È andato in archivio il Gran Premio di Assen, e con esso siamo pressoché al giro di boa della stagione della MotoGP: sono stati disputati, in questo 2021, già nove Gran Premi; al rientro in pista, il 6 agosto in Austria, vi saranno altri 10 GP prima della fine della stagione.
Di carne al fuoco ce n’è molta, perlomeno abbastanza da permetterci di effettuare delle valutazioni su questa prima metà di stagione, e delle previsioni su quanto potrà accadere in futuro.
Francia regina sulle due ruote
Contrariamente a quanto avviene sul rettangolo verde, la Francia è in questo momento padrona assoluta della MotoGP. Fabio Quartararo e Johann Zarco formano l’accoppiata che non ti aspetti in testa alla classifica iridata, tutta a tinte transalpine.
Quartararo, in primis, ha continuato quest’anno la straordinaria ascesa già palesata in Petronas nelle scorse stagioni, portando la Yamaha in testa alla classifica iridata come non succedeva dai bei tempi di Rossi e Lorenzo.
Cecchino implacabile in qualifica (con ben cinque pole positions conquistate su nove gare), Quartararo ha dimostrato grande solidità anche in gara, avendo conquistato quattro vittorie, più due gare sfiorate per accadimenti piuttosto singolari (come un infortunio al polso e la perdita della protezione del petto). Con Marquez rientrato ma ancora a mezzo servizio, sembra essere lui lo strafavorito per il titolo di questo 2021. L’avversario, semmai, ce l’ha in casa: l’antagonista principale di Quartararo sembra essere Johann Zarco, che finalmente su Ducati sembra aver trovato la quadratura, dopo tanti anni vissuti come “eterna promessa” senza però mai riuscire ad emergere veramente.
Il distacco di 34 punti tra i due transalpini, ampio ma non incolmabile, presuppone una seconda metà di campionato ancora interessante.
Marquez, gran risposta su una Honda in difficoltà
Merita un capitolo a parte Marc Marquez, che dopo un anno di stop per un gravissimo infortunio, e molti dubbi sul suo rientro dopo qualche gara di rodaggio, ha risposto alla grande in Germania, tornando a vincere sul suo circuito preferito. E non inganni il settimo posto di Assen: il 93, in quella occasione, era infatti partito dalla ventesima casella.
Braccio permettendo, non sarà difficile rivederlo trionfante in una delle gare restanti (magari ad Aragon, altro “feudo” Honda).
Honda, del resto, lo aspetta a braccia aperte, dato che, senza il suo pluricampione, zoppica paurosamente con i vari Nakagami, Espargaro e Alex Marquez, mai del tutto a loro agio su una moto notoriamente complicata da guidare.
I rimandati: Vinales e Miller, assieme a Suzuki
Pochi piloti, nella storia della MotoGP , hanno un rendimento così altalenante come Maverick Vinales: lo spagnolo, dopo aver vinto la gara d’esordio, ha sofferto tantissimo su tutte le piste, differentemente dal compagno di squadra Quartararo. E’ notizia di queste ore, poi, la separazione a fine anno con Yamaha (Dovizioso in arrivo? Chissà…), sintomo del fatto che Maverick difficilmente troverà la continuità di cui ha bisogno, in questa stagione.
Malino, poi, anche Miller, uomo scelto da Ducati per il proprio rilancio, e che invece (pur con due bellissime vittorie a Jerez e a Le Mans) troppe volte non trova il feeling giusto, finendo a metà classifica e dovendosi accontentare (per ora) di far da spettatore all’ascesa del compagno Zarco. Ma la musica potrebbe cambiare, da qua alla fine.
Incertezza anche su Suzuki, che dopo aver clamorosamente vinto due mondiali lo scorso anno (quello piloti con Mir e i costruttori col mix Mir+Rins) , quest’anno tentenna. Forse l’addio di Brivio sta condizionando pesantemente il management della scuderia nipponica, che pure paga l’infortunio di Rins di inizio stagione, che l’ha tenuto un po’ in disparte dalle dinamiche di alta classifica.
Le sorprese: Bagnaia e Oliveira
I colori azzurri possono sorridere, dal momento che siamo vicini alla consacrazione definitiva per “Pecco” Bagnaia, divenuto ormai pilota costantemente al vertice della classifica. Manca ancora l’acuto da gradino più alto del podio, ma il nostro portacolori è assolutamente protagonista su Ducati, e nella seconda parte di stagione ci sono numerose gare in cui potrà tentare il colpaccio (pensiamo alle due in Austria, ma anche Australia o Malesia ).
Benissimo Oliveira, su una KTM davvero sorprendente: il portoghese ha già collezionato una vittoria e due secondi posti, che per una scuderia così giovane valgono davvero doppio. Attenzione, quindi, alla seconda parte di stagione, dato che parliamo di una vera e propria “mina vagante”.
Rossi, che incubo
Spiace, spiace tantissimo relegare il nostro Valentino in questa sezione, ma i numeri per adesso sono impietosi: il “Dottore” ha vissuto il peggior inizio di stagione della sua infinita carriera, collezionando solo 17 punti in nove gare, frutto di un dodicesimo, un decimo, un undicesimo e un quattordicesimo, oltre a cinque ritiri.
Nonostante la novità relativa allo sbarco della VR46 in MotoGP dal 2022, molti si chiedono se sia giusto continuare a proseguire la carriera da pilota, dato che ogni domenica (secondo qualcuno) Vale rischia di offuscare quanto di buono fatto negli ultimi 25 anni.
In queste settimane, comunque, dovrebbe decidere qualcosa sul suo futuro: forse, da tifosi azzurri, ci interessa quasi più la scelta del 46 più famoso di tutti i tempi, che non la seconda parte del Campionato del Mondo MotoGP. Che, in ogni caso, si presenta viva e piena di spunti interessanti.