Ricordiamo oggi, nell’occasione dei suoi 52 anni, uno dei migliori esterni di centrocampo degli anni Novanta: Diego Fuser.
Ha totalizzato più di 400 presenze in Serie A, vincendo tutto con quattro maglie diverse, tra le migliori dell’epoca. Iniziamo a precisare questo su Diego Fuser, giocatore che ovunque è andato ha dimostrato di avere un’importanza capitale nelle sorti della squadra, mostrando un certo carisma, oltre che a ottime abilità. Era uno dei quei centrocampisti completi, capace di assistere al meglio i compagni, oltre che segnare anche svariati gol con i suoi inserimenti, più di 50 sono infatti le reti messe a segno nelle sue stagioni nel massimo campionato. Un calciatore da conoscere e ricordare quindi, capace di dire la sua anche in Nazionale, seppur qui sia stato più sfortunato. Di chiare origini venete, nacque e crebbe calcisticamente in Piemonte, da Venaria Reale, paese in cui è nato, a Torino, capoluogo della regione in cui mosse i suoi primi passi a livello Primavera con i granata. La sua bravura, abbinata a una bella dose di velocità in conduzione, gli valsero l’esordio tra i grandi nel 1987, e già due stagioni, a soli 21 anni, era uno dei migliori prospetti del campionato italiano, tanto da mettere insieme 30 presenze e 4 gol con i torinesi. Nel 1989 il Milan punta su di lui, e lo preleva per la cospicua cifra di 7 miliardi di Lire, inserendolo in una squadra fortissima, guidata da Arrigo Sacchi. Chiaramente è più difficile riuscire a imporsi in un contesto di fenomeni, ma Diego fa il suo con dedizione alla causa, arrivando a mettere in bacheca la Coppa dei Campioni vinta quell’anno dai rossoneri, nella finale con il Benfica. Dopo un anno di transizione in prestito alla Fiorentina, nel ’91 torna al Milan, con cui conquista anche il campionato, in un team da record guidato da Fabio Capello, capace di chiudere il torneo con zero sconfitte. Tuttavia il suo minutaggio inizia a diminuire, così Fuser decide di cambiare aria e passare alla Lazio, squadra della capitale che vivrà in quegli anni una grossa iniezione di talento.
Da pochi mesi infatti Sergio Cragnotti aveva rilevato la Società, ed era intenzionato a comprare i migliori giocatori per portare gli aquilotti in cima alla Serie A. Fuser diventò ben presto una bandiera della squadra, essendo già nel primo anno il più presente tra i giocatori in campo. I biancocelesti in breve tempo si impongono tra le squadre più quotate e attrezzate del campionato, e dopo un quinto e un quarto posto, chiudono anche secondi nel 1995, con il famoso trio Rambaudi-Casiraghi-Signori che fa faville, consentendo alla squadra allora allenata dal boemo Zeman di chiudere dietro solo alla Juventus. Durò tre anni l’esperienza di Zdenek Zeman alla Lazio, nei quali, nonostante Signori segnasse come mai prima d’ora, i biancocelesti non riuscirono comunque a puntare seriamente allo Scudetto. Intanto Fuser era diventato capitano, e con l’Italia disputò anche Euro ’96, oltre alle qualificazioni per i seguenti Mondiali. Il 97/98 fu un anno importante: la Lazio contese a lungo le prime posizioni, inserendosi tra Juve e Inter, ma vanificò tutto con un finale di sole sconfitte, dovute all’attenzione sulle coppe. Arrivò in finale sia in Coppa Uefa che in Coppa Italia, ma mentre la prima la perse nettamente 3-0 contro l’Inter, nella seconda la Lazio prevalse sul Milan, portando finalmente a casa un trofeo, sollevato da Diego Fuser. Si può dire che se ne andò sul più bello, perché quell’estate passò al Parma, proprio mentre la Lazio iniziò a incamerare titoli. I gialloblu erano comunque una delle squadre migliori in assoluto: quell’estate arrivarono campioni quali Boghossian e Veron a potenziare la corazzata di Malesani. Non arrivò il campionato, ma la seconda Coppa Italia e la Coppa Uefa vinta contro l’Olympique Marsiglia sì, in una stagione che Fuser vivrà da protagonista. La squadra di Cragnotti andò via via a spegnersi negli anni, Fuser fece anche una comparsa alla Roma scudettata, cambiando sponda del Tevere, per poi chiudere la carriera al Torino, laddove tutto era cominciato. Una persona esemplare, un giocatore che ha fatto la differenza: questo è Diego Fuser.