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Dopo uno dei week end peggiori della Rossa delle ultime stagioni (vedi alla voce “doppio ritiro e prestazioni deludenti” in Canada), c’era decisamente bisogno di una buona notizia in casa Maranello. 

Tutte le ultime news sembrano infatti lasciar intravedere un traguardo sempre più vicino per l’arrivo di Adrian Newey al Cavallino, con tanto di contratto già firmato e un assegno a otto zeri in cassaforte. 

Certo l’arrivo del genio delle Midlands difficilmente andrà a impattare l’altalenante stagione della Rossa, ma gli sguardi sono soprattutto rivolti al futuro imminente, con il cambio di regolamento fissato per il 2026 e un progetto tutto da scrivere. 

Ma chi è Adrian Newey?

Ok, gli addetti ai lavori e i super appassionati della Formula 1 sono in fibrillazione per questa news (che circolava già da tempo ma che ora è diventata fattuale). Ma per tutti gli altri, forse non è chiaro quanto il nome di Adrian Newey sia in grado di spostare gli equilibri del mondiale. 

Stiamo in effetti parlando di quello che è probabilmente uno degli ingegneri più importanti nella storia della specialità, fin dagli anni novanta determinante nei successi della Williams (4 mondiali) prima e della McLaren (2 mondiali) poi, con progetti innovativi e vincenti che hanno segnato la strada per praticamente tutte le scuderie in pista. 

Ma il suo capolavoro più grande, lo compie probabilmente nel suo percorso in Red Bull: nel 2010 compie un vero miracolo progettando quella RB6 Renault capace di dominare con Sebastian Vettel quattro stagioni consecutive dal 2010 al 2013 per altrettanti titoli mondiali. 

Passano gli anni e cambiano i regolamenti, ma non si perde il genio di Newey, che dopo anni di progettazione rimette mano alla RB16 affidando al manico di Max Verstappen la vettura che sappiamo aver distrutto tutti gli ultimi campionati lasciando meno delle briciole agli avversari. 

Alla corte del Cavallino

Sono passati diversi mesi dal suo annuncio di rottura con la Red Bull, che apriva di fatto il toto-mercato per ipotizzare quale scuderia si sarebbe aggiudicata i servizi di uno dei personaggi più influenti della Formula 1 degli ultimi trent’anni. 

Sulle sue tracce la Ferrari, ovviamente, ma anche se non soprattutto l’Aston Martin, pronta a investire un buon capitale per poter costruire un nuovo futuro dopo il cambio di regolamenti del 2026. E l’inglese sembrava apprezzare il tentativo, per di più sottolineando come alla sua età non avrebbe avuto molto interesse nel muoversi dalla sua Gran Bretagna. 

E invece, più della scommessa futura forse, ha giocato un ruolo fondamentale il prestigio di una Ferrari che, per sua stessa ammissione, è di fatto la storia stessa della Formula 1 mondiale. Allora diventa intrigante poter pensare di essere l’artefice di una rinascita che il popolo di Maranello aspetta con immutata pazienza, seppur con sempre meno fiducia viste le continue delusioni. 

Ma non si vive di sola gloria, ed ecco allora che per accettare la corte del Cavallino, oltre al prestigio e alla speranza, ci si è dovuti anche accordare per una cifra, a quanto pare anche piuttosto onerosa: si parla di qualcosa come 105 milioni di euro per un contratto valido fino al 2027.

Dream Team in rosso

Lasciando per un attimo da parte le delusioni della pista, quelle del Canada così come tutte le altre vissute dal muretto Ferrari in questi anni (a volte anche per colpe proprie), diventa chiaro come per la scuderia di Maranello si sta definendo un vero e proprio “All In” sul futuro. 

Se il punto fermo di partenza è rappresentato da Charles Leclerc, diventa facile pensare come con l’arrivo di Lewis Hamilton (7 volte campione del mondo e un ingaggio da 50 milioni annui) e Newey (100 milioni di contratto), la Ferrari è pronta a mettere in scena un dream team che ha un solo scopo dichiarato: “Vincere”. 

Detto che, pur con tutte le qualità messe in campo, non c’è una formula matematica per ottenere il successo (in Formula 1 come altrove), è indubbio che si voglia cominciare questo nuovo progetto al meglio delle possibilità e con tutta l’esperienza necessaria del caso. 

Cosa mai potrebbe andare storto?

Il pilota più esperto e vincente in griglia (Hamilton). Uno dei talenti più cristallini dell’ultima generazione (Leclerc). L’ingegnere più vincente e geniale degli ultimi trent’anni (Newey). La scuderia più titolata e amata della Formula 1 (la Ferrari). 

Quale alchimia migliore per scrivere un’altra pagina di storia di questo sport? Eppure, sono tanti i dubbi che vengono in mente, pur di non lasciarsi andare alla paura di vedere le proprie speranze fallire (ancora). 

Intanto il nuovo regolamento, che di fatto stravolgerà tutto il lavoro svolto fin qua dalle scuderie e che renderà necessario un progetto completamente nuovo (di certo già in lavorazione, ci mancherebbe). Avere un ingegnere esperto e geniale di certo è un vantaggio, ma non è di per sè garanzia di intraprendere per forza subito la strada giusta. Soprattutto visto che non si può “osare” quando hai esigenze e aspettative così alte. 

E poi ci sono i due piloti, entrambi di grande classe e talento, entrambi con esperienze di ogni tipo alle spalle, ma che non è affatto scontato riescano a incastrarsi bene nei rispettivi ruoli. Specialmente se la Ferrari non sarà brava a definirli bene questi ruoli, così come del resto non è riuscita a fare in queste stagioni con Sainz e Leclerc (che teoricamente avrebbero dovuto offrire molti meno problemi di gestione se si fosse avuto un polso fermo nelle gerarchie).

Hamilton avrà davvero così voglia di calarsi nei panni di seconda guida, pronta a offrire tutto il meglio di sè davanti alle telecamere per gli sponsor, ma a lasciare strada al pilota designato Leclerc in pista? E viceversa, l’umiltà e le buone maniere del monegasco riusciranno a non essere controproducenti quando ci sarà da tiare fuori gli attributi (forse non solo con gli avversari)?

Insomma, l’arrivo (quasi certo) di Newey in Ferrari, è forse la notizia migliore di questo periodo per il Cavallino, ma che non basti questo per tirare un colpo di straccio ai tanti dubbi e problemi del “Muretto” che sono parimenti da risolvere “prima” di farli tornare fuori in futuro, magari quando il genio riuscirà, finalmente, a rendere anche questa monoposto una macchina da guerra vincente.