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Il day after, di Inter – Milan, non è solo tempo di analisi, commenti e sfottò tra le parti, ma anche del pagellone del derby della Madonnina.

Una stracittadina che dopo 750 giorni torna a colorarsi di rossonero, nella notte che poteva costare la panchina a Paulo Fonseca: e invece, il Diavolo che non ti aspetti mette fine ai sei derby di fila vinti dai nerazzurri e infligge una sconfitta per 2-1 ai cugini.

Tre punti pesanti per Morata e soci e un altro campanello d’allarme, per un Simone Inzaghi che ancora una volta non convince sotto il profilo dei cambi: dopo Monza, altro match con poche luci e molte ombre in casa Inter, mentre sulla sponda opposta del Naviglio, il tecnico portoghese azzecca tutto e allontana critiche, oltre a possibili successori.

Vediamo quindi, le pagelle della serata.

Pagelle Inter: si salva Sommer, male il centrocampo

Sommer: Senza le sue parate probabilmente il Milan avrebbe vinto con un risultato più rotondo e il portiere elvetico si conferma il miglior estremo difensore del campionato. Incolpevole sulle reti del Diavolo. Voto 7.

Pavard: Serata difficile, seppur contro un Leao che si accende solo a sprazzi. Ma il francese deve vedersela soprattutto con Abraham e Morata, con l’ex Roma che spesso lo mette in difficoltà. Rivedibile sull’azione di Pulisic che porta al momentaneo 1-0. Voto 5.

Acerbi: l’ultimo ad alzare bandiera bianca in campo per la sua squadra. Ha vissuto sicuramente serate migliori, ma sotto gli attacchi dei rossoneri, l’ex di turno, è quello che sfigura meno degli altri. Voto 6.

Bastoni: Senza dubbio l’anello debole della serata nerazzurra in difesa. Pulisic ha un altro passo e anche a livello fisico, l’ex Atalanta, soffre gli scontri con Morata e Abraham. Nervoso e impreciso si vede poco anche in fase di costruzione, rispetto ad altre gare. Voto 5. (Dall’82’ Carlos Augusto: SV).

Dumfries: A sprazzi si accende, ma con grande facilità si estranea dalla manovra della Beneamata. Poche anche le galoppate sulla fascia destra, fino alla meritata sostituzione. Voto 5. (Dal 63′ Darmian: Soffre dalla sua parte, sia le discese di Leao e sia quelle di Theo nella parte finale del match. Si vede pochissimo in attacco. Non incide. Voto 5)

Barella: Una delle pochissime luci della serata nefasta per i nerazzurri. Certo non replica la prestazione di Champions contro il City, ma in mezzo a tante difficoltà avvia l’azione che porta al momentaneo 1-1. Esce per un problema fisico. Voto 6. (Dal 74′ Zielinski: non da la scossa che dovrebbe e anche lui soffre nella battaglia dei minuti finali. Voto 5.5.)

Calhanoglu: Il grande Ex è anche uno dei grandi assenti della serata. Quasi mai in partita, spesso in ritardo e impreciso nella maggior parte delle volte. Esce scuotendo la testa, ma il cartellino giallo sul groppone ha fatto la differenza. Voto 5. (Dal 63′ Asllani: entra per cambiare ritmo, ma anche lui si adegua alla serata mediocre della mediana interista. Voto 5).

Mkhitaryan: Il peggiore in campo per distacco. Perde in maniera sanguinosa la palla che Pulisic trasforma nell’1-0 e poi si vede raramente in partita. Voto 4.5. (Dal 63′, Frattesi: vale il discorso fatto per l’ingresso di Asllani, con l’aggravante di farsi sovrastare da Gabbia sull’azione del 2-1. Voto 4.5.)

Di Marco: Non gioca ai suoi standard classici, complice anche il problema che lo ha tenuto fuori in quel di Manchester. Nonostante una condizione non eccelsa, segna il gol dell’1-1, ma con il passare dei minuti scompare dalla gara. Voto 5.5.

Thuram: Stecca nella sera del derby e questo fa già notizia. Ha un moto d’orgoglio a cavallo della mezzora del primo tempo, ma finisce nella morsa della difesa rossonera e la sua gara non è certo memorabile. Voto 5.

Lautaro: Sicuramente in ritardo di condizione. Sicuramente brutta copia del capocannoniere dell’ultima Serie A. Ma alla fine dei giochi serve l’assist per l1′-1 e crea le altre due grandi occasioni dell’Inter. Lontano dalla forma migliore. Voto 5.5.

All. Simone Inzaghi: ancora una volta i cambi nel derby sono il suo tallone d’Achille. Vero che la squadra gioca sottotono in tutti i reparti, ma alcune sostituzioni lasciano perplessi: soprattutto non si capisce il motivo di lasciare fuori Taremi per tutto il derby. Notte amara anche per il tecnico dell’Inter. Voto 5.

Pagelle Milan: Gabbia da sballo, Pulisic ancora in rete

Maignan: Due sole parate in 90 minuti, oltre alla rete imparabile di Di Marco. In dubbio fino all’ultimo per la botta presa in Champions, il francese blinda la porta del Diavolo e partecipa anche alla costruzione dal basso. Voto 6.5.

Emerson Royal: Nel primo tempo sembra lo stesso pasticcione e arruffone visto nelle prime uscite. Nella ripresa invece cambia registro e lo dimostra dopo appena 40 secondi, quando pennella un perfetto traversone per la testa di Leao. Cresce alla distanza e merita la sufficienza. Voto 6.

Gabbia: Matteo Gabbia o Sandro Nesta? Paragoni scomodi, ma che calzano a pennello in una notte come questa. Non lascia passare nemmeno uno spillo il prodotto del vivaio rossonero che giganteggia in difesa. Nel finale, con un colpo di testa chirurgico manda in estasi il popolo milanista e porta tre punti pesanti. Voto 8.

Tomori: Nella prima frazione commette qualche sbavatura, con la colpa di tenere in gioco tutti nell’azione del pari interista. Nella ripresa aiuta Gabbia ad alzare il muro e sforna una grande prestazione. Voto 6.5.

Hernandez: Gara di grande attenzione difensiva, con molte meno progressioni in attacco rispetto al solito. Proprio nel finale si sgancia con maggior frequenza in attacco e permette alla squadra di respirare. Concentrato come non mai. Voto 7.

Fofana: Finalmente ai livelli visti con la Francia e il Monaco. Il mediano transalpino parte in sordina, ma come un vero diesel carbura alla distanza e nonostante un cartellino giallo rimediato nel primo tempo, Fofana intercetta un gran numero di palloni. Voto 7.

Reijnders: l’Olandese volante. Partita da incorniciare per l’ex centrocampista dell’AZ Alkmaar che mixa quantità a qualità. Non solo, ma corre per due e insieme a Fofana neutralizza la mediana rivale. Ciliegina sulla torta, il cross che la testa di Gabbia trasforma nel gol vittoria. Voto 7.5.

Pulisic: Capitan America ancora una volta si prende il proscenio e come successo contro il Liverpool segna il gol che sblocca il derby. Rispetto alla Champions, il finale è ben diverso e il giocatore americano è sempre di più a suo agio in questa squadra. Voto 7.5. (Dal 78′ Okafor: entra e da il suo contributo alla vittoria, ma il clamoroso 3-1 sparato in curva lo porta a prendere l’insufficienza. Voto 5).

Morata: partita di sacrificio, di sostanza, anche sporca in certi casi e obbligato a prendere sportellate a destra e sinistra. Non gioca sulla stessa linea di Abraham, ma qualche metro dietro all’inglese e agendo quasi tra le due linee nerazzurre, il capitano della Spagna manda in tilt la difesa avversaria. Voto 7. (Dal 78′, Loftus-Cheek: entra per dare ossigeno al centrocampo e aiuta la squadra ad alzare il baricentro verso la vittoria. Voto 6).

Abraham: Il vero leader di questo Milan. L’ultimo arrivato, sul suono della sirena del calcio mercato, merita una maglia da titolare nell’attacco milanista e mette pressione a tutta la difesa nerazzurra. Sfiora anche una rete che sarebbe stata meritatissima. A livello fisico, è il nove perfetto per Fonseca. Voto 7. (Dal 93′, Plavovic: gettato nella mischia nel finale per dare centimetri e fisico alla difesa rossonera. SV).

Leao: Ancora fuori dagli schemi di questa squadra. Primo tempo da spettatore non pagante, mentre nella ripresa si accende con maggior costanza. Due occasioni limpidissime, con Sommer decisivo nella prima e sprecone il lusitano nella seconda palla gol. Ma può e deve dare di più. Voto 5. (Dall’87, Chukwueze: il nigeriano entra per dare lo strappo finale e partecipa alla vittoria, con l’aggiunta di un perfetto assist ad Okafor, che l’elvetico spreca in malo modo. Voto 6.).

All. Paulo Fonseca: Come ti cambia il mondo in appena 90 minuti. Il tecnico portoghese salva per il momento la panchina e lo fa nel modo migliore. Cambia modulo (o sarebbe meglio dire gli interpreti), scuote la squadra e permette al Diavolo di mettere le mani su un derby dopo due anni digiuno. Ha vinto lui, ha avuto ragione lui. La notte è meno buia, dopo il derby per l’ex Roma. Voto 7.5.