Nella giornata di ieri è andato in scena un Gran Premio per cuori forti, con la doppietta delle Ducati di Miller e Bagnaia e il terzo posto di Morbidelli. Per il pilota delle Yamaha ufficiale solo un tredicesimo posto, dopo un crollo improvviso nella seconda metà di gara.
Fabio Quartararo sta dimostrando gara dopo gara di essere un predestinato. È un pilota di grandissimo talento, che quest’anno ha trovato subito feeling con la sua Yamaha e lo ha dimostrato con due vittorie nei primi tre GP. Il copione sembrava lo stesso anche questo weekend, sul tracciato di Jerez. Su una pista storicamente non molto amica della Ducati, il pilota francese ha realizzato l’ennesima pole della sua ancora breve carriera con relativa facilità. La domenica, in gara, non ha particolarmente brillato nello spunto in partenza, ma ha subito recuperato la prima posizione, tenendo un ritmo inavvicinabile per gli altri. Attorno a metà gara, però, il suo vantaggio su Jack Miller, secondo, ha smesso di aumentare, stabilizzandosi sui 2,5 secondi per qualche giro. Ad un certo punto il crollo: Miller recupera addirittura 0,7 secondi in un solo giro e in breve sopraggiunge su Quartararo e lo sfila, così come faranno poi anche Bagnaia, Morbidelli e molti altri, costringendo la sua Yamaha ad accontentarsi di un tredicesimo posto. Il primo pensiero di tutti è un crollo di prestazione delle gomme, ma analizzando meglio le immagini pare essere un problema di freni, con il Diablo che frenava molto prima degli altri e usciva più piano dalle curve.
Quando il pilota arriva ai microfoni dei giornalisti svela la verità: da circa metà gara ha iniziato ad accusare un fortissimo dolore al braccio destro, che gli impediva di poter frenare e dare gas al massimo. Dal tono di voce del pilota emerge tanto dispiacere e parecchia preoccupazione. Quartararo non nasconde di aver pensato di ritirarsi per il dolore, ma di aver voluto continuare per cercare di raccogliere almeno qualche punto per il campionato, il cui leader adesso è diventato il nostro Francesco Bagnaia. Le teorie più accreditate sono due: tendinite o sindrome compartimentale. La seconda sembra più probabile in quanto il pilota aveva già sofferto di questo problema in passato, venendo anche operato nel 2019. Oggi si sottoporrà alle dovute visite, saltando i test, per capire quale sia il reale problema e come agire al meglio per risolverlo. In caso di sindrome compartimentale si dovrà, probabilmente, intervenire chirurgicamente (il prima possibile considerando che il 16 maggio si correrà a Le Mans). Se si dovesse invece evidenziare una tendinite non sarebbe necessaria un’operazione, ma solo molto risposo. La speranza è quella che, qualsiasi sia il problema, si possa risolvere il più in fretta possibile, innanzitutto per il bene del ragazzo e, in secondo luogo, per tutti i tifosi e gli appassionati, sempre più estasiati dalle gesta del pilota più caldo di tutto il motomondiale.
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