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La Serbia torna alla fase finale di un Europeo 24 anni dopo i quarti centrati nel 2000. Il capitano di allora, Dragan Stojković, è oggi il Commissario Tecnico di una nazionale che ha della qualità, ma a cui è difficile trovare una collocazione. Un po’ come Dusan Vlahović, bomber a caccia di una dimensione da campione che molti gli hanno pronosticato, ma che prima deve conquistarsi un posto da titolare.

La Serbia è la “titolare”, diciamo così, della tradizione della grande Jugoslavia, che da unita aveva centrato due finali europee. Dopo la disgregazione dei Balcani e la creazione di diverse singole nazionali, quella bianco-rosso-blu è passata da chiamarsi Jugoslavia, a Serbia e Montenegro all’attuale Serbia, dal 2006. Quattro le qualificazioni alle fasi finali dei Mondiali, sempre out dalla fase a gironi. Le aspettative sono state spesso alte ma si sono dimostrate altrettanto spesso delle velleità. La realtà è oggi una squadra che ha un ottimo quantitativo di talenti, ma che manca quasi sempre nei momenti decisivi.

La Serbia è la seconda nazionale balcanica nel Gruppo C insieme alla Slovenia, con Inghilterra e Danimarca che sono però le principali candidate al passaggio del turno.

La qualificazione alla fase finale

La Serbia si è qualificata a questa fase finale di Euro 2024 arrivando seconda nel Gruppo G dietro all’Ungheria di Marco Rossi e davanti a Montenegro, Lituania e Bulgaria. 15 i gol fatti e 9 subiti in 8 partite, la metà delle quali vinte, a fronte di 2 pareggi e altrettante sconfitte. Aleksandar Mitrović è stato il capocannoniere del girone con 5 centri.

Formazione tipo

formazione tipo serbia

L’assetto scelto da Dragan Stojković per la sua Jugoslavia è sempre stato con difesa a tre e la predilezione per il 3-4-2-1, con il 3-4-1-2 come prima alternativa, a volte anche a partita in corso.

Le caratteristiche tecniche di alcuni elementi come Tadić, l’ex laziale Milinković-Savić e anche il giovane dell’Udinese Samardzić, inducono il CT a preferire sempre lo schieramento con due mezze punte e una sola punta di ruolo, che ad oggi è più Mitrović di Vlahović. Certo il 29enne ex Fulham viene da una stagione in cui ha segnato caterve di gol (26 in 25 presenze) vincendo il titolo, ma in Arabia Saudita all’Al-Hilal, come del resto il suo compagno di nazionale Sergej Milinković-Savić. Rimane da vedere se i ritmi compassati del campionato saudita abbiano inciso negativamente sulla sua competitività e se invece non sia il caso di puntare sull’attaccante della Juventus, finora frenato spesso da infortuni in nazionale.

Serbia (3-4-2-1): V. Milinković-Savić; Milenković, Pavlović, Babić; Živković, Lukić, Mijailović, Kostić; S. Milinković-Savić, Tadić; Mitrović . C.T.: D. Stojković

Probabili convocati, reparto per reparto

Anche per la Serbia, come per le altre nazionali, nel momento in cui scriviamo si possono fare solo ipotesi e speculazioni, visto che le scelte definitive del CT Stojković arriveranno solo più avanti. Questi, comunque, potrebbero essere grosso modo i convocati:

Portieri

Il torinista Milinković-Savić, fratello maggiore di Sergej, è il titolare indiscutibile. Il futuro si chiama Djordje Petrović, 24enne che il Chelsea ha pescato in USA al New England Revolution, facendone presto un titolare.

Difesa

Il leader attuale è il fiorentino Milenković, ma il 22enne del RB Salisburgo Pavlović dovrebbe avere preso il posto di Veljković del Werder Brema e il punto di riferimento del futuro è quasi certamente lui. Non mancheranno comunque gli elementi di grande esperienza internazionale, tra cui il 32enne Mladenović del Panathinaikos.

Centrocampo

Il sinistro del 35enne Dušan Tadić è sempre una delle armi letali della Serbia, per calci piazzati ma anche tiri e invenzioni varie, che l’ex Ajax è sempre capace di produrre pur avendo sensibilmente arretrato il suo raggio d’azione col tempo. La qualità tecnica è assicurata da altri elementi, “italiani” o ex tali, da SMS a Samardzić all’ex Toro Lukić, mentre la corsa un po’ monocorde dello juventino Kostić torna sempre comoda con un’area in cui i colpitori di testa non mancano quasi mai.

Attacco

Per l’attacco, ci porteremo fino a Euro 2024 inoltrato il dualismo tra Mitrović e Vlahović, con quest’ultimo che rappresenta senza dubbio il futuro della Serbia ma l’altro che non intende affatto rinunciare al presente. E Stojković, anche da un punto di vista fisico, sa che sull’ex Fulham ha sempre potuto contare, mentre lo juventino ha avuto problemi con una certa frequenza, da Qatar 2022 a oggi. Il milanista Jović sarebbe in teoria un lusso come terza alternativa, mentre il giovane Baždar del Partizan verrà portato per fare la classica esperienza formativa.

I convocati della Serbia per Euro 2024

  • Portieri: V. Milinkovic-Savic, Rajkovic, Petrovic. 
  • Difensori: Pavlovic, Milenkovic, Veljkovic, Babic, Spajic, Stojic. 
  • Centrocampisti: Lukic, Gudelj, Maksimovic, Ilic, Mihajlovic, S. Milinkovic-Savic, Tadic, Samardzic, Birmancevic, Kostic, Mladenovic, Zivkovic, Gacinovic. 
  • Attaccanti: Mitrovic, Vlahovic, Jovic, Ratkov. 

Il giocatore più atteso

Non si può prescindere da Dušan Vlahović, nel senso che Mitrović è uno che mette sempre in campo tutto quello che ha, ma sul piano internazionale forse non è abbastanza per garantire alla Serbia il salto di qualità. L’arsenale a disposizione dello juventino, invece, sarebbe teoricamente di primissimo ordine, ma finora Dušan lo ha espresso solo a tratti, in Nazionale come nella Juve. C’è stata la pubalgia ad affliggerlo per un tempo abbastanza lungo, e si tratta di un problema invalidante soprattutto per un attaccante, ma c’è forse qualcosa relativo al contesto che ha trovato finora nella sua squadra di club. L’impressione è che la Juve, finora, sia riuscita più a evidenziare i difetti di Vlahović che a capitalizzarne le molte qualità. Al ragazzo serve sentire grande fiducia, e se ciò dovesse avvenire all’Europeo, Stojković e la Serbia ne gioverebbero grandemente.

La sorpresa

Nel 2019, Strahinja Pavlović era stato a mezzo passo dal firmare per la Lazio. Igli Tare, allora DS biancoceleste, aveva individuato in questo armadio 18enne del Partizan, molto forte nei contrasti, come un possibile grande affare, ma il ragazzo non superò le visite mediche. Qualche mese dopo finì al Monaco, quindi qualche prestito e poi l’approdo al RB Salisburgo, dove si è affermato diventando anche titolare della Serbia all’ultimo Mondiale. In Qatar, Pavlović era stato tra le poche note positive, e il suo nome è tornato a circolare sui taccuini di diversi club europei, Italia compresa. Un suo buon Europeo ne farebbe lievitare ancora le quotazioni (oggi, secondo il sito transfermarkt, vale 25 milioni di euro).

I possibili obiettivi: ottavi possibili, poi…

Come accennato prima, le ambizioni della Serbia si sono spesso scontrate con un certo grado di “velleitarismo”, anche a causa di qualche deficit di combattività che si era già peraltro visto in altre generazioni, di atleti serbi. Stavolta, i rapporti di forza dicono che la qualificazione agli ottavi è possibile: se è vero che l’Inghilterra pare intangibile come prima (o comunque come una delle due qualificate), la Serbia può legittimamente contendere alla Danimarca (più che alla Slovenia, pur non tagliata fuori) il secondo posto, senza dimenticare che si qualificheranno agli ottavi anche le migliori 4 terze. Ad ogni modo, considerando solo i casi di secondo posto, la Serbia andrebbe a sfidare la vincente del Gruppo A, composto da Germania, Scozia, Svizzera e Ungheria. Come dire, quarti difficili, forse difficilissimi, ma non del tutto impossibili.