Compie oggi 54 anni Tomba la bomba, sicuramente l’uomo che ha fatto appassionare allo sci alpino milioni di persone con le sue imprese.
Alberto Tomba, nel corso della sua carriera, è riuscito a far raggiungere apici inaspettati di popolarità uno sport che prima e dopo di lui non era mai stato allo stesso livello. Già solo questo fa capire la grandezza dell’atleta, un vero e proprio simbolo sportivo per l’Italia e non solo. È stato uno sciatore eccezionale, insignito dei più svariati riconoscimenti per il prestigio portato a una disciplina in cui l’Italia ha sempre sfornato campioni, ma mai a questo livello. Tomba è di Bologna, precisamente di Castel de’ Britti, frazione di San Lazzaro di Savena. Non nacque tra le montagne, ma imparò presto a sciare sul Corno alle Scale, montagna appenninica inclusa nel territorio della città metropolitana del capoluogo emiliano. Tomba si specializzò sempre più nelle discipline tecniche dello sci alpino: lo slalom speciale e lo slalom gigante, specialità in cui vi è una lunga discesa in slalom, per l’appunto, attraverso bandierine o paletti, da effettuare in due manche separate. Tomba faceva parte del Centro Sportivo Carabinieri, un’organizzazione dell’Arma che si occupa di formare e arruolare atleti a livello agonistico. Si avviò alle competizioni nel 1983, a diciassette anni, e iniziò a farsi notare quando, l’anno successivo, vinse una gara dimostrativa che si tenne sulla collina di San Siro a Milano, beffando tutti i componenti della prima squadra, lui che era ancora nella squadra B. Debuttò in Coppa del Mondo nell’86 e partecipò ai suoi primi Mondiali nel 1987, vincendo un bronzo nel gigante a Crans-Montana, in Svizzera. La sua popolarità stava iniziando a esplodere, come una bomba per l’appunto, soprannome a cui è stato associato sia per l’evidente assonanza che per la forza e la velocità con cui affrontava le sue discese. Nel 1988 vinse le due Coppe del Mondo di slalom, per poi trionfare ben due volte alle Olimpiadi di Calgary: portò a casa l’oro sia nel gigante che nello speciale, quest’ultima con una splendida rimonta per cui la Rai decise addirittura di sospendere Sanremo per trasmettere la sua impresa.
La sua popolarità era ormai a livelli stellare. Oltretutto Tomba, persona estroversa e solare, fece immediatamente presa sul pubblico per la sua genuinità e simpatia, attirando il tifo degli italiani. Negli anni successivi continuò a conquistare successi in Coppa del Mondo, fino alla definitiva consacrazione di Albertville 1992, dove rivinse l’oro olimpico nel gigante da alfiere della rappresentativa italiana, oltre che un argento nello speciale dopo una delle sue celeberrime rimonte. Bissò l’argento anche ai Giochi di Lillehammer 1994, svoltisi dopo due anni per la riorganizzazione del calendario olimpico. Negli anni successivi raggiunse le ultime vette che gli rimanevano per coronare una carriera in cui ha vinto praticamente tutto: nel ’95, finalmente, potè sollevare al cielo la Coppa di Cristallo più prestigiosa, quella della classifica generale, vinta dopo un dominio assoluto con sette vittorie consecutive nello slalom, per poi vincere anche un doppio oro ai Mondiali di Sierra Nevada ’96, arrivano a completare il palmares. Decise di ritirarsi nel 1998, dopo un’ultima apparizione poco fortunata ai Giochi di Nagano. In definitiva ha vinto cinque medaglie olimpiche, tre d’oro e due d’argento, due ori ai Mondiali, una Coppa del Mondo generale otto di specialità. È stato nominato Croce d’oro al merito dell’Esercito per le sue imprese, oltre ad aver ricevuto il Collare d’oro dell’Ordine Olimpico, la nomina ad Atleta del Centenario dal CONI, l’ingresso nella Walk of Fame dello sport italiano, e l’onore di essere tedoforo alle Olimpiadi di Torino 2006. Insomma, una vita e una carriera in cui non si è fatto mancare nulla, nemmeno il ruolo da protagonista in un film, Alex L’ariete, in cui interpreta un carabiniere. È tutt’ora impegnato a promuovere a ogni livello lo sci, soprattutto nella zona degli Appennini emiliani, dove è nato e si è formato uno straordinario campione.