Nato cinquant’anni fa a Las Vegas l’estroso e talentuoso americano è entrato con pieno merito nella storia del tennis. Una carriera da incorniciare con 60 titoli e la medaglia d’oro olimpica
I cinquant’anni di Andre Agassi meriterebbero l’onore dovuto a chi ha saputo essere profeta nella propria disciplina sportiva. Per trovare tutto quello che servirebbe ad un tennista per entrare nell’Olimpo, basterebbe scorrere la carriera dell’uomo nato a Las Vegas il 29 aprile del 1970. Grande tecnica, carattere, mentalità vincente, consapevolezza e quel pizzico (abbondante nel suo caso…) di spregiudicatezza che non guasta mai. Tutto questo è “racchiuso” in Andre Agassi che sfoggia una bacheca con 60 titoli vinti in tornei ATP, otto tornei del circuito del Grande Slam, la preziosissima medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, i tre trionfi con gli Stati Uniti d’America in Coppa Davis (1990, 1992, 1995). Ancora: Andre Agassi è stato al numero uno della classifica ATP per 101 settimane ed è uno degli otto atleti nella storia mondiale del tennis ad aver firmato il “Career Grand Slam” ovvero aver vinto almeno una volta tutti i tornei del circuito più prestigioso. Prima di lui erano riusciti nell’impresa Fred Perry (dal 1933 al 1935), Don Budge (1960-1962), e Roy Emerson (1961-1964). Dopo di lui si sono iscritti al ristrettissimo club Roger Federer (2003-2009), Rafael Nadal (2005-2010) e Novak Djokovic (2008-2016) tennista che, detto per inciso, ha incrociato la sua strada con Andre Agassi che per un paio di stagioni è stato l’allenatore del fuoriclasse serbo. L’ultimo meritatissimo tassello è stato posizionato il 9 luglio del 2011, quando l’americano è entrato a far parte della International tennis Hall of Fame.
Alto un metro e ottanta per 74 chili di peso, Andre Agassi negli anni dei suoi esordi, salì alla ribalta non solo per il talento cristallino (nel 1988 vinse premi per oltre un milione di dollari partecipando ad una quarantina di tornei) ma per l’estro e la sfacciataggine mostrata nei confronti di un mondo, quello del tennis, dove l’etichetta è una dote essenziale. Era solito presentarsi in campo in tenute sgargianti come le acconciature dei suoi folti capelli biondi. Si racconta che anche per questo non gli fu permesso di partecipare a Wimbledon. Il 1988 è l’anno in cui Agassi è uno dei primi dieci al mondo, posizione che conferma di meritare ad ogni match disputato. Indimenticabile l’impresa che seppe “firmare” nel 1992 sui campi in erba di Wimbledon: nei quarti di finale superò Boris Becker (che per tre anni aveva vinto il torneo londinese), in semifinale ebbe la meglio su John McEnroe ed in finale completò l’opera battendo Goran Ivanišević. Sulla scia dell’entusiasmo, poche settimane dopo chiude vince ad Atlanta e al Master Series di Toronto. La definitiva consacrazione di Andre Agassi arriva nel 1995, indiscutibilmente il suo anno migliore. Si presenta in campo con la testa rasata ma riesce ad esprimere concentrazione, mentalità vincente sfoderando incredibili colpi. Inizia la sua ascesa aggiudicandosi l’Australian Open, vince i Master Series di Cincinnati, Key Biscayne e Toronto, vince la Coppa Davis con gli States recitando un ruolo fondamentale. E’ in finale anche agli Us Open ma è sconfitto da Pete Sampras. Chiuderà l’anno con 72 vittorie e 10 sconfitte. La data da immortalare è però quella del 10 aprile quando sale al primo posto del ranking mondiale della ATP.
Dopo il trionfo olimpico di Atlanta, “perla” del 1996, Agassi vive il momento più difficile della sua carriera. Il matrimonio con l’attrice Brooke Shields lo allontana dai campi da tennis e lo avvicina alla vita mondana. L’effetto è devastante: il tennista americano scivola al 141° posto della classifica e per molti addetti ai lavori è già sul viale del tramonto. La fine del rapporto con la Shields ha però l’effetto di un toccasana: Agassi, oltre al talento, porta in campo anche l’umiltà, l’abnegazione. Il desiderio di riprendersi ciò che ha perduto fa in modo che Andre entri anche nel cuore della gente che inizia ad amarlo ed apprezzarlo. In pochi mesi risale vertiginosamente la classifica a suon di vittorie tornando in sesta posizione. La stella di Andre Agassi torna a splendere. Quando nel 1999 vince il Roland Garros, entra definitivamente nella storia del tennis, essendo l’unico uomo ad aver vinto almeno una volta tutti i 4 tornei del grande slam, la medaglia d’oro del singolare olimpico, il torneo ATP World Championship e la Coppa Davis. In campo femminile, la stessa impresa è stata firmata da Serena Williams e, in precedenza, da Steffi Graf divenuta poi moglie di Andre Agassi. Sempre nel 1999, a luglio, il neo cinquantenne torna numero uno al mondo. Da lì sino alla fine del 2000 mantenne il primato per 50 settimane. La carriera di Andre Agassi prosegue ai massimi livello per altri anni ed altri sono i record sui quali mette la firma: 17 Master Series vinti, sesto tennista all time ad aver raggiunto le 800 vittorie. Andre Agassi nel settembre del 2006 ha chiuso la sua straordinaria carriera avendo totalizzato 871 vittorie su 1145 match disputati.