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Tra gli imprenditori più illuminati che hanno calcato il palcoscenico della Formula 1 nel momento di massimo splendore, c’è sicuramente Flavio Briatore, che ha saputo mettersi in gioco in più di una delle attività che ne hanno poi decretato il successo come businessman prima e personaggio pubblico, poi.

Nei giorni scorsi più di un sito web del settore, ha rilanciato la notizia di un clamoroso ritorno del piemontese in Formula 1 nei panni di executive advisor dell’Alpine, una delle 10 scuderie che partecipano al campionato iridato.

Flavio Briatore torna in Formula 1 con un occhio al futuro

Una notizia come quella del ritorno in Formula 1 da parte di Flavio Briatore, non può passare inosservata per tutta una serie di motivi che è facilissimo comprendere.

Il primo tra tutti è ovviamente l’accoglimento da parte di una squadra che non veleggia in acque tranquillissime e che ha bisogno di un cambio di rotta, soprattutto in vista dell’epocale cambio di regolamenti del 2026 di cui abbiamo parlato in più di un’occasione negli ultimi mesi.

Poi c’è la curiosità per capire quale possa essere l’apporto che l’imprenditore di Cuneo può dare in termini di esperienza, vista e considerata l’età, 74 anni e la lunga assenza dal paddock, che, da qualsivoglia angolazione la si guardi, rimane la vera e propria casa del Briatore più illuminato.

Che mansioni ricopre un executive advisor in Formula 1

Quello che è certo è che il ruolo di executive advisor in un team di Formula 1 è tra i più cruciali di una scuderia e necessita di competenze che vanno ben al di là dell’ordinario, competenze che Briatore ha insite dall’esperienza prima in Benetton, poi acquista da Renault, nella sua “vita precedente“, con buona pace di chi pensa che la tecnologia possa aver rivoluzionato gli ultimi decenni di uno sport dal quale Briatore manca ormai dal 2008 a seguito del “Crashgate” a seguito del quale venne radiato dalla FIA, con la decisione di vietargli ogni ruolo manageriale in seno a qualsiasi squadra.

Il crocevia delle strade che ha fatto incontrare Briatore e l’Alpine, è dovuto alla mancanza di un uomo di peso tra i dirigenti della squadra con sede a Enstone, nel Regno Unito.

Briatore si dovrà occupare innanzitutto di quelle che sono lo sviluppo delle strategie a medio e lungo termine, come la pianificazione delle prossime stagioni, i rapporti con i partner commerciali, l’assegnazione delle risorse e, soprattutto, l’ingaggio dei nuovi piloti.

La consulenza strategica sarà dunque il core business del lavoro di Briatore, che dovrà dare un occhio alla gestione delle relazioni e allo sviluppo tecnologico delle monoposto, passando per tutta quella che è la parte che riguarda le relazioni con i media.

La radiazione, poi revocata, di Flavio Briatore

Abbiamo accennato alla radiazione dalla Formula 1 del 2009, per fatti accaduti nella stagione precedente, quando la FIA non gli perdonò il fattaccio del Gran Premio di Singapore del 2008.

In quell’occasione i responsabili della Renault, tra cui lo stesso Briatore e il Direttore Tecnico Pat Symonds, ordinarono a Nelson Piquet Jr. di buttarsi volontariamente contro un muretto, con lo scopo ben preciso di permettere l’ingresso alla safety car, in modo tale da avvantaggiare il suo compagno di squadra Fernando Alonso, che vinse poi la gara.

Il tutto venne fuori al termine della stagione, quando Piquet venne licenziato e decise di mettere in piazza l’accaduto, spifferando tutto alla FIA che fece partire le indagini che portarono alla radiazione di Briatore.

Briatore fece ricorso in territorio francese e la magistratura transalpina decise che quella sanzione non potesse essere legale per via del fatto che la FIA non aveva alcun diritto per sanzionare in tal modo l’accusato.

Le due parti giunsero ad un accordo che prevedeva che Briatore non potesse ricoprire alcun incarico in Formula 1 fino al 2013.

Quest’anno il gran ritorno.