Dopo oltre due mesi di silenzio Games Workshop è tornata a parlare del progetto The Old World. L’ultima volta era successo a marzo di quest’anno, quando il colosso britannico delle miniature per wargames si era limitato a pubblicare sulle pagine di Warhammer Community la classica preview di nuovi design, in questo caso dedicati a Bretonnia e ai Tomb Kings di Khemri. Nessuna novità sulle meccaniche del gioco, sulle regole e sulla lista completa degli eserciti, a ricalcare il “niente di nuovo sul fronte” ludico che dura ormai da 4 anni.
E invece, tra i mesi di maggio e luglio, Games Workshop ha effettuato un inaspettato cambio di comunicazione pubblicando due notizie che hanno lasciato il segno. Due scoop che hanno riacceso la discussione tra i veterani e nostalgici del vecchio mondo fantasy targato GW.
Ma prima di addentrarci nell’analisi di queste news, facciamo un breve riepilogo su The Old World, ad uso e consumo di chi si è perso le puntate precedenti.
La prima puntata di questa storia è datata 2015. Quell’anno Games Worskshop decide di pensionare uno dei suoi prodotti di punta nonché il suo primo gioco di battaglie di massa: Warhammer Fantasy Battle. In quel momento il wargame 3D ad ambientazione simil-tolkeniana è al secondo posto nel mondo per vendite dietro alla sua versione futuristica, cioè Warhammer 40.000. Ciononostante, l’azienda con sede a Nottingham decide di sostituire WHFB con Age of Sigmar: un wargame che a livello di background si colloca sulla linea narrativa del predecessore ma che in termini di meccaniche è più simile a Warhammer 40K.
Ci sono svariate ragioni dietro alla scelta di Games Workshop, per le quali rimandiamo ad un nostro precedente articolo. Fatto sta che, dopo la svolta, gli appassionati di prodotti fantasy si trovano di fronte a un bivio: giocare a AoS oppure abbandonare “mamma” GW.
La seconda puntata arriva 4 anni più tardi. Nel 2019 Andy Hoare, game designer ora Specialist Brands Product Manager di Games Workshop, annuncia The Old World. Si tratta di un nuovo progetto per il settore fantasy, ma non viene specificato di che tipo.
La situazione di attesa si protrae per altri 4 lunghi anni, durante i quali escono solo notizie sull’ambientazione e sul design di alcune miniature. L’azienda rivela che il gioco riguarda la “Terra di Mezzo” di Warhammer, l’area caratterizzata soprattutto dalla presenza di uomini, e si svolge due secoli prima della “fine dei tempi”, cioè l’End of Times che distrugge il Vecchio Mondo e dà vita all’epoca di Sigmar (AoS).
Infine c’è la terza puntata, quella più recente.
LE 9 FAZIONI
Il 23 maggio di quest’anno, su Warhammer Community è uscita la notizia di quali saranno le 9 fazioni (o razze) protagoniste di The Old World. Parliamo quindi dei 9 eserciti che i giocatori potranno utilizzare e che saranno supportati interamente dall’azienda, sia in termini di miniature che di regole.
“These armies will have rules published alongside the launch of the Old World, and will be the pivotal players in the events covered in narrative expansions and supplements“.
L’elenco è questo: Impero (uomini), Bretonnia (uomini), Orchi e Goblin, Nani, Uominibestia, Guerrieri del Caos, Alti Elfi, Elfi Silvani e Re dei Sepolcri (o Khemri).
Sono tutti eserciti presenti nel vecchio WHFB. Non solo, ma hanno anche gli stessi nomi (brand), a differenza di AoS che invece li aveva modificato.
Tuttavia, rispetto a Warhammer Fantasy ne mancano 7, alcuni dei quali erano molto gettonati dai giocatori: Elfi Oscuri, Skaven, Demoni, Uomini Lucertola, Conti Vampiro, Regni degli Ogri e Nani del Caos. GW si è espressa anche su questo punto confermando che ci sarà un set di regole per tali eserciti, nonostante non facciano parte dell’ambientazione. Il tutto sarà limitato a pdf gratuiti e senza altri materiali specifici: “These legacy faction army lists will be made available for free as pdfs as a service to fans who have these classic armies on their shelf“.
Bisogna ammette che si tratta di un servizio notevole offerto ai giocatori. E anche un po’ inaspettato per un’azienda che ha sempre seguito la regola del prima le miniature (cioè il profitto) e poi le regole (la giocabilità).
PIU’ LE COSE CAMBIANO, PIU’ RESTANO LE STESSE
Con questo titolo (“The More Things Change, the More they Stay the Same” o come dicono in Francia plus ça change, plus c’est la même chose), il 24 luglio 2023 è uscita la seconda news che ha risvegliato l’interesse dei giocatori. Nell’articolo si fa infatti riferimento al sistema di gioco e alle regole di The Old World.
