«È davvero una brutta notizia, un vero peccato. Dopo un inverno trascorso ad allenarci, eravamo pronti per iniziare la stagione fisicamente e psicologicamente». Il tono dismesso della voce di Valentino Rossi la dice lunga sullo stato d’animo che accompagna i piloti del circuito della Moto GP alla luce degli avvenimenti accaduti nel breve volgere di quarantotto ore nel week end. Intere settimane trascorse sulle piste di tutto il mondo, tra test cronometrati, prove delle gomme, simulazioni di gara per trovare la miglior simbiosi tra pilota e moto, sono per ora vanificate dall’emergenza sanitaria causata dall’ormai tristemente celebre Covid 19, il Corona Virus. Nel giro di poche ore, i primi due appuntamenti del più atteso campionato motoristico del mondo, la Moto GP appunto, si sono dissolti nel nulla. O, meglio, uno dei due è stato cancellato, l’altro rinviato. Sulla base delle informazioni giunte sui “tavoli che contano” della Dorna Sports e della Federazione Internazionale motociclistica, i rischi derivanti dall’espandersi dell’epidemia sono stati ritenuti maggiori di tutti gli interessi, tecnici e commerciali, legati all’evento. Per questa ragione, è stata disposta la cancellazione del Gran Premio del Qatar, prima prova del moto mondiale che era stata messa in calendario per domenica 8 marzo. Per lo stesso motivo (anche a seguito della morte di un uomo di 35 anni avvenuta in seguito alle complicazioni per il contagio Covid 19) il vice premier del governo thailandese Anutin Charnvirakul, che ricopre anche il ruolo di Ministro della Salute, ha annullato il successivo impegno col moto mondiale previsto per il 22 marzo, invitando però gli organizzatori a rinviare l’evento in un altro periodo dell’anno.
Il semaforo resterà rosso, quindi, sul moto mondiale, almeno sino all’appuntamento previsto negli Stati Uniti d’America. Il 5 aprile, i protagonisti della Moto GP dovrebbero ritrovarsi sul circuito di Austin, in Texas, evento che, almeno per ora, la federazione motoristica statunitense ha confermato. La cancellazione del Gran Premio del Qatar per emergenza sanitaria è, suo malgrado, storica, perché mai un evento sportivo era stato annullato per un simile motivo. Del resto, Dorna, Fim e i team facenti capo alla International Road Track Association hanno dovuto fare i conti con le misure restrittive imposte in Qatar, dove è stata disposta l’immediata quarantena (almeno quindici i giorni previsti di isolamento) per chiunque atterri a Doha proveniente dai paesi colpiti dall’epidemia, Italia e Giappone in primis. A tener banco nel prossimo fine settimana, quindi, ci saranno esclusivamente le prime gare dell’anno del Campionato del Mondo di Moto 2 e Moto 3. Il motivo è presto spiegato: i principali team partecipanti si trovavano già in Qatar per effettuare gli ultimi test e, quindi, si sono trattenuti in loco. Saranno quindi questi gli unici motori che romberanno a Losail. Sarà la seconda volta, nella storia del Moto mondiale, che non si correrà sul circuito del Qatar. Nel 2009 però, la gara fu solamente spostata dalla domenica al lunedì a causa di un violento acquazzone che rese impraticabile la pista nel previsto giorno di svolgimento della gara.
Per il mondo dei motori, il 2020 non è un anno iniziato sotto i migliori auspici. L’effetto Corona Virus ha condizionato anche il calendario della Formula 1. Nei prossimi giorni (o meglio, nelle prossime ore…) sono attese le disposizioni del governo australiano in merito alla disputa del Gran Premio previsto a Melbourne dal 13 al 15 marzo. A ruota, per lo stesso motivo, si aspettano anche le determinazioni in arrivo dal Vietnam in previsione della storica prima edizione del Gran Premio all’Hanoi Street Circuit. Gli organizzatori, sia australiani che vietnamiti, si sono detti pronti ad accogliere i camion che trasportano le attesissime monoposto. L’ultima parola, però, spetta al mondo politico e, in quelle sedi, le indiscrezioni sono contrastanti. Si è già espresso in modo definitivo il governo della Cina: il 19 aprile il Gran Premio a Shangai non ci sarà. Ne è stato chiesto lo spostamento. Visto il fittissimo calendario, rischia di essere cancellato.