La terza tappa del Motomondiale 2024 in quel di Austin in Texas, è stata probabilmente una delle più belle di questo avvio di stagione. Di certo, il GP delle Americhe ha regalato qualche conferma importante sui trend di questa annata: un Aprilia tornata decisamente competitiva grazie a “Batman” Vinales, la crescita esponenziale di quel nuovo fenomeno che risponde al nome di Pedro Acosta e una classifica particolarmente corta con già sei piloti diversi avvicendarsi sul podio.
Tutto questo e molto altro, nel nostro consueto “pagellone” post Gran Premio delle Americhe.
Il Pagellone del GP delle Americhe
Maverick Vinales – Voto 10: Il ritorno del Cavaliere Oscuro
Già a Portimao si era visto che “Batman” Vinales e la sua Aprilia erano tornati al top, ma qua ad Austin Maverick ha fatto davvero un capolavoro. Prima nella gara Sprint e poi in gara, dove una partenza con handicap lo ha costretto a un gran recupero, finendo poi per sverniciare uno dopo l’altro tutti i suoi rivali e chiudendo trionfalmente con una vittoria che lo mette in scia anche nella lotta al titolo.
Resta da vedere fino a quando la sua maschera resterà protagonista, perchè se sulle capacità e il talento del campione spagnolo nessuno ha mai avuto dubbi, sulla costanza di rendimento c’è invece la solita incognita che lo ha accompagnato in carriera. Per quanto visto in Texas, però, “Vinales C’è”. Eccome.
Pedro Acosta – Voto 9,5: Predestinato
Alzi la mano chi si è accorto che per Pedro Acosta era solo la terza gara in MotoGP? O chi ha notato una qualche differenza di esperienza tra i suoi 19 anni (quasi venti) e il resto della truppa. Questo ragazzo sta bruciando davvero ogni tappa e in un paio di mesi appena è già saldamente uno dei protagonisti del circo MotoGP.
Non poteva che essere altrimenti del resto, dopo aver scritto il suo nome su ogni record di precocità, seguendo la scia del suo grande mito, Marc Marquez, al quale stava quasi strappando anche un altro record, quello della vittoria più precoce in MotoGP. Alla fine è arrivato “solo” secondo, ma mostrando già non solo un talento smisurato, ma anche una mentalità solida e vincente, come dimostra la sua scelta non proprio banale di presentarsi con la gomma dietro a mescola media, garantendosi così un finale in crescendo (ma restando comunque tra i primissimi anche nella prima parte di gara, potenzialmente sfavorevole).
A dare la misura di quanto ci abbia messo del suo anche ad Austin, c’è la distanza siderale a cui ha lasciato gli altri suoi colleghi in KTM, con Binder appena nono e Miller in tredicesima posizione. Non è un caso se è proprio Acosta ora, al secondo podio di fila, a guardarli tutti dall’alto in classifica, con un quarto posto che certifica la sua presenza più che valida anche per la corsa al titolo.
Enea Bastianini – Voto 8: Conferma, subito!
Basterebbe il fatto che Enea abbia chiuso come la prima Ducati all’arrivo a far capire quanto la sua gara sia stata sopra le righe. Nessun particolare eccesso, nessun sorpasso entusiasmante, ma piuttosto una gara molto attenta e curata, dove la sua capacità di tenere al meglio le gomme lo ha aiutato a un crescendo costante, tanto da arrivare sul finale ad averne decisamente di più anche di Jorge Martin, sverniciato a qualche giro dal termine per un podio che diventa il secondo di fila e gli vale anche la seconda piazza in classifica.
Sembra quasi paradossale quindi, che proprio la sua conferma in Ducati sia ancora tutta da scrivere, visto che fin qua è stato sempre tra i migliori in Desmosedici, mostrando di essere tornato in grande condizione dopo i tanti problemi della stagione scorsa.
Francesco Bagnaia – Voto 6: Si fa quello che si può
Impossibile parlare di un weekend positivo per il Campione del mondo in carica, quando non riesci nemmeno a vedere il podio da lontano (ed è la seconda gara di fila) e tutti i tuoi compagni Ducati sono stati più veloci.
Problemi con la gomma anteriore, problemi di vibrazione, la sua Ducati non sta rispondendo al meglio in questo periodo, ma se non altro le esperienze passate gli hanno insegnato che anche portare qualche punto a casa in queste gare, è fondamentale per restare aggrappati al treno che porta al titolo. Un treno che, per ora, sta procedendo senza di lui.
Marc Marquez – Voto 5: Gioia e Dolori
Questa è la “sua” pista, quella in cui ha sempre fatto la differenza (almeno quando stava bene). E in effetti lo spagnolo dimostra subito di volere e poter ambire alla vittoria, protagonista di diversi sorpassi e una gara che tiene al limite la sua Ducati.
Forse anche oltre, visto che a metà gara perde la ruota davanti proprio quando è in testa e vuole provare a spingere ancora, finendo invece a terra e lasciando sfilare via il suo “erede” Acosta (che poi verrà recuperato e superato da Vinales). Difficile quindi pensare ai lati positivi di questa trasferta in Texas, dove non può certo bastare un secondo posto nella Sprint e una gara vissuta solo per metà.
Jorge Martin – Voto 6,5: Va bene lo stesso!
Protagonista assoluto nelle prime due gare, questa volta Martinator deve accontentarsi di quello che passa il convento. Forse troppo impegnato nella prima parte in una bagarre di sorpassi spettacolari, che lo tengono in corsa per il podio ma inevitabilmente lo portano probabilmente a consumare energie e gomme più del dovuto.
Non è un caso che nel finale è apparso decisamente in calo, tanto da dover lasciare via libera a Bastianini e chiudere senza la gioia del podio per la prima volta in stagione. Mai però quarto posto fu meno amaro, visto che serve comunque a mantenere la prima posizione in classifica (con il secondo a -21) in attesa di nuove gare dove la sua Desmosedici possa di nuovo essere protagonista.
Yamaha – Voto 4: Il Presente prima del futuro
La Yamaha pensa già al futuro con il rinnovo multimilionario di Quartararo (12 milioni di contratto per lui), ma è il presente che dovrebbe preoccupare la casa giapponese. Il GP delle Americhe è il consueto calvario, con due moto mai competitive e l’errore del francese in avvio che complica ulteriormente la giornata. Meglio il suo dodicesimo posto, del nulla che ha portato in cascina Rins, uscito dopo appena dieci giri.
Honda – Voto 2: Più che Honda, un mare piatto
In un circuito che ha visto la Honda trionfare ininterrottamente dal 2013 al 2021, fa davvero specie vedere una debacle del genere. Se nelle prime due gare era almeno riuscita a portare qualche pilota a punti, in Texas solo Luca Marini è riuscito a vedere la bandiera a scacchi, ma comunque fuori dalla zona punti (sedicesimo e ultimo in classifica). E non sembra vedersi via di uscita all’orizzonte.
Di Giannantonio – Voto 7: Un sesto che vale oro
Si è conquistato di diritto una sella in MotoGP, dopo un finale di stagione fantastico lo scorso anno (con la ciliegina della vittoria in Qatar), e anche ad Austin ha dimostrato tutte le sue qualità piazzando un sesto posto che sa di miracolo visto il week end. Una gara di grande applicazione e costanza, chiusa a poco più di due secondi da Bagnaia e lasciandosi alle spalle anche il compagno di team Bezzecchi. Buone notizie comunque per il VR46 Racing, che lascia dietro tutti e due i piloti della Gresini.