Il punto di riferimento è ancora una volta il vecchio Warhammer Fantasy. Andy Hoare lo ha chiarito subito, specificando che per mesi i game designers hanno riprovato le 8 edizioni di WHFB allo scopo di individuare i punti di forza e di debolezza di ciascuna. “For several months the designers regularly assembled to play games of every edition of Warhammer Fantasy Battle“. Ne sono usciti alcuni punti fermi di quello che sarà The Old World.
Innanzitutto si tratta di un fantasy mass battle, quindi una battaglia con tanti pezzi in campo. Che non sia una schermaglia, Andy Hoare lo dice in maniera chiara quando parla di “Large armies form into regimented units“. Ma in questa frase troviamo anche il secondo elemento chiave del gioco.
Le unità saranno strutturate in “ranghi e file” il cui numero/dimensione sarà deciso dalla lista preparata dal giocatore: “the ideal number of models per rank is decided by the player, not enforced by the rules“.
Per quanto riguarda il movimento delle unità, sembra che questo verrà influenzato dalla dimensione e dai terreni. E’ possibile che unità con fronte ristretto possano muoversi più velocemente, come accadeva anche in Warhammer Historical. Quelle con fronte ampio, invece, attaccano con tutte le miniature presenti nei ranghi combattenti anche se non sono a contatto col nemico. “We’ve ensured that as many models as possible can fight in combat, giving even those models that are within the fighting rank but not in base contact with the enemy the opportunity to bring their weapons to bear“.
La versione storica di Warhammer torna di nuovo con una regola speciale per la risoluzione del combattimento. L’unità sconfitta può arretrare senza essere distrutta sul posto e il vincitore può decidere se portarsi di nuovo a contatto oppure riformarsi.
“Units that lose a round of combat will often give ground reluctantly rather than immediately breaking and fleeing“. Il testo non specifica con precisione il meccanismo, ma potrebbe essere simile al fall back in good order che le unità di grandi dimensioni potevano sfruttare in Warhammer Historical.
Infine la magia, uno dei capisaldi del vecchio gioco fantasy. In The Old World, la magia non è più limitata a una sola fase. I maghi possono agire in qualsiasi momento – un meccanismo simile c’è in WH40K – ma i loro incantesimi saranno limitati quanto a gittata e utilizzo specifico. Sembra quindi una scelta che predilige la strategia sulla potenza. “Situations where a single spell can decide the outcome of a battle are rare. The focus has shifted from keeping track of dice pools or hands of cards onto the positioning of Wizards“.
Per ora non c’è altro. Può sembrare poco ma, a ben osservare, con queste notizie GW ha annunciato che The Old World è sostanzialmente un ritorno a Warhammer Fantasy Battle.
E questo solleva un dubbio.
PERCHE’ IL RITORNO AL PASSATO?
Dopo aver scelto la via di Age of Sigmar, cioè un nuovo gioco fantasy che usa regole e nomi completamente diversi, GW guarda indietro.
Sulle ragioni di questa scelta al momento possiamo solo speculare. Ci sono però un paio di elementi da tenere in considerazione.
Il primo si chiama “veterani“. Una buona parte dei giocatori hardcore di Warhammer Fantasy ha disertato la svolta AoS per rifugiarsi in altri wargame (Kings of War ad esempio), in versioni del gioco “community made” (9th Age) e nel ritorno alle edizioni del passato (Oldhammer). Riportarli all’ovile è un obiettivo sensibile per GW. Sia per ragioni economiche – molte delle miniature usate per AoS possono essere utilizzate, basta cambiare le basette – che di immagine. Potrebbe essere una scelta “diplomatica” nei confronti di coloro che, alla chiusura di WHFB, hanno girato le spalle all’azienda criticandola aspramente. Una sorta di pace per sottrarli alla concorrenza.
E poi c’è Total War: Warhammer III, il terzo capitolo della serie realizzata da Creative Assembly in collaborazione con GW. A un anno dall’uscita, il videogame ha impattato bene a livello di critica e ancora meglio con le vendite. L’ambientazione del gioco non è però quella di AoS, bensì quella del Vecchio Mondo di Warhammer, così come la meccanica a reggimenti riporta a WHFB. Riattivare un gioco da tavolo in linea con un videogame che vende bene potrebbe generare uno interscambio virtuoso e soprattutto profittevole per l’azienda.
Non va dimenticato che nel corso degli anni l’azienda ha puntato molto sul digitale. I videogame oggi rappresentano circa il 10% dell’intero fatturato di Games Workshop che solo nel 2022 ha incassato 25 milioni di sterline da questo settore.
Ma di questo, cioè del rapporto e della storia che unisce GW ai videogame, parleremo in un altro articolo.