d’oro al merito che gli fu conferita dalla Marina. Il Coni attribuì al siciliano anche il premio letterario nel 1976, anno in cui Maiorca scrisse e pubblicò “A capofitto nel turchino”. Sposato con Maria, ebbe due figlie Rossana e Patrizia che seguirono le orme del padre ed ottennero anch’esse record nell’apnea. Ritiratosi dall’attività, Enzo Maiorca ebbe anche una breve ma significativa carriera politica (fu deputato nelle fila di Alleanza Nazionale) lungo la quale cercò di portare sui banchi di Montecitorio la necessità di una maggiore tutela del patrimonio marino e naturalistico dell’Italia. Nel maggio del 2015, ebbe il privilegio di avere una targa a lui dedicata ed esposta nella Walk of Fame” dello sport italiano, la strada che porta dal Viale delle Olimpiadi e lo Stadio Olimpico di Roma dove appaiono i nomi degli atleti che hanno portato prestigio allo sport italiano nel mondo.
Enzo Maiorca ci ha lasciato il 13 novembre del 2016. Un vuoto che per gli amanti dello sport, quelli d’acqua in primis, nessuno è riuscito a colmare.