Il Gran Premio degli Stati Uniti ha regalato tante emozioni agli appassionati di Formula 1, con una Safety Car che ha rivoluzionato le gerarchie della gara e segnato il destino dl Lando Norris, che trova finalmente la sua prima vittoria nel mondiale dopo 109 gare.
Ma attenzione a dare merito alla sola fortuna di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, perchè il pilota britannico è stato anche il più veloce in pista, prima e dopo la safety, dimostrando che il pacchetto di sviluppo McLaren è stato perfetto e battendo per la prima volta “sul campo” la Red Bull di questi anni.
Il Pagellone del GP di Miami di Formula 1
Tanti gli spunti interessanti di questo Gran Premio oltre al palese effetto della safety car sulla graduatoria della gara. Riviviamo insieme i top e i flop di Miami, nel nostro conseuto pagellone.
Lando Norris – Voto 10 – Finalmente!
Il britannico era ormai la barzelletta del circuito, padrone di tutti i record che finivano con “…che non ha ancora vinto un Gran Premio”. Ora, dopo 109 gare del mondiale, può finalmente scrollarsi di dosso la nomea del mai vincente, peraltro in una gara dove ha mostrato tutto il meglio di sè e della sua vettura.
Certo, per portarsi a casa così agevolmente la vittoria lasciando Verstappen a oltre sette secondi, c’è stato bisogno del punto di svolta dell’ingresso della safety proprio quando tutti avevano già effettuato il pit stop tranne lui, che si è trovato in vetta potendo utilizzare la sosta senza perdere molto tempo.
Ma c’è come detto molto di più, tanto che, anche senza l’aiuto della fortuna, il passo di Norris sarebbe comunque stato probabilmente sufficiente a lottare per la vittoria. Tutta un’altra storia così, ovviamente, ma va dato pieno merito al successo del britannico, con o senza safety.
McLaren – Voto 9 – Evoluzione!
Gli indizi c’erano già fin dalla Cina, dove la casa britannica aveva chiuso al secondo posto davanti alle Ferrari. Ma le vetture viste a Miami, hanno fatto qualcosa che ancora non si era mai visto in pista in questi anni: essere più performanti e veloci delle Red Bull.
Dominio assoluto in fatto di tempi, tanto che il top sul giro è firmato da Piastri nelle retrovie. Ma la costanza con cui Norris ha tenuto i tempi sul giro nettamente sotto 1’31” è qualcosa che nemmeno un impietrito Verstappen è riuscito a colmare.
Il rischio di portare un grosso pacchetto di sviluppo negli States, pur con il poco tempo per gestirli visto che la gara Sprint non consente tante prove, è stato ampiamente ripagato. Ora è di nuovo la Ferrari a dover inseguire (aspettando il proprio sviluppo che porterà a Imola).
Max Verstappen – Voto 7,5 – Umano!
Nel giorno del trionfo di Norris, è il pluricampione del mondo a mostrare il suo volto più “umano”. Il suo commento al team radio (“Non riesco a fare andare la macchina”) non è tanto sui suoi temi, come sempre altamente competitivi, quando all’amarezza di vedere scappare via la McLaren senza riuscire a fare meglio.
Per la prima volta in questi ultimi anni, qualcuno gli ha strappato la vittoria non per una strategia migliore, non per un suo errore (rarissimo) o la macchina che perde colpi (rarissimo), ma perchè nettamente più veloce in pista. Lui, di buon grado, fa il meglio che la giornata possa permettere, restando comunque ampiamente in vetta al mondiale.
Charles Leclerc – Voto 7,5 – Costante!
Alla fine arriva il terzo podio stagionale, nonostante una partenza non impeccabile e una strategia di gara francamente rivedibile (troppo prematura la sua sosta, con il degrado delle gialle molto limitato e gli altri che continuavano a fare tempi sul giro nettamente più veloci).
Ed è andata anche bene, perchè tra la virtual safety car e quella che poi ha sparigliato la gara, ha rischiato per due volte di vedersi in svantaggio rispetto ai suoi avversari (soprattutto quello di scuderia).
Una gara dove è sembrato spremere il massimo, sfruttando il DRS in tutte le fasi salienti ma consapevole (al contrario del suo compagno di team) che il gap oggi fosse piuttosto ampio rispetto non solo alle Red Bull, ma anche alle McLaren. Fa il suo, e il primo sorpasso su Hamilton è da cineteca.
Carlos Sainz – Voto 5,5 – Esaltato!
Che lo spagnolo voglia costantemente mettersi in mostra e che si senta anche esaltato dal suo inizio di stagione è comprensibile. Che finga di non vedere la realtà a scapito di tutto e tutti, un po’ meno.
Nei primi giri chiede incomprensibilmente al team radio Ferrari, di farsi dare strada da Leclerc perchè, a suo dire, ha un passo maggiore. La verità è che era solo “colpa” del DRS in quella fase, salvo poi prendere costantemente decimi sia dal suo compagno di squadra che dagli altri rivali.
Si incavola quando rischia l’incidente con Piastri (costretto poi a rientrare ai box per cambiare alettone), zittisce il team radio che gli dice di stare concentrato, si lamenta persino di non essere stato abbastanza fortunato con la safety (entrata il giro dopo la sua sosta ai box) convinto che altrimenti avrebbe vinto e infine si prende anche cinque secondi di penalità post gara, proprio per la sua manovra su Piastri.
L’umiltà forse non è il suo forte, va bene, ma non è nemmeno un’analisi molto lucida la sua, per una gara comunque da quarto/quinto posto.
Lewis Hamilton – Voto 7 – Al top!
Forse la miglior gara della stagione per il futuro pilota Ferrari, che per la prima volta lascia alle spalle il suo compagno di team Russell. Nonostante una vettura come sempre non molto competitiva, Lewis riesce a tirare fuori il meglio anche con qualche sorpasso interessante e gestendo i momenti più complicati. Porta a casa un ottimo sesto posto, che in questo momento è la massima aspirazione per la Mercedes.
Sergio Perez – Voto 4 – Mediocre!
Lo spessore delle prestazioni pazzesche di Verstappen, lo vediamo a volte nello specchio del suo compagno di squadra Perez. Perchè un conto è guidare una Red Bull solitamente spaziale, dove anche il messicano può tranquillamente fare sfoggio delle sue qualità chiudendo comodamente alle spalle dell’olandese.
Un altro è quando arriva qualche difficoltà, o quando la mostruosa Red Bull non è più quel rullo compressore che porterebbe alla vittoria chiunque. Qua c’è bisogno anche del manico, è se Verstappen ne ha comunque tirato fuori il meglio (dopo Norris), per Perez sono cominciati i guai.
E alla fine riesce comunque a trovare un quarto posto, figlio della penalità di Sainz e della fortuna che lo ha visto passare indenne a quella scellerata manovra in partenza che poteva fin da subito mettere fine alla sua gara (e a quella di chi fosse entrato sulla sua traiettoria, tra cui Verstappen e Sainz che se lo sono visto passare a razzo a un millimetro).
Kevin Magnussen – Voto 1 – Zimbello!
L’unica certezza di questo week end a Miami, sono state le penalità affibbiate a Magnussen. Il pilota danese ne ha combinate un po’ di tutti i colori, sia in qualifica sia in gara. Alla fine la direzione di gara gli ha dato ben cinque penalità in due giorni, se non è un record poco ci manca.
Non contento, è proprio lui a innescare l’incidente che porta alla safety car decisiva in gara, che chiude ovviamente all’ultimo posto, per coronare una settimana da dimenticare.
Alpine – Voto 7 – Primo! (Punto)
La stagione della Alpine è disastrosa, eppure proprio a Miami in mezzo al nulla è arrivato anche il primo punto di quest’anno, dopo che Ocon è riuscito finalmente a portare la monoposto al termine di una gara in decima posizione. Impresa non facile, sia perchè la vettura è tutt’ora assai poco affidabile e veloce, sia perchè la battaglia è stata ardua fino alla fine (ivi compreso un duello in famiglia con Gasly che ha fatto tremare).
Oscar Piatri – Voto 6 – Bene, a metà!
Una gara buona, a metà. Metà erano del resto gli sviluppi portati sulla macchina dell’australiano rispetto a quelle del compagno di squadra. Metà è stata la porzione di gara in cui ha fatto del suo meglio nei piani alti della classifica, mostrando anche un passo persino migliore di Leclerc e compagnia.
Poi ci si è messa un po’ di sfortuna (la safety nel momento peggiore in cui era appena uscito dai box, oltre all’impatto con Sainz che lo ha costretto a rientrare nuovamente per cambiare l’ala anteriore) e un po’ ci ha messo del suo. Come quando ormai relegato nelle retrovie, si inventa un giro veloce record che vale solo per gli almanacchi, strappando però il punto addizionale proprio al suo compagno di scuderia Norris.