Mercoledì 23 giugno 2010: una data che a molti non dirà nulla. Qualche appassionato di calcio potrà abbinarla (correttamente) al Mondiale di Calcio in Sudafrica. Ma chi ce l’ha ben presente e non la scorderà mai è Prince Boateng senior: i suoi figli Kevin e Jerome si stavano per affrontare nella Coppa del Mondo. Con due nazionali diverse, da avversari.
Fratelli ma avversari, come è possibile quando si gioca in nazionale? Andiamo a vedere la storia di Kevin e Jerome Boateng.
Kevin, il giramondo
Nato a Berlino Ovest nel 1987 da padre ghanese Prince e mamma tedesca Christine, Kevin muove i suoi primi passi nell’Herta Berlino, in cui si mette in evidenza nelle giovanili nel ruolo di centrocampista offensivo. Dopo molti anni di soddisfazioni, entra in prima squadra a 17 anni, esordendo in Bundesliga nell’agosto 2005. Dopo due ottime stagioni (considerata l’età e la poca esperienza) passa al Tottenham. E’ il primo dei tanti trasferimenti che caratterizzeranno la sua carriera di calciatore.
Resta agli Spurs due stagioni, per poi passare al Borussia Dortmund e quindi al Portsmouth.
Nel 2010, Genoa e Milan concludono insieme una complicata operazione di mercato in cui sono i rossoblu a prenderlo, ma il giocatore in compartecipazione finisce a Milano. Col Milan mister Max Allegri gli trova la collocazione ideale nel ruolo di trequartista, esaltandone le qualità offensive. Vince uno scudetto da protagonista, segna molti gol e diventa il beniamino dei tifosi per la forza fisica ed il carattere dimostrati.
Ma il suo girovagare è tutt’altro che terminato: va allo Schalke 04 nel 2013 per due stagioni, di nuovo Milan, poi Las Palmas, Eintracht e Sassuolo. Lo prende addirittura il Barcellona, per quello che sembra essere (e non sarà) un colpo di coda della sua carriera, infatti torna poi in Italia (a Firenze) dove delude, per poi andare al Besiktas.
Ma ciò che merita una riflessione accurata è la carriera in nazionale: Kevin si fa tutta la sfilza di giovanili tedesche (dall’Under 15 all’Under 21) collezionando decine e decine di presenze; nel 2010, però, ricorre alla FIFA perché gli sia riconosciuta la cittadinanza ghanese del padre.
Non avendo mai fatto presenze con una prima squadra nazionale, la FIFA lo accontenta, così va in Sudafrica a difendere i colori del Ghana.
Da lì, Kevin farà 14 presenze e 2 reti con gli africani.
Jerome, il fratello elegante
Nato a Berlino Ovest pochi mesi prima della caduta del muro, nel 1988, i suoi genitori sono Prince e Martina.
Cresciuto al fianco di Kevin nelle giovanili dell’Herta (ma col ruolo di difensore centrale, diversamente dal fratello che apprezza compiti più offensivi), arriva in prima squadra nel 2007, per poi trasferirsi ad Amburgo qualche mese più tardi, dove resta per tre stagioni, migliorando vistosamente la sua tecnica.
Lo preleva il Manchester City nel 2010, dove però non riesce ad affermarsi a causa di un fastidioso infortunio. L’anno successivo, quindi, il Bayern Monaco crede alla sua completa riabilitazione e lo riporta in Germania: la società bavarese vede giusto, perché Jerome diventerà un pilastro assoluto del grande Bayern degli ultimi 10 anni, nonché uno dei più forti centrali al mondo (se non il più forte). A Monaco vince tutto: 7 Campionati, 4 Coppe di Germania, una Champions League e un Mondiale per Club sono solo alcune delle tante vittorie in bacheca.
In nazionale, dopo un periodo di formazione nelle varie Under tedesche, fa il suo esordio con la Germania nell’ottobre 2009, dove per dieci anni diventa un totem insostituibile della difesa teutonica, con cui peraltro si laurea Campione del Mondo nel 2014.
Kevin e Jerome, fratelli diversi
Kevin e Jerome Boateng rappresentano, in un certo senso, lo specchio della nostra società, sempre più multietnica e pluri-razziale.
L’essere cresciuti con lo stesso padre ma con madri diverse ha lasciato sì in loro il DNA del calciatore di successo, ma con due caratteri diametralmente opposti. Kevin, del resto, è cresciuto in un quartiere popolare di Berlino (peraltro in compagnia di George, terzo fratello); Jerome, invece, in una zona assolutamente elegante ed elitaria.
I ben informati sostengono che il diverso imprinting educativo e sociale, sfociato nella scelta di Kevin di voltare le spalle alla nazionale tedesca, abbia fatto sì che i due mal si sopportino.
Questo dualismo, caratteriale e personale, è accomunato però dal fatto che entrambi si nutrano di competizione: è forse il voler continuamente superare il proprio fratello il vero segreto per emergere nel calcio.
Chissà papà Prince, nel 2010 in Sudafrica e nel 2014 in Brasile, se avrà tifato Ghana o Germania..