Il motociclismo, e lo sport più in generale, è infarcito di rivalità che hanno appassionato e diviso il pubblico. Dualismi, dentro e fuori la pista, che sono passati alla storia: uno tra questi è quello risalente ai primi anni Duemila, tra il “Dottore” Valentino Rossi e lo spagnolo Sete Gibernau.
C’eravamo tanto amati
Come spesso capita nelle narrazioni di grandi rivalità, anche quella tra Valentino Rossi e Sete Gibernau era inizialmente caratterizzata da una forte amicizia.
Il periodo è quello di fine anni ’90 / primi anni Duemila: Valentino è al culmine della propria carriera, e il passaggio da 500 e MotoGP sembra averlo ulteriormente rafforzato, tanto che su Honda è semplicemente imbattibile. Gibernau, invece, nel 2001 si trasferisce proprio da Honda a Suzuki, al fianco di Kenny Roberts jr.
Tra Valentino e Sete, all’epoca, c’è un ottimo rapporto, anche perchè francamente lo spagnolo non sembra poter impensierire il fenomeno di Tavullia, che domina il campionato incontrastato.
Il 2003, malauguratamente, è un anno-chiave di questa vicenda: Gibernau passa al team Honda di Fausto Gresini, e contestualmente pensa al ritiro al termine della stagione.
Ma la scomparsa in gara del compagno di squadra Daijiro Kato induce lo spagnolo a rinviare il ritiro e a caricarsi sulle spalle il peso dell’intera scuderia, tanto che Sete, in quella stagione, riesce addirittura a vincere tre gare e a finire al secondo posto Mondiale alle spalle di Valentino, candidandosi come principale antagonista nella stagione successiva.
La piazzola di partenza di Losail 2004
I buoni rapporti, nel 2004, iniziano a vacillare. Gibernau è estremamente competitivo, e a Losail avviene un episodio che farà discutere per anni.
Dopo un campionato abbastanza equilibrato (Rossi è peraltro passato in Yamaha), il circus si sposta in Qatar per la quart’ultima gara. Rossi non fa una buona qualifica, tanto da classificarsi in ottava posizione in griglia. Posizione, quella, collocata in una parte di pista piuttosto sporca, caratteristica che renderà maggiormente difficile la partenza.
Il team di Valentino, all’insaputa del pilota stesso, nella mattinata antecedente il semaforo verde scende in pista con uno scooter e “gomma” la piazzola di Rossi, pulendola con una serie di sgommate, per agevolargli lo start. La direzione gara (avvisata dal team di Gibernau, che vede tutta la scena) considera l’accaduto irregolare e retrocede Rossi nel fondo della griglia.
Gibernau vince e Rossi, in gara, esce: sembra che il tutto sia finito lì (con Valentino che in Malesia sdrammatizzerà il tutto con una esultanza piuttosto colorita), ma nè Rossi nè Gibernau dimenticheranno l’accaduto. Anzi, Rossi stesso si lascia sfuggire in un’intervista una profezia, tanto perentoria quanto accurata: “dopo questa bastardata, Gibernau non vincerà più in MotoGP“. E, in effetti…
La spallata di Jerez 2005
Nel 2005 si rinnova la sfida mondiale tra i due, dato che la stagione precedente era terminata con un distacco di soli 47 punti.
L’annata si apre a Jerez, in Spagna, ed è un testa a testa continuo tra la Yamaha di Rossi e la Honda di Gibernau.
All’ultima curva dell’ultimo giro Valentino, in seconda posizione, attacca lo spagnolo e lo passa, con i due che vengono a contatto. Rossi vince e Gibernau finisce sulla ghiaia, riesce a rientrare e si deve accontentare della seconda posizione. Le polemiche si sprecano, e Gibernau sembra avere un calo mentale prima ancora che prestazionale, non riuscendo più a ripetersi sui livelli del 2003 e del 2004.
Di fatto, la rivalità tra i due finisce qui, perchè Sete non riesce più a insidiare il Dottore, che vincerà incontrastato il campionato (con un margine di ben 147 punti su Melandri, secondo, e addirittura 217 su Gibernau).
Dopo la clamorosa rivalità con Biaggi, Valentino vince idealmente un altro duello in pista e fuori: anche Gibernau, involontariamente, ha contribuito al fascino della MotoGP e alla leggenda del fenomeno di Tavullia.