Le dichiarazioni di Mattia Binotto rilasciate al Guardian rischiano di far discutere: il Team Principal della Ferrari si è detto contrario sui tagli in merito al bugdet cup
Quello che parte da Maranello, dalla voce di Mattia Binotto, è un messaggio forte e chiaro che la Formula 1 e Liberty Media devono ascoltare a piene orecchie: “Abbassare il budget cap a 145 milioni di dollari è già una proposta nuova e comunque esigente rispetto ai 175 milioni concordati lo scorso giugno. Se si dovesse imporre un budget addirittura inferiore, non vorremmo essere messi nella condizione di dover considerare altre opzioni per liberare tutto il potenziale e il dna racing della Ferrari”. E’ questa la frase chiave dell’intervista a Binotto che sembra lanciare un monito decisamente preoccupante a chi gestisce e gestirà la Formula 1, perché un eventuale addio dalla Rossa – non esplicitamente annunciato ma il pensiero del TM lascia intendere anche questo – rischia di veder depauperato in modo permanente un fenomeno in ascesa ed economicamente ricco.
“Rispettare budget inferiori vorrebbe dire affrontare nuovi tagli del personale e non appare lungimirante pensare a continui cambi strutturali seguendo tale logica. Sappiamo che il mondo e anche la F1 stanno vivendo momenti complicati ma non è il modo di reagire così velocemente. Si rischia di prendere decisioni dettate dal momento e senza valutare eventuali conseguenze”, il monito di Mattia Binotto che fa capire quale sia il punto di vista della Rossa: in caso di ulteriori tagli imposti dalla Federazione, sarà complicato garantire un alto livello di corse a fronte di tagli al personale, limitando le forze lavoro e rendendo poco utile lo sviluppo continuo della macchina alla ricerca della maggiore velocità. “Se la stretta sui costi fosse eccessiva, rischieremmo di abbassare il livello tecnico e di ricerca della F.1, rendendola troppo simile alle formule inferiori”, la chiosa finale di Binotto che, tra l’altro, dichiara che, come Ferrari, è disposto a venire incontro alle difficoltà di team minori per salvaguardare lo spettacolo della Formula 1. Che così deve rimanere, altrimenti il rischio di perdere gran parte del pubblico e degli sponsor diventa sempre più possibile.