Trentotto secondi. Poco più di mezzo minuto. E’ il tempo necessario per bere un bicchier d’acqua o per allacciarsi una scarpa.
Ed è anche il tempo corrispondente alla durata del titolo di Campione del Mondo di Formula Uno da parte del ferrarista Felipe Massa, al termine del Campionato del Mondo del 2008.
Già, perché in occasione dell’ultima gara di quella stagione, il povero pilota brasiliano del cavallino rampante ha conservato l’alloro iridato.. giusto per una manciata di secondi.
Andiamo a ripercorrere quella clamorosa stagione, prima di rivivere quel finale sportivamente drammatico.
Il Campionato del Mondo di Formula Uno 2008
Si riparte dalla vittoria del titolo di Kimi Raikkonen del 2007, che ha guidato la Ferrari anche alla conquista del titolo costruttori.
Ferrari favorita, come è logico che sia, che si affida nuovamente al campione del mondo finlandese e al brasiliano Felipe Massa.
Prima contendente della scuderia di Maranello sembra essere la McLaren di Hamilton e Kovalainen, col primo che ha perso il titolo all’ultimo Gran Premio dell’anno precedente; ci si aspettano buone cose dalle BMW di Heidfeld e Kubica, nonché delle Renault di Alonso e Piquet jr. Outsider della stagione la giovane scuderia RedBull, affidata a Coulthard e Webber, e la “cugina” Toro Rosso, i cui scudieri sono Bourdais e il promettente tedesco Sebastian Vettel.
I primi Gran Premi della stagione sembrano ricalcare le idee dei pronostici iniziali: vi è infatti grande equilibrio fra quelli che dovrebbero essere i tre maggiori contendenti al titolo. Hamilton, infatti, vince in Australia e a Monaco; Massa trionfa in Bahrein ed in Turchia; Raikkonen si impone in Malesia ed in Spagna. Kubica vince la settima gara in Canada, ma sarà un fuoco di paglia, dal momento che non riuscirà a tenere il passo dei battistrada.
Sempre in Canada, Raikkonen ed Hamilton sono protagonisti di un clamoroso incidente ai box, dove l’inglese tampona il finlandese, costringendo entrambi al ritiro. Da quel pesante “zero” in classifica, Raikkonen non si riprenderà più, dal momento che in concomitanza con quell’incidente uscirà di fatto dalla lotta per il campionato. Hamilton, invece, si rilancia vincendo in Gran Bretagna ed in Germania, con Massa che sigla la doppietta Valencia-Spa. E’ evidente che sarà testa a testa tra i due sino alla fine. Succede anche che Massa sembra patire un crollo a Singapore, dove termina tredicesimo; nella gara successiva, in Giappone, è invece Hamilton a tagliare il traguardo in dodicesima posizione, anche se Massa non ne approfitta a pieno.
Il penultimo atto della stagione è in Cina, dove Hamilton fa una gara perfetta, condita da pole e vittoria. Massa termina alle sue spalle, e la classifica recita: Hamilton 94 punti, Massa 87. Sette punti, con una gara da disputare, sembrano un margine rassicurante, per il giovane pilota inglese della McLaren.
Manca solo la gara di Interlagos, Brasile, proprio a casa di Felipe Massa.
Il pazzo Gp del Brasile 2008
Servirebbe un mezzo miracolo. E’ questo che chiedono i tifosi ferraristi al Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Servirebbe una gara perfetta di Felipe Massa e qualche problema a Lewis Hamilton.
Il conteggio è presto fatto: se Felipe vince il Gran Premio del Brasile (10 punti) a Hamilton basterà il quinto posto (4) per portare a casa il suo primo titolo. Altrimenti, se Lewis farà sesto o peggio, sarà Maranello a festeggiare.
Quello che succede, però, va ben oltre ogni immaginazione.
Le qualifiche
Nelle sessioni di prova, Massa si è continuamente stabilizzato al vertice della classifica, denotando un’ottima confidenza col tracciato. In qualifica, infatti, il ferrarista strappa la pole position, con Trulli secondo e Raikkonen terzo. Hamilton termina solo quarto, una posizione che certamente non lo può far restare particolarmente tranquillo, dal momento che – a parte lo scudiero Kovalainen al suo fianco- si trova alle calcagna Alonso, Vettel e Heidfeld, non certo… i suoi migliori amici.
La gara
Come spesso capita in Brasile, è il meteo a rendersi protagonista. Fin dalle prime luci dell’alba vi sono nuvoloni minacciosi su tutta Interlagos, che a soli tre minuti dalla luce verde si concretizzano in un acquazzone tropicale.
Regna l’incertezza sul da farsi, ma nei concitati secondi prima del via sia Massa che Hamilton decidono di partire con le gomme intermedie.
Pronti via e Massa resta davanti mentre Hamilton mantiene la posizione nonostante gli attacchi di Vettel.
Attorno al decimo giro la pista inizia ad asciugarsi e iniziano le soste ai box. La Ferrari è perfetta, la McLaren non è da meno. Hamilton ha evidentemente deciso di fare una gara in difesa, dal momento che rimane a controllare la propria posizione senza prendersi particolari rischi. Si continua su questo canovaccio fino ad oltre metà gara, momento in cui la classifica recita: Massa, Vettel, Alonso, Raikkonen, Hamilton, Webber, Kovalainen. Con Webber che deve ancora fare la sua sosta di metà gara e Kovalainen che gli guarderà le spalle, Hamilton prosegue tranquillamente.
Sembra andare tutto bene per la McLaren, fino al giro numero 65 (a sei giri dal termine): ritorna la bufera su Interlagos, e sulla pista si rovesciano pesantissimi scrosci d’acqua.
A pochi giri dal termine, vi è un interrogativo pesantissimo per Hamilton: rientrare ai box a mettere le gomme da bagnato per fare soli sei giri e rischiare di essere superato nel gioco dei pit-stop, oppure restare fuori con le gomme da asciutto, andando piano fino al traguardo e approfittando del fatto che tutti si stanno fermando?
Giro 66, e Lewis decide di entrare ai box. Si rientra in pista e un Vettel molto a suo agio sul bagnato supera Hamilton, che in quel momento scivola però in sesta posizione: il tedesco Glock, infatti, è rimasto in pista con le gomme da asciutto e gode di un vantaggio enorme.
Un finale incredibile
Mancano tre giri, Massa è in testa ed Hamilton è sesto. Incredibile. E’ il miracolo del Cristo Redentore di Rio, il miracolo che avevano chiesto i tifosi ferraristi.
Hamilton prova in tutti i modi a sorpassare Vettel, che però sul bagnato controlla agevolmente.
Si arriva all’ultimo giro, con la classifica che recita: Massa-Alonso-Raikkonen-Glock-Vettel-Hamilton.
Vettel continua a non farsi passare, Glock ha un vantaggio di 15 secondi su Vettel. Il pubblico è in trepidazione e sventola le bandiere brasiliane, gli italiani davanti alla TV assaporano un successo insperato.
Massa taglia il traguardo: è primo! Il pubblico esplode in un boato da stadio, davvero una bolgia che copre la voce alla radio del suo ingegnere Rob Smedley, che prima di complimentarsi con Massa esclama: “Calm down, calm down, I need to check Hamilton“.
Ovvero: aspettiamo un attimo ad esultare, attendiamo l’arrivo di Hamilton, che è distante 38 secondi. Massa è chiuso in una dimensione drammatica, sospeso tra gioia, paura e speranza.
Infatti Hamilton combatte disperatamente e cerca senza successo di passare Vettel. Sembra fatta, si arriva all’ultima curva.. c’è una macchina lenta, sarà un doppiato… e invece è Glock!! Incredibile!
Il tedesco Timo Glock, su Toyota, in quel momento quarto, era rimasto in pista con le gomme da asciutto, e nell’ultimo giro è successo qualcosa per cui ha dissipato l’enorme vantaggio che aveva su Vettel e Hamilton. Questi ultimi non possono che ringraziare e tagliare il traguardo rispettivamente quarto e quinto. Hamilton quinto, esatto: esattamente la posizione necessaria per vincere il titolo.
Massa, la beffa e le polemiche
Nella concitazione del momento, molti tecnici Ferrari non si sono accorti del sorpasso a Glock, e convinti di aver vinto, scoppiano in festa. Ma durerà pochi secondi. Festa che invece si accende al box McLaren, dove veramente al fotofinish Lewis Hamilton ha conquistato il titolo del mondo.
Il podio è psicodrammatico: un Massa in lacrime sale sul gradino più alto , e a nulla serve l’abbraccio ideale dei tifosi brasiliani, unitamente a tutto quello dei disperati ferraristi in giro per il mondo.
Ma fin da subito si scatenano polemiche enormi su Glock, anche piuttosto antipatiche. Del tipo “ti sei fatto sorpassare appositamente per danneggiare la Ferrari”.
Le polemiche sono ancor oggi attuali, e la carriera di Glock, invece che per meriti sportivi, è irrimediabilmente segnata dal sospetto. Ancor oggi è costretto a giustificarsi:
“Ovviamente non sapevo nulla dell’accaduto e quando tornai nel paddock iniziai a vedere i primi giornalisti approcciarmi con domande strane: ‘quanto ti ha pagato la McLaren?’ Non potevo credere che davvero qualcuno potesse anche solo immaginare una cosa simile, vista anche l’imprevedibilità degli eventi. In seguito, ho ricevuto delle lettere contenenti minacce, altre sono arrivate a casa dei miei genitori. Mi accusavano di tutto, e mi chiedevano di ritirarmi dal motorsport.”
La realtà, nelle parole di Glock, è una sola: “All’ultimo giro, la mia macchina è diventata inguidabile: non avevo presa, volevo solo che finisse, tenerla dritta e portarla al traguardo. Non ho sentito il mio box dirmi che Vettel si stava avvicinando, non mi sono nemmeno accorto che Hamilton mi avesse superato”.
E’ un boccone amarissimo per Massa e la Ferrari, e – non essendoci prova del contrario – non resta che credere a Glock e incolpare la sfortuna.
Per Lewis Hamilton primo titolo; per Massa, purtroppo, non ci saranno più occasioni di avvicinarsi più di così al titolo. Anzi, di assaporarlo, magari più del tempo necessario per bere un bicchier d’acqua.