Compie oggi 35 anni Marchisio, una bandiera della Juventus e un grande centrocampista, ritiratosi poco più di un anno fa.
Una delle affermazioni più comuni riguardanti il calcio moderno è l’assenza di bandiere, quei giocatori come Totti, Maldini, Baresi, Zanetti, Del Piero, capaci di rappresentare l’essenza della squadra di cui indossano la maglia per anni e anni. Claudio Marchisio, nato a Torino e juventino, è entrato a far parte della Juventus quando di anni ne aveva 7, da bambino, lasciandola un quarto di secolo dopo, da adulto fatto e finito. Una grande storia quella del Principino, soprannome calzante per l’eleganza che lo contraddistingueva nei movimenti in campo e nell’aplomb che mostrava fuori dal terreno di gioco, conclusasi, probabilmente, non nel migliore dei modi. Marchisio, come detto, nasce nel capoluogo piemontese ed entra a far parte delle giovanili bianconere quando ancora frequentava le scuole elementari, senza la pretesa di diventare un calciatore, ma per divertirsi giocando a calcio. Tuttavia in pochi anni il talento innato del giocatore emerge prepotentemente, segnando sempre più il suo futuro tra i grandi di questo sport. Inizialmente impiegato come attaccante, nelle giovanili vedrà arretrata la sua posizione a centrocampo, dove si confermerà in tutta la sua carriera come una delle migliori mezzali in circolazione. Marchisio viene convocato stabilmente nelle selezioni Under dell’Italia, e con i compagni della Primavera ottiene anche un importante successo nel campionato di categoria del 2006. La prima retrocessione in Serie B della Juventus, avvenuta quell’anno a seguito delle vicende di Calciopoli, spalanca le porte al ragazzo, dato che molti campioni come Ibrahimovic, Vieira, Cannavaro e Zambrotta, decideranno di lasciare la squadra per accasarsi altrove. Il tecnico Didier Deschamps lo schiera per la prima volta in campionato il primo di novembre, e non ci mette molto a intuire le sue doti, visto che a fine anno saranno 25 le presenze in bianconero, in un’annata dominata da una Juventus che si ripresenta in Serie A nel 2007. Marchisio, tuttavia, viene girato in prestito all’Empoli, l’unica squadra diversa dalla Juve con cui ha giocato in Italia, in cui disputa una buona stagione e si forma ancora al meglio come giocatore, pur non riuscendo a evitare la retrocessione dei toscani.
Rientrato alla base nel luglio del 2008, non lascerà più quei colori per la successiva decade. I primi anni non sono facili per lui: la Juve è in un periodo di rinnovamento, cambia diversi allenatori, e i risultati sul campo non sono ottimali per una squadra così blasonata. Marchisio è uno dei pochi punti fermi, una certezza in un periodo travagliato, che lo vede praticamente sempre in campo: arriverà a 100 presenze ufficiali con i bianconeri nel 2010, anno in cui per la prima volta indosserà la fascia da capitano. Partecipa anche con la Nazionale ai Mondiali in Sudafrica, un’esperienza da dimenticare per gli Azzurri di Lippi. Nel 2011, con la messa in funzione del nuovo stadio e l’arrivo di Antonio Conte, la storia della Juventus cambia. Anche per il tecnico salentino Marchisio non si discute, e lui ripaga con 36 presenze e 9 gol in stagione, il massimo realizzativo della sua carriera, che consentono ai bianconeri di vincere uno Scudetto insperato, almeno a inizio anno. È un periodo d’oro per Marchisio, nel pieno della sua consacrazione: quell’estate arriva in finale con l’Italia agli Europei del 2012, ma le Furie Rosse sono troppo forti. Nelle stagioni successive consolida il suo ruolo da titolare, giocando praticamente sempre e imponendosi come centrocampista dal grande fiuto del gol. Dopo altri due Scudetti con Conte, si ripete con Allegri, arrivando a giocare 52 partite nel 2015, anno in cui la Juve perde la finale di Champions dopo la doppietta coppa-campionato. È da qui in poi che il minutaggio del Principino scende, attanagliato anche da infortuni fisici che ne minano l’integrità fisica. Rimane un tassello importante, ma non più fondamentale nello scacchiere juventino. Marchisio gioca sempre meno, trovando un solo gol nelle sue ultime tre stagioni bianconere, in cui comunque continua a fare incetta di campionati e coppe. Decide così di rescindere il suo contratto il 17 agosto 2018, dopo 25 anni di Juve, 7 Scudetti di fila, un record, e 389 presenze totali con la Vecchia Signora. Il suo ultimo anno da calciatore lo passa in Russia, allo Zenit San Pietroburgo, con cui vince il campionato, ma a fine anno, complici anche i numerosi infortuni, decide di alzare a bandiera bianca. A 35 anni Marchisio è ancora molto attivo nel mondo del calcio e non solo, interessandosi anche al sociale. Principino dentro e fuori dal campo.