Il dominio Red Bull in Formula 1 non sembra conoscere limiti in questi anni. Troppo avanti al momento le soluzioni tecniche trovate per consentire alle rivali di colmare un gap spesso imbarazzante.
A limitare questo strapotere, dovrebbe pensarci almeno in parte lo stesso regolamento, che consente di apportare sviluppi alle monoposto con possibilità inversamente proporzionali alla graduatoria.
Alcuni segnali si sono visti già a Miami, dove la McLaren ha portato un importante pacchetto di aggiornamenti che, almeno in quell’occasione, è servito a ottenere la vittoria proprio sulla Red Bull di Verstappen.
A Imola, sarà invece la Ferrari a portare il suo pacchetto sviluppo, sperando ovviamente di ottenere risultati quanto meno simili. Ma cosa sono questi pacchetti sviluppo? Come funzionano in generale e come cambierà la Ferrari nel dettaglio nel circuito emiliano? Proviamo a fare chiarezza insieme.
Cosa sono i pacchetti sviluppo e come funzionano?
Prima di addentrarci nel dettaglio di come cambierà la Ferrari, vale la pena fare un quadro generale più preciso di cosa siano questi “pacchetti sviluppo” in Formula 1.
Tutti i team del mondiale, sono perennemente al lavoro per quanto riguarda lo sviluppo delle monoposto, in continuo adeguamento con quello che è il regolamento di Formula 1, anch’esso in sviluppo costante per poter garantire la massima equità possibile rispetto alle tecnologie presenti.
I pacchetti di sviluppo, sonoa ppunto aggiornamenti aerodinamici o meccanici che le scuderie apportano alle loro auto durante la stagione. Questi aggiornamenti sono progettati per migliorare le prestazioni della vettura e darle un vantaggio competitivo, ma sono ovviamente regolati e limitati da diversi fattori che riguardano: la posizione in classifica nella stagione precedente, le varie fasi della stagione (in base ai test in pista che modificano i dati pre-stagionali), eventuali aggiornamenti di regolamento e le possibilità economiche di ogni scuderia che sono regolate in base a un preciso “Budget Cap”.
Ogni team può quindi approntare solo un certo numero di pacchetti sviluppo e di aggiornamenti nel corso della stagione, decidendo semmai in quale fase utilizzarli. La McLaren ha, per esempio, deciso di far uscire un corposo pacchetto già alla sesta gara, mentre la Ferrari ha preferito spostare il suo primo grosso aggiornamento in quel di Imola. Ma in cosa consiste tecnicamente questo sviluppo del Cavallino?
Le novità Ferrari a Imola
Va intanto sottolineato, come questo tipo di sviluppi non nascano dall’oggi al domani, ma sono frutto di un lavoro che parte da lontano ben prima dell’inizio della stagione, senza quindi avere a disposizione dati reali sul quale fare riferimento in pista.
La Ferrari in effetti, si è accorta che in questo inizio stagione sono diversi i problemi da risolvere, non tutti preventivati nel test di pre-campionato (e di conseguenza non tutti risolvibili da questo pacchetto sviluppo che, come detto, partiva da considerazioni e dati diversi).
Parliamo quindi di un progetto d’insieme che solo nel lungo periodo dovrebbe portare a risolvere alcune delle problematiche rilevate: dalla sofferenza nelle curve lente all’aumento di prestazione nei rettilinei, dalla miglioria nel sistema di raffreddamento a quella per i flussi d’aria che aiutino a gestire le turbolenze (da sempre punto debole del cavallino).
Come cambia il Cavallino
La nuova SF-24 apparsa a Imola, già alla vista ci regala importanti differenze rispetto alle ultime uscite. Tutta nuova la bocca dei radiatori che presenta una presa d’aria decisamente più ampia e diversamente modellata, che si spera possa portare un doppio vantaggio: aumentare la pressione per gestire meglio le turbolenze esterne, ma anche deviare meglio i flussi d’aria verso il basso del diffusore, utile per massimizzare l’altra modifica sulla carrozzeria, quella sulle pance.
Modifiche destinate a migliorare tutta la parte aerodinamica quindi, che fanno il paio con quella del fondo (modificato tutto il bordo esterno oltre all’apertura davanti alle ruote dietro) e della Coda (cambiata la disposizione degli sfoghi d’aria calda).
Modifiche alla vista che sembrano però solo la punta dell’iceberg di un lavoro a tutto tondo, in particolare sul fondo “nascosto” che parimenti potrebbe aver subito diverse modifiche e miglioramenti, così come i vari lavori meccanici che potrebbero essere stati fatti all’interno, come sembra evidenziato proprio dalle bocche d’aria (con probabile cambiamento dei vari condotti interni).
Quali vantaggi porterà alla Ferrari?
Un pacchetto bello corposo e importante, che si speriamo possa portare quello scatto in più così come fatto vedere dalla McLaren a Miami, capace finalmente non solo di tornare alla vittoria, ma anche di battere la Red Bull in pista, sul piano della velocità.
Il discorso per la Rossa potrebbe però essere diverso, con tempi più lunghi di ottimizzazione per una messa a punto ancora da testare e migliorare, per di più in un circuito come quello di Imola che non si presta particolarmente bene per verificare gli sviluppi su alcuni punti fondamentali.
Nel circuito romagnolo, non ci sono in effetti curve particolarmente lente su cui testare i miglioramenti nel carico aerodinamico, nè troviamo una pista particolarmente veloce in cui verificare l’approccio alle turbolenze o la velocità massima. A sottolinearlo è lo stesso Charles Leclerc, che in una intervista ha smorzato gli entusiasmi per questo aggiornamento, provato al momento solo nel simulatore e ben lontano dall’essere già al top.
Ci vorrà quindi ancora un po’ di pazienza, ma i risultati dei test sono buoni e Imola potrebbe già comunque essere un buon trampolino di lancio, quanto meno per assimilare nuovi dati direttamente sul campo. Sempre che il Meteo lo consenta, visto che la pioggia rovinerebbe ulteriormente le possibilità di testing, oltre che il morale dei tanti tifosi accorsi sul Santerno per vedere una Ferrari protagonista.