Compie oggi 28 anni il discussissimo talento argentino formatosi in Spagna e affermatosi nell’Inter, oggi centravanti del Paris Saint Germain.
Un calciatore la cui figura è più controversa di Mauro Icardi è difficile trovarlo. È il classico giocatore di cui i dettagli della vita privata si sono indissolubilmente mischiati con la sua figura di professionista, spaccando i tifosi di tutto il mondo sulle sue prestazioni e sulle sue scelte. Difficile trovare, soprattutto, tra gli interisti, un parere abbozzato su Icardi, o lo si ama o lo si odia. Il ragazzo sicuramente ha contribuito a questa spaccatura con alcuni comportamenti discutibili e con atteggiamenti a volte percepiti come poco rispettosi nei confronti della squadra, ricordando in questo un bomber come Christian Vieri, anche lui bocca di fuoco per diversi anni in nerazzurro, con tanti gol, ma anche episodi di burrascosa polemica. Nato il 19 febbraio del 1993 a Rosario, in Argentina, la giovinezza di Mauro in Sudamerica è all’insegna della povertà, tant’è che la durissima crisi economica dei primi anni Duemila spinge la famiglia del futuro attaccante a trasferirsi in Spagna, più precisamente a Las Palmas, nelle Canarie. Iscritto a una Società calcistica cittadina, diventa la nuova sensazione del calcio giovanile segnando tantissimo, difatti viene chiamato nella cantera del Barcellona, la più prestigiosa al mondo. Mauro ci si trasferisce a 15 anni, e ricorderà quel periodo con molta difficoltà per via della rigida disciplina e dalla lontananza da tutti i suoi affetti. Nonostante questo, non esordirà mai nel Barcellona, ritenuto poco adatto da Guardiola, nel 2011 si trasferisce alla Sampdoria. Con i blucerchiati, dopo un paio di presenze in Serie B, si mette in mostra in massima serie con delle buone prestazioni: spiccano, nelle 10 reti in campionato, i 3 gol realizzati contro la Juventus campione d’Italia di Conte, sconfitta due volte dai blucerchiati. In questo periodo avviene anche l’episodio che ne contraddistinguerà l’immagine mediatica: inizia infatti a intraprendere una relazione con la showgirl argentina Wanda Nara, in futuro moglie del giocatore, la quale era precedentemente impegnata con Maxi Lopez, compagno e amico di Icardi proprio alla Sampdoria. Un episodio che genererà mille polemiche, per cui addirittura Maradona lanciò parole poco amichevoli nei confronti di Icardi, mettendo di fatto un veto alla sua presenza in Nazionale. A tal proposito va ricordato come Icardi, nonostante sia indubbiamente uno dei migliori attaccanti della sua generazione, abbia giocato la miseria di 8 partite con l’Albiceleste, di cui la prima partita nell’ottobre 2013 e la successiva ben quattro anni dopo.
Ma torniamo a quell’anno e a quell’estate, perché l’Inter, colpita dalle prestazioni del ragazzo, ne acquisisce il cartellino per 13 milioni di euro, presentandolo insieme a un’altra punta, Ishak Belfodil. Di Belfodil in pochi si ricordano, Icardi invece iniziò a mostrare le sue doti, segnando il suo primo gol contro la Juve, e una doppietta nella partita contro la Samp a Marassi, match che merita un approfondimento a parte. Fischiatissimo dai suoi ex tifosi, prima della gara va in scena il “confronto” tanto atteso dai media con Maxi Lopez, il quale si rifiuta di dargli la mano, gettando altra benzina sul fuoco. Nella stagione successiva vince per la prima volta la classifica dei cannonieri, 22 gol per lui, alla pari con Luca Toni, ma l’Inter, prima con Mazzarri e poi con Mancini, va incontro a una delle peggiori stagioni della sua storia. A tenere banco questa volta è un’aspra discussione con gli ultras dell’Inter, con i quali ha un duro scontro al termine di una partita a Sassuolo terminata in disfatta per i nerazzurri. La spaccatura con i tifosi più viscerali della squadra non verrà più sanata, anche per le parole dure che Icardi spende per quella situazione nella sua autobiografia, pubblicata a 22 anni. Dopo un anno di transizione, sempre con Mancini, riprende a pungere e segnare con l’arrivo di Spalletti, 29 gol il primo anno, tantissimi, di nuovo capocannoniere di un’Inter che torna in Champions League dopo sei stagioni. È la sua penultima a Milano, nella successiva accade il patatrac: a causa di qualche comportamento inopportuno, o così ritenuto dalla Società, della moglie-agente Wanda Nara, l’Inter decide di togliere a Mauro la fascia da capitano, creando un braccio di ferro che lascia il giocatore fuori dal campo per più di 50 giorni, anche per via di un vero, o presunto, non si è ancora capito, infortunio al ginocchio del giocatore. Mette a segno comunque 17 reti tra campionato e coppe, ma il rigore decisivo sbagliato all’ultima giornata contro l’Empoli è la pietra tombale di un rapporto ormai logoro. Dopo 219 presenze e 124 gol, viene ceduto al Psg, dove ha vinto tutto quello che si poteva vincere in Francia al primo anno, nonostante il Covid ha scombinato i piani e le stagioni, come ben si sa. Non segna più come prima, anche perché ha accanto Neymar e Mbappé, ma Mauro Icardi pare finalmente aver trovato la sua pace, lontano dalle polemiche